Secondo il senatore PD: "Emerge un quadro chiaro: il sito di Siena è sacrificabile nella vertenza nazionale"
SIENA. “Emerge sempre più chiaro il quadro sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori della Beko Europe in cui il ministro delle imprese e del Made in Italy, per quanto abbiamo appreso pubblicamente, addirittura con un giorno di anticipo rispetto al tavolo nazionale sulla vertenza, avrebbe comunicato al Comune che quello di Siena sarebbe stato un sito sacrificabile. Un modo inaccettabile di portare avanti una trattativa all’interno di una vertenza con il tema dell’immobile agitato come alibi a fronte di una vera e propria strategia governativa in cui è stata scelta la vittima sacrificale nella città di Siena e nel lavoro di 299 famiglie senesi. Questo modo di condurre la vertenza come territorio non lo possiamo accettare”. Lo sottolinea il senatore PD Silvio Franceschelli a proposito della vertenza della Beko Europe. Il senatore, dopo il tavolo al Mimit, ha partecipato alla cena di solidarietà per i lavoratori senesi che si è svolta a Sovicille.
“Se poi ci sarà da trattare la tematica relativa all’immobile, così come avvenuto in passato, e all’affitto del sito industriale – aggiunge Franceschelli – il territorio e i suoi enti di riferimento, ciascuno per le proprie competenze e nel rispetto della legge, sapranno come affrontarla ma solo a fronte e in presenza di un progetto industriale certo che parta e sia in grado di garantire la tutela e la salvaguardia degli attuali posti di lavoro. Beko presenti un nuovo piano industriale che rimuova la data del 31 dicembre 2025 come termine ultimo per produrre, non parli più di dismissioni ma di una nuova prospettiva industriale e occupazionale anche per Siena. Il ministro Urso ed il Governo dimostrino con i fatti e non a parole, che in questo Paese esiste una politica industriale, non cerchi alibi e non scarichi sui comuni ed i territori la responsabilità di governare le reindustrializzazioni. Siena non è sacrificabile, i lavoratori senesi che voglio ringraziare insieme alle rappresentanze sindacali ed istituzionali, all’interno della vertenza hanno pari dignità di tutti quelli degli altri siti interessati dalle dismissioni”.