di Augusto Mattioli
SIENA. Lo studio di fattibilità sul Santa Maria della Scala della Fondazione Montepaschi, è pronto. Ora si tratta di iniziare a concretizzarlo con le proposte e le idee che vi sono contenute.
Nella notizia sono da segnalare due aspetti. Il primo: lo studio di fattibilità, del costo di un milione e mezzo di euro, sarà il punto di riferimento della politica del Comune sul museo. Il secondo: il ruolo della Fondazione non è più quello del passato, di mero dispensatore di denaro, ma, come ha sottolineato il sindaco Bruno Valentini, sarà un ente “ che fa della progettualità per lo sviluppo e per l’occupazione il suo ruolo”. Insomma almeno nelle intenzioni, peraltro più volte sottolineate, un cambiamento di pelle magari obbligato dalla diminuita capacità di distribuire denaro.‘
Lo studio in questione ha recepito l’atto di indirizzo predisposto della commissione cultura e approvato dal consiglio comunale nel luglio del 2014. Secondo il sindaco “è uno studio di alto livello fatto da professionisti”. Che è ora a disposizione del nuovo direttore del Santa Maria della Scala, Daniele Pitteri che dalle oltre 200 pagine avrà la strada da seguire per iniziare e negli anni completare il suo lavoro di valorizzazione dell’ex ospedale, in totale 40 mila metri quadrati .
“Un signor lavoro sicuramente, mi è piaciuto. Un contributo importante per una visione complessiva del Santa Maria della Scala” ha sottolineato Pitteri. Ovviamente per concretizzare lo studio ci vorrà del tempo e soprattutto finanziamenti. “Andremo avanti per varie tappe,per lotti. E’ importante andare avanti iniziando un percorso sui progetti”. Pitteri ha sostenuto che il Santa Maria della Scala non dovrà essere solo un luogo espositivo ( secondo il direttore puntare solo sulle mostre “non permetterebbe di essere autosufficienti perché sarebbe necessario avere quattro milioni e mezzo di visitatori all’anno”) ma un centro di progettazione culturale, di ricerca, e consulenza, e che non disdegni di lavorare con imprese. Un luogo di attività che si avvicini al centro Pompidou parigino tanto per dare un’idea della strada da far imboccare all’ex ospedale. Si legge nell’estratto consegnato ai giornalisti nella conferenza stampa. “Il lavoro prende le mosse dalla necessità di delineare una traiettoria di sviluppo soprattutto museale che trasformi il Santa Maria nel perno dell’offerta culturale della città di Siena e nella porta di accesso al territorio”.