SIENA. Da Forza Nuova riceviamo e pubblichiamo.
“La scorsa notte – dichiarano Alessandro Dolci e Andrea Barbieri rispettivamente segretario di Forza Nuova Siena e responsabile di Lega della Terra Toscana – a seguito dei noti controlli effettuati dai Carabinieri di Poggibonsi in aziende del Chianti, i nostri militanti hanno esposto uno striscione contro l’odioso fenomeno, nei pressi di una locale sezione del PD.
Eppure – precisa Dolci – la legge contro il caporalato è stata voluta proprio dal Ministro Martina (PD) e dunque sembra proprio strano che oggi, nelle terre amministrate dal Pd si debba assistere a questi episodi con tanto di blitz delle forza dell’ordine. Evidentemente questi “politici” a parole voglio fermare il caporalato, ma non si impegnano poi concretamente a farlo.
La provincia di Siena – proseguono Dolci e Barbieri – si risveglia con la schiavitù in casa. Di fatto, dietro al fenomeno del caporalato si nascondono spesso gli interessi della criminalità organizzata, volta alla elusione delle normative sul lavoro e allo sfruttamento a basso costo dei braccianti.
E visto che il fenomeno del caporalato – sottolinea Dolci – colpisce nel 90% dei casi proprio gli immigrati extra-comunitari, è lecito domandarsi se queste amministrazioni, specializzate nel riempirci di immigrati, non stiano allora al gioco di chi, da dietro le quinte, ha tutto l’interesse a sfruttare il fenomeno.
La CGIL, che si esprime tanto contro il caporalato, cosa faceva? E’ questa, forse, la dimostrazione che non si ha nessuna intenzione di fermare il fenomeno della schiavitù nei campi? Troppi interessi ci sono in ballo. E, guarda caso, ci sono sempre di mezzo le cooperative.
Lega della Terra – conclude l’intervento Barbieri – assieme al SICEL, che è un sindacato autonomo, chiede interventi immediati contro il caporalato come segue:
– i terreni demaniali, regionali e comunali devono essere dati in concessione, in regime fiscale agevolato, ai giovani italiani al di sotto dei 35 anni.
– creare mercati contadini settimanali in cui si possano vendere i prodotti agricoli ricavati dalle coltivazioni di cui sopra
– ove necessario, chiediamo che l’Esercito intervenga nelle campagne, così da dare una risposta forte e chiara da parte dello Stato e che sia atta a smantellare, immediatamente e con decisione, il fenomeno del caporalato-schiavitù”.