Successo per il convegno organizzato da MCS e FdI
SIENA. Il Movimento Civico Senese e Fratelli d’Italia hanno organizzato un convegno dal titolo “Futuro Emergenza-Urgenza, proposte di un cambiamento”. Un tema molto importante nel dibattito pubblico attuale, visto lo stress a cui sono sottoposti i pronto soccorso del territorio senese. Nel corso del convegno si sono alternati al microfono ospiti di qualità, come Mario Balzanelli, presidente nazionale della società scientifico SIS 118 e da Alessandro Caminiti, presidente Nazionale FIMEUC (federazione italiana medicina emergenza/urgenza e delle catastrofi), che sono fra i maggiori esperti italiani di medicina di emergenza/ urgenza, oltre al direttore generale Usl Toscana Sud-est Antonio D’Urso e dell’assessore alla sanità del Comune di Siena Giuseppe Giordano, moderati da Filippo Rinaldi.
“Questo è un incontro nasce da una serie di necessità – afferma il dottor Rinaldi -. La prima è che la medicina di emergenza /urgenza versa in uno stato di evidente difficoltà, la seconda è che qualunque riforma si voglia fare del sistema sanitario, è obbligata a partire dal sistema di emergenza/urgenza. Un paziente cronico ha dei tempi di attesa, uno in emergenza ha poco tempo a disposizione. È importante fare una sintesi del problema. Innanzitutto la regionalizzazione della sanità è una buona cosa, l’eccesso un po’ meno. Nel caso dell’emergenza, non vedo sbagliata una omogeneizzazione a livello nazionale, perché un cittadino con infarto deve avere la stessa risposta dalla Sicilia al Trentino. Però qualsiasi riforma che vorremmo fare deve partire dalle peculiarità di tutti gli operatori di area critica. Sono operatori che hanno carichi di lavoro superiori, nel caso dei medici, non hanno libera professione. Per cui credo che ogni proposta debba partire da una riduzione delle ore di lavoro, e trasformare in orario aggiuntivo la differenza orario come se fosse libera professione”.
“Vanno delineate carriere e responsabilità e far passare chiaramente l’idea – prosegue Rinaldi -, che si tratta di un lavoro che può durare tutta la vita, e non un lavoro di passaggio in attesa di soluzioni migliori. Perché sono esattamente queste le principali motivazioni per cui attualmente la crisi della medicina di emergenza è la più grave di tutte, perché nessuno sano di mente può pensare di vivere 40 anni di lavoro sotto stress perenne e con scarse o nulle possibilità di carriera. Il medico del 118 è uno che si muove in qualunque momento dell’anno, del giorno e della notte con qualsiasi condizione climatica, neve, pioggia e quant’altro. È un medico che si può trovare di fronte sia ad una situazione banale, sia di fronte ad un evento estremo, e deve decidere in pochi minuti e con risorse minime la destinazione di un paziente. Il medico di Ps è un’altra vittima predestinata di un sistema fallito, colui che si trova fra incudine e martello. Perché gli affluisce qualunque utente a causa del fallimento del territorio, e deve lottare strenuamente con i reparti che viaggiano a posti ridotti e fanno strenua resistenza a qualunque ricovero”.
“La politica si concentra spesso sul problema degli accessi inappropriati – afferma l’assessore del comune di Siena Giuseppe Giordano -, ma invito a riflettere su una diversa prospettiva: la domanda di salute è sempre appropriata perché è legata ad un bisogno. Inappropriata può essere la risposta del sistema se non si adegua alle trasformazioni in atto, come l’invecchiamento progressivo della popolazione. Occorre una normativa nazionale sull’emergenza-urgenza con una visione di sistema che favorisca la ripartizione e valorizzazione delle funzioni tra i professionisti del servizio (medici, infermieri, volontari). In questa direzione mi pare vada il disegno di legge firmato da 24 deputati di Fratelli d’Italia, tra i quali l’onorevole Michelotti. Se è necessaria una cornice nazionale, altrettanto indispensabile è che gli interventi vengano calati appropriatamente sul territorio – afferma ancora l’assessore Giordano -. Nel caso dell’area vasta Siena-Arezzo-Grosseto ad esempio, che occupa il 51% del territorio regionale, le necessità sono ben diverse anche solo per morfologia del territorio (si pensi alle difficoltà di raggiungere molte zone della montagnola senese e dell’Amiata) da quelle della piana fiorentina. Di conseguenza la Regione Toscana non può pensare di uniformare gli interventi. Come amministrazione comunale stiamo spingendo per la realizzazione di una nuova centrale operativa del 118 di Siena e Grosseto perché l’attuale non è conforme sin dalla nascita ai requisiti strutturali indicati nella DGRT 544 del 30.06.2014. Ci tengo a sottolineare l’importanza del volontario che in Toscana ed in particolare nella provincia di Siena, è uno degli attori principali nell’ambito dell’emergenza/urgenza. Ma Regione da un lato e Parlamento dall’altro, risolvano una volta per tutte la questione della stabilizzazione dei medici convenzionati del 118 valorizzando l’anzianità di servizio. Il comune favorirà sempre la discussione ed il confronto su questi ed altri temi di interesse sanitario”.
Presenti al convegno tanti cittadini, medici, infermieri e operatori del volontariato, il sindaco Nicoletta Fabio, il vice-sindaco Michele Capitani, consiglieri ed assessori comunali, docenti universitari, il direttore 118 centrale operativa Siena-Grosseto Giuseppe Panzardi, il segretario nazionale FNOMCEO Roberto Monaco, i segretari provinciali Cisl e Uil Riccardo Pucci e Sandro Santinami e alcuni rappresentanti politici di Sena Civitas e Italia Viva.