"La scuola, l’università e la ricerca sono al centro della visione di questo governo"
di Augusto Mattioli
SIENA. Il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti, parlando con i giornalisti a margine di una lezione magistrale che ha tenuto questa mattina (16 settembre) al Santa Chiara lab per la Scuola di alta formazione sui temi della sostenibilità, ha affermato che “Gli stipendi degli insegnanti italiani potrebbero avere un aumento “a tre cifre”. RE’ necessaario che il docente – ha sottolineato – torni a svolgere quel ruolo sociale che gli spetta in una società dinamica che investe nel capitale umano. E questo significa un riconoscimento informale, immateriale ma anche un riconoscimento di carattere economico. Ci ricorda l’Ocse che abbiamo gli insegnanti meno pagati di tutta Europa e quindi dobbiamo tornare ad un compenso economico che renda quella attività la più attraente possibile per le giovani generazioni. Chi oggi si laurea molto spesso non pensa di insegnare. Vorrei – si è augurato Fioramonti – che ci fossero ambiziosi ricercatori che immaginino di poter insegnare. Sulla cifra ho semplicemente detto che sulla base di questi finanziamenti potremmo permetterci di poter arrivare ad un aumento a tre cifre, in media. Dipenderà molto dai finanziamenti che potremmo ottenere, magari se riuscissimo ad avere qualcosa in più potremmo fare qualcosa di più decisivo“.
“E’ imprescindibile – continua Fioramonti – avere un miliardo in più per il sistema ricerca, una cifra che non sarebbe neanche sufficiente per tornare ai valori del 2008, prima della crisi. E abbiamo stimato che per la scuola ce ne vorrebbero almeno il doppio”. La cifra di tre miliardi “emerge dalle queste considerazioni. Abbiamo fatto una serie di proposte su come trovare questi finanziamenti percheé vogliamo avere le coperture. Ci immaginiamo che, essendo la scuola, l’università e la ricerca al centro della visione di questo governo, nella legge di bilancio ci sarà una forte inversione di tendenza”.
“Abbiamo bisogno di una generazione di studenti che sia capaci di innovare. Ritengo che le future generazioni debbano immaginare un modello di sviluppo diverso, un paese diverso. Conto molto sulla loro capacità creativa e il loro impegno per poter dare a noi che siamo al governo del paese idee innovative per risolvere i problemi – ha continuato il ministro -. Oggi inizia un percorso formativo, il migliore nella loro vita, investire nella scuola significa investire anche nei legami sociali, nella capacità di partecipare alle attività di comunità. Penso ad una scuola che non sia slegata dal territorio”.
Sul yema dei precari Fioramonti pensa che il lavoro fatto dal ministro Bussetti sia stato importante in alcuni settori come nella questione dei precari storici della scuola. Domani – ha aggiunto – vedrò i sindacati in modo da riprendere quell’argomento e arrivare ad una soluzione per un numero significativo di precari storici della scuola entro la fine di quest’anno. Mi auguro nel prossimo consiglio dei ministri utile”.
“L’idea di un passo indietro affinché siano i rappresentanti della società civile a guidare le attività e le proposte politiche mi sembra intelligente soprattutto in regioni che hanno vissuto grandi complessità e grandi problemi come l’Umbria – ha detto il ministro, rispondendo ad una domanda dei giornalisti su un eventuale patto civico anche nelle elezioni regionali in Toscana l’anno prossimo -. Quella del patto civico è una questione di cui non mi occupo personalmente, essendo occupato nei problemi della scuola. Lascio la strategia ai capi delegazione”.
La scuola in tutte le sue accezioni è stata al centro di tutte le affermazioni responsabile del Miur, sia per quanato riguarda docenti, studenti e programmi, ma non va trascurata la parte “fisica”: gli edifici che ospitano i vari istituti.
“La questione sicurezza degli edifici scolastici va affrontata. Buona parte dei finanziamenti devono andare anche in quella direzione. In questi giorni ho fatto fare dei calcoli al ministero dai quali emerge che tali finanziamenti per l’edilizia scolastica sono molti e significativi. Ma molto spesso non riusciamo a spenderli. Uno dei problemi sembra essere quello che gli enti locali non sono sempre in grado in maniera tempestiva di assegnare gli appalti, le gare, i progetti di ricostruzione. Ho chiesto subito – ha annunciato il ministro – la costituzione nel mio ministero un’unità di lavoro che possa accompagnare gli enti locali nella spesa per i fondi dell’edilizia scolastica e aiutarli in questo percorso: noi eroghiamo e poi lasciamo a loro il compito di agire.. Tra l’altro tra qualche ora sarò con il presidente della Repubblica a L’Aquila per inaugurare l’anno scolastico in una zona dove molte strutture scolastiche sono inadeguate”.