A fine maggio gli studenti di Firenze, Pisa e Siena sono scesi in piazza per la difesa del diritto allo studio, rifiutando qualsiasi tipo di taglio nei loro confronti
SIENA. Quanto conta per la Regione il diritto allo studio? La vicenda che getta incertezza e pericolo sulle sorti del DSU Toscana si protrae ormai da mesi e ancora non ha trovato una felice conclusione. Lo scorso 29 maggio, in Commissione Bilancio della Camera è stato approvato un emendamento che, nonostante preveda una sanatoria per gli anni passati, scongiurando una spesa per il DSU di circa 9.3 milioni di euro all’anno per i prossimi 5 anni, stabilisce che tutte le aziende per il Diritto allo Studio si comportino, per quanto riguarda i servizi erogati agli studenti, come esenti IVA.
Quasi tutte le Aziende Italiane hanno tenuto sempre un comportamento differente dall’interpretazione che l’Agenzia delle Entrate ha dato all’art. 10 del DPR 633/72 e finora hanno richiesto la detrazione dell’IVA su tutti i beni e servizi erogati relativi a vitto e alloggio.
Solo per la regione Toscana, il cambio di regime, per l’anno 2017, avrà un impatto di 2,8 milioni di euro sul bilancio dell’ARDSU.
A Dicembre, in una situazione di emergenza, questa spesa è stata coperta in parte con un investimento straordinario di 2 milioni di euro da parte della Regione Toscana, mentre per la parte rimanente è stata diminuita la quota destinata alla borsa servizi e, nel tentativo di ottenere un maggiore profitto, sono state aumentate le tariffe mensa. La possibilità di poter intraprendere un percorso universitario indipendentemente dalla propria situazione economica è un diritto innegabile, riconosciuto dalla nostra Costituzione.
Come studenti riteniamo inaccettabile che una controversia tra enti pubblici vada a ledere questo diritto, inducendo le aziende per il diritto allo studio a far quadrare i conti attraverso la riduzione degli investimenti verso gli studenti.
Questo pericolo è reale dal momento che già per il 2017 sono stati applicati dei tagli al Diritto allo studio e non esiste ancora alcuna garanzia da parte della Regione Toscana riguardo gli investimenti futuri.
Tra il 29 e il 31 Maggio gli studenti di Firenze, Pisa e Siena si sono organizzati e sono scesi in piazza per la difesa del diritto allo studio, rifiutando qualsiasi tipo di taglio nei loro confronti e chiedendo a gran voce una presa di posizione forte da parte della politica e un impegno a risolvere il problema senza scaricarlo ingiustamente sulle loro spalle.
A seguito delle richieste degli studenti Giovedì 8 Giugno il CTS di Pisa ha approvato all’unanimità una mozione in cui si chiede alla Regione Toscana di garantire la copertura di quello che è l’impatto del cambio di regime IVA sul Diritto allo Studio per i prossimi anni.
Chiediamo quindi che la Regione provveda ad impegnarsi economicamente, e non solo politicamente, assumendosi le proprie responsabilità e finanziando il diritto allo studio, in quanto ente proprietario dell’Azienda. Auspichiamo, inoltre, che la Regione sostenga ed avanzi, in Conferenza Stato-Regioni, la creazione di un fondo nazionale in grado di coprire la differenza di risorse a disposizione del DSU generata dal cambio di regime fiscale Iva, affinché dalla stesura del bilancio del 2018 il diritto a studiare in Toscana sia accessibile a tutti, indipendentemente dalla situazione economica dei singoli studenti.
Sinistra per… – Pisa
Studenti di Sinistra – Firenze
Link – Siena