SIENA. Pomeriggio di festeggiamenti oggi a Siena per i nuovi dottori e dottoresse dell’Università di Siena che hanno conseguito il titolo di laurea, triennale o magistrale, nell’ultimo anno accademico e che sono stati celebrati nella festa di laurea del Graduation Day in Piazza del Campo.
Ospiti d’onore sono stati Massimiliano Rosolino, campione olimpico e mondiale di nuoto, e Gaia Pianigiani, corrispondente del New York Times, che hanno tenuto un intervento; ha partecipato anche Chiara Galgani, vice-presidente dell’associazione USiena Alumni.
Un pomeriggio ritmato da interventi che hanno scandito il giorno della festa di laurea per quasi 800 partecipanti e per i loro familiari. La cerimonia è iniziata alle ore 17 in Piazza del Campo. Il corteo accademico ha fatto il suo ingresso in piazza uscendo dal palazzo comunale; grande l’emozione al suono delle chiarine, che hanno dato l’avvio all’evento. Quindi il rettore e i direttori dei Dipartimenti universitari hanno preso posto sul palco.
Ad aprire la cerimonia il rettore Roberto Di Pietra, che ha salutato e ringraziato i partecipanti, i loro congiunti ed amici e le numerose autorità accademiche civili, militari e religiose presenti. Ha inoltre ringraziato l’Amministrazione comunale di Siena per l’utilizzo della piazza e la collaborazione allo svolgimento dell’importante evento accademico.
Ha preso quindi la parola il sindaco Nicoletta Fabio: «Un saluto al magnifico rettore, autorità, docenti, cittadini e ovviamente, con un calore diverso e partecipato, a tutti questi ragazzi presenti oggi in Piazza del Campo, ai loro genitori e alle loro famiglie. Quello che vorrei restasse nelle loro memorie e quello su cui maggiormente dobbiamo lavorare tutti, istituzioni in primis, è il concetto dell’accoglienza. Vorrei che Siena riuscisse nel tempo a restare legata sempre a questo valore così importante, soprattutto oggi. Studiare in questa città, vuol dire viverla, essere partecipi delle azioni quotidiane di una comunità, che da sempre può rivendicare una forte composizione identitaria. Ma questo non vuol dire che non possa esserci spazio per chi in questa città non ci è nato. La voce dei nostri giovani, tutti, deve essere ascoltata sempre. Cercare di costruire con loro un futuro che possa in alcuni casi permettergli di continuare a considerare la nostra città come una seconda casa credo sia l’obiettivo più grande».
È seguito poi l’intervento appassionato del campione olimpico Massimiliano Rosolino: «Il Graduation Day è un momento speciale che rappresenta l’inizio e non la fine di un percorso. Sono contento di poter dare la mia testimonianza d’atleta e di persona che non ha mai fermato la sua corsa: lo sport mi ha insegnato a ripartire sempre, sia dopo una vittoria sia dopo una sconfitta, dando il massimo ogni volta e con nuovi stimoli. Non tutto si condensa nell’oro olimpico o nell’eliminazione in batteria. Bisogna sapere valutare entrambi i momenti, riflettere e ricominciare. Così come non è tutto nella promozione o nella bocciatura, in una stretta di mano di encomio o in un 110 e lode: nella vita bisogna sempre pensare allo step successivo che alimenta la linfa che occorre per crescere e migliorare. L’Università è la famiglia che ti forma, che ti protegge, che ti sostiene e ti avvia alla vita adulta dove poi sarai tu a dover restituire quanto ricevuto».
Di seguito l’augurio di Gaia Pianigiani: «Mi sento una di voi ed è per me un onore essere qui. Come laureata dell’Ateneo ho avuto la possibilità di costruire una carriera che ha potuto rispettare i miei desideri. Come è stato per me, auguro anche a tutti voi di realizzare i vostri sogni a partire da questa giornata».
Ha preso quindi la parola la vice presidente dell’associazione USiena Alumni Chiara Galgani; Siena, solidarietà, sacrificio e sogno sono state le parole chiave del suo intervento: «Questo giorno rappresenta la sintesi di anni di sacrificio, impegno e perseveranza. E deve essere un momento di gioia e gratitudine. Come voi, anch’io ho percorso un lungo cammino di studio e di sacrificio per conseguire la laurea in questa autorevole Istituzione. Come voi, alla conclusione di questo percorso, ho compreso l’importanza del traguardo raggiunto, ma ho anche avvertito la consapevolezza di essere di fronte a un nuovo inizio. Come voi oggi, ho provato un alternarsi di emozioni: felicità, soddisfazione, orgoglio unite ad apprensione per il futuro e a un forte desiderio di realizzazione personale e professionale. In altre parole, questa cerimonia non segna un punto di arrivo, ma rappresenta per voi un punto di partenza. L’inizio di un cammino fatto di nuovi progetti, cambiamenti, sfide, responsabilità e, vi auguro, di successo».
Ha preso quindi nuovamente la parola il rettore Di Pietra con il suo discorso: «Questo è un giorno speciale che l’Università di Siena dedica a voi per festeggiare. In realtà, in ogni giorno dell’anno dedichiamo la nostra cura e attenzione per rendere memorabile l’esperienza di studio e di vita presso il nostro Ateneo e nella città di Siena. Avete scelto Siena, la nostra Università e, sono sicuro, la portate già nel cuore. Avete vissuto nell’Università di Siena un periodo importante della vostra vita di giovani, pronti a dare il loro contributo allo sviluppo della nostra società, e, magari, a rendere migliore il nostro tempo e il nostro futuro. Avete conseguito un risultato importante al termine di un percorso nel quale avete superato difficoltà e ostacoli, ma anche momenti felici e di soddisfazione. Avete completato un cammino nel quale avete acquisito competenze, saperi e abilità insieme ad una migliore consapevolezza di voi stessi, una chiara maturazione della vostra persona. Avete scelto l’Università di Siena e mi complimento e vi ringrazio per questa scelta». Continua il Rettore: «Il completamento del vostro percorso di studi apre le porte al più sfidante cammino nel mondo del lavoro nel quale porterete le vostre competenze, le vostre capacità e le vostre energie».
Di Pietra ha quindi proposto una riflessione sulle situazioni di difficoltà che si possono vivere nel quotidiano: «Nella nostra società e quindi anche all’interno delle Università le difficoltà, gli ostacoli, i problemi, le sconfitte stanno assumendo un connotato che non è quello che dovrebbe essere una situazione normale nella vita delle persone. Si sta diffondendo un senso della sconfitta ineluttabile e irrimediabile, che genera ansie ingovernabili e insuperabili. Dal superamento di un ostacolo, dalla soluzione di un problema, dal manifestarsi di una sconfitta sembra essersi diffusa l’idea che da ciò derivi tutta la vita futura. Non è così, non è mai stato così, non può essere così! La vita è piena di ostacoli e di sconfitte. La sconfitta, le sconfitte sono esse stesse parte della nostra vita. Non ci può essere vittoria, risultato, traguardo – arrivo a dire “performance” – se non perché siamo passati da sconfitte».
«Siamo nell’anno delle Olimpiadi. Proprio quest’anno occorre ricordarsi di un significato che è ben presente nelle competizioni sportive, in generale, e nella competizione olimpica, in particolare. Per questo motivo abbiamo chiesto ad una federazione nazionale, la Federazione Italiana Nuoto (FIN), di potere ricevere il saluto di un suo ambasciatore. Proprio per questo il pluricampione olimpico Massimiliano Rosolino ci ha raccontato e testimoniato quanto lo sport – qualunque pratica sportiva – formi le persone alla gestione delle sconfitte come strumento per arrivare alle vittorie nelle competizioni e nella vita. Le Olimpiadi ogni quattro anni ci ricordano come in un percorso lungo si incontrino numerose sconfitte e, ogni tanto, qualche vittoria. Nello spirito olimpico vi è, in primo luogo, l’obiettivo di migliorare sé stessi passando per le “gare non vinte” prima di arrivare alle vittorie».
Ha poi voluto fare riferimento alla Piazza del Campo, come luogo che accoglie, ma anche teatro da secoli di vittorie e sconfitte: «Piazza del Campo è la piazza cui tornerete con la memoria per ricordare i momenti vissuti, compreso quello di oggi pomeriggio. Piazza del Campo è da secoli il teatro ideale nel quale si rinnova sempre il continuo rincorrersi delle vittorie del Palio e necessariamente delle sconfitte. Ogni vittoria segue a tante sconfitte ed ogni sconfitta viene vissuta come passaggio necessario su cui costruire la prossima vittoria fin dal giorno successivo al Palio, ad ogni Palio».
«Il nostro posto nel mondo è frutto anche delle nostre sconfitte. Le sconfitte sono parte integrante del percorso verso il successo. Il successo non è definito dalla vittoria, ma dalla capacità di affrontare le sconfitte e di imparare da esse. Il successo non è definitivo, la sconfitta non è ineluttabile e quello che conta veramente è il coraggio di continuare. Tutto questo trova sintesi in due mirabili versi di Leonard Cohen: “There is a crack in everything. That’s how the light gets in” – C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce».
«Auguro per le vostre vite tante vittorie, non vi auguro certamente sconfitte e, tuttavia, nella consapevolezza che esse ci saranno, vi auguro di saperle vivere e trasformare come la necessaria premessa per il conseguimento dei vostri traguardi. Solo così il sapore ed il valore dei risultati che conseguirete saranno pieni di luce e saranno da applausi!».
Si passa quindi alla chiamata sul palco dei neo dottori, per la consueta fotografia con il rettore e il direttore del proprio dipartimento.
Infine, il momento corale del lancio in aria del tòcco, a suggellare l’importante traguardo raggiunto. Per tutti un momento liberatorio che raccoglie la comunità accademica in un abbraccio simbolico.
L’evento è stato accompagnato dal coro dell’Università di Siena, diretto dal maestro Elisabetta Miraldi, formato da componenti della comunità universitaria, fra studenti, docenti e personale, che hanno allietato l’evento con un ricco programma dal proprio repertorio