21 decreti di perquisizione local0e e personale, di cui 13 emessi dalla Procura per i Minorenni
SIENA. I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Siena – Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, nella giornata odierna, hanno dato esecuzione a 21 decreti di perquisizione locale e personale, di cui 13 emessi dalla Procura per i Minorenni di Firenze, nella persona del Procuratore Capo Dott. Antonio Sangermano che ha personalmente coordinato le attività investigative, nei confronti di altrettanti minori di età compresa tra i 15 ed i 17 anni per lo più tutti nati a Siena e residenti in città e nel circondario e 8 dalla Procura Ordinaria di Siena Dott. Siro De Flammineis per il coinvolgimento di altrettanti maggiorenni italiani e stranieri a titolo di concorso nei reati ascritti ai minorenni, per lo più per fatti di spaccio avvenuti dal febbraio 2020 ad agosto 2021 (in pieno lockdown) avvalendosi delle più note piattaforme di messaggistica istantanea in uso ai giovani.
L’attività investigativa, che è stata supportata dagli esiti dell’analisi forense di alcuni dispositivi mobili sottoposti a sequestro in una precedente operazione antidroga della scorsa primavera, nonché dalle risultanze della attività tecniche avviate, trae origine da una autonoma attività di servizio svolta dai finanzieri senesi, nell’ambito del monitoraggio di piattaforme digitali web per il contrasto delle attività illecite.
In tale contesto, i militari hanno analizzato milioni di conversazioni che rimandavano ad un gruppo di messaggistica creato ad hoc in un noto canale telematico e contenente espliciti riferimenti alla compravendita di sostanze stupefacenti del tipo “hashish” e “marijuana” su Siena.
Detto canale è risultato aperto a terzi compartecipi configurando in concreto una vera e propria “piazza di spaccio virtuale” come definita dall’ AG inquirente che permetteva il mercimonio illecito di tali sostanze stupefacenti tra minori nel contesto cittadino ovvero quello prossimo ad esso.
La sistematica attività di cessione a titolo oneroso, veniva perpetrata e pubblicizzata nella chat con tanto di indicazione del “listino prezzi” delle sostanze stupefacenti in vendita, suddivise per tipologia, quantitativi e corrispettivo, nonché mediante la divulgazione di video raffiguranti le droghe vendute, al fine di stimolare ed incuriosire i soggetti interessati all’acquisto propagandando nel contempo la chat quale “mercato virtuale” per l’approvvigionamento di droghe leggere in Siena e località limitrofe, spacciate anche all’interno di plessi scolastici.
Come noto sempre più spesso infatti il mercato on-line viene utilizzato come strumento di approvvigionamento di ogni genere di sostanze stupefacenti che, di fatto, ha subito un incremento esponenziale a causa della crisi pandemica in atto la quale se da un lato ha imposto limitazioni agli spostamenti delle persone, dall’altra ha dato una forte accelerazione alla contrattazione attraverso i social, le piattaforme di messaggistica istantanea e il dark web. All’esito delle indagini complessivamente svolte e durate quasi otto mesi sono emerse unitamente alle condotte di spaccio anche pratiche estorsive ascritte a 4 soggetti (un maggiorenne e tre minori) in danno di un minorenne coetaneo. Quest’ultimo è stato appurato nel corso dell’attività investigativa è stato costretto a cedere almeno in due distinte circostanze denaro contante volte a salvaguardare la sua incolumità (acquisto della protezione) da potenziali aggressioni – appositamente inventate – da parte di soggetti ignoti.
All’operazione di polizia odierna, che ha coinvolto anche altre province del territorio toscano e nazionale, hanno partecipato oltre 70 militari del Comando Provinciale di Siena, congiuntamente alle unità cinofili e due distinte aliquote di militari dei Comandi Provinciali di Firenze e Caserta.
L’attività odierna segna un’importante punto di svolta nell’indagine che, pur nel rispetto della presunzione di non colpevolezza, quale inderogabile principio e valore costituzionale da parte degli indagati, verosimilmente aprirà le porte al processo penale. Con specifico riferimento a quello minorile, esso è finalizzato in maniera preponderante al reinserimento sociale del minore che si ipotizza abbia commesso il reato favorendone una corretta mentalizzazione del disvalore del fatto illecito compiuto che si ipotizza abbia commesso.