Gli Amici della bici dicono "Stop al codice della strage!"
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SIENA. Da FIAB Siena Amici della Bicicletta APS riceviamo e pubblichiamo.
“Alcuni dati: 3.159 sono le persone morte in collisioni sulle strade nel 2022, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e una leggera diminuzione rispetto al 2019,. 223.475 i feriti. E ancora: il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano e l’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per i giovani sotto i trent’anni. Una situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa: se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53 (Fonte: Commissione Europea 2022). Le principali cause di morte sono (secondo l’Istat) l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti.
Ebbene, la rimozione di queste cause non viene presa in considerazione dalla riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è in discussione in questi giorni in Parlamento, ma si agisce principalmente sull’effetto deterrente dell’inasprimento delle pene.
A nostro giudizio le misure che stanno per essere varate risulteranno inefficaci, non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione, non prevedendo un aumento dei controlli (nell’attualità molto limitati).
Nei fatti viene limitata pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali in materia mobilità quali: ZTL, Zone 30, Aree pedonali, Sosta regolamentata, Controlli elettronici e Mobilità ciclistica, indebolendo nella sostanza la convivenza tra i diversi utenti della strada.
In particolare nella proposta di revisione del Codice della Strada si parla di rispetto del limite minimo (1,50mt.) di distanza dalla bici per il mezzo che sorpassa il ciclista ma aggiungendo la clausola di incertezza “ove le condizioni della strada lo consentano”; si parla di una maggiore rigidità nell’installazione di autovelox, di una revisione di quelle norme di ciclabilità introdotte nel 2020 quali le corsie ciclabili, il doppio senso ciclabile, le case avanzate; di limitazioni alla realizzazione di ZTL e Zone 30 molto utili a ridurre l’incidentalità.
La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage.
Tutto questo ha spinto alcune associazioni come FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Legambiente, Salvaciclisti, Fondazione Marco Scarponi, AMODO, ad indire delle giornate di protesta, dal 9 al 12 marzo, rispetto a quello che il Governo intende approvare e di proposte per fare delle città e dei territori luoghi amici della bicicletta, a misura di tutti gli utenti della strada”.