Roberto Monaco: “Difendiamo tutti insieme il patrimonio del sistema sanitario pubblico”
SIENA. Trentasei giovani medici, di cui tre odontoiatri, hanno prestato il giuramento di Ippocrate nella Giornata del Medico e dell’Odontoiatra organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Siena, che si è tenuta all’Hotel Garden nel pomeriggio. E’ stata anche l’occasione per consegnare i Caducei, i riconoscimenti per il 25 e i 50 anni dalla laurea. Sono state consegnate anche delle targhe ricordo per chi ha superato i 70 anni dal giorno della laurea. Ma è stata anche l’opportunità, per difendere la figura del medico.
“Abbiamo bisogno di costruire un nuovo patto per la salvaguardia del servizio sanitario nazionale – ha detto Roberto Monaco, presidente Omceo Siena e segretario della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici -, la mia proposta è quella di costruirla insieme: da una parte le competenze che può dare il mondo professionale, dall’altra la visione lungimirante di una buona politica. Tutti i medici senesi concorrono a garantire il Sistema Sanitario Regionale, sono un patrimonio da salvaguardare”.
Presente anche il rettore Roberto Di Pietra, che ha parlato dell’importanza degli ordini professionali contro i ciarlatani. E poi ha preso un’importante posizione: “La formazione si fa all’università e in presenza, soprattutto quando si parla di medicina. Le università telematiche non possono erogare lezioni di medicina e chirurgia, che si impara solo nelle aule, nei laboratori e nelle corsie degli ospedali”.
Il momento non è facile per la sanità pubblica. Lo hanno confermato sia il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che l’assessore alla sanità Simone Bezzini: “Ci sono stati momenti in cui, sbagliando, si pensava di fare a meno degli ordini professionali e intermedi, sbagliando. Sono invece essenziali per la tutela del rapporto tra istituzioni e della democrazia”.
Ed è stato Giani che ha spiegato, senza mezzi termini, quali siano le difficoltà economiche del servizio sanitario. “Negli ultimi due anni abbiamo dovuto aggiungere alla voce sanità 500 milioni di euro prendendoli dal bilancio, perché gli oltre sette miliardi che ci eroga lo Stato, non sono bastati – ha detto Giani –, ma non posso ogni anno togliere fondi a tutte le altre voci di spesa. Se vogliamo dare risposte di salute ai cittadini, lo Stato deve pensare a investire di più”.
Qualcosa arriva al mondo della sanità, grazie al Pnrr, ma serve sostanzialmente per rinnovare gli strumenti diagnostici e in piccola parte la retribuzione dei medici di emergenza urgenza, come ha ricordato dal parlamentare FdI Francesco Michelotti: “Quello dell’aumento degli stipendi per chi lavora nei pronto soccorso, è poco, lo sappiamo, ma è un piccolo passo. La direzione è quella di difendere la sanità come bene costituzionale”.
Infine il presidente nazionale Fnomceo Filippo Anelli ha messo in guardia tutti i presenti, sui rischi che corre il sistema sanitario nazionale e il diritto costituzionale alla salute.
“Sono 31 gli ordini delle professioni sanitarie. Dobbiamo lavorare tutti insieme per dare le risposte che i cittadini vogliono – ha detto Anelli nel suo intervento -. Ma pagare gli stipendi di tutte le figure sanitarie costa, e molto. In 4 anni lo stato ha aumentato il fondo sanitario con 14 miliardi, ma ci sono lo stesso 5 miliardi di deficit. Quale azienda potrebbe sopravvivere? Il rischio default esiste e non lo si può negare”.