SIENA. Da Anna Ferretti (S.I.E.N.A.) riceviamo e pubblichiamo.
“Vedere i giardini la Lizza in questi giorni ti fa chiedere cosa si intenda per giardini, cura dell’ambiente, luoghi “sensibili” della città. Maggio è il mese che vede crescere il verde, facile prevedere il suo sviluppo e porvi rimedio. Alla Lizza non solo vediamo erba alta nelle aiuole, erba che nasconde il cippo a Caduti della Polizia, che è quasi più alta dell’”ulivo della legalità”, ma erbe infestanti che si allargano oltre gli spazi che dovrebbero essere delimitati da cordoli inesistenti, panchine fatiscenti, incuria generale, e quest’anno anche il grande leccio che si è seccato. Negli spazi aperti dove un tempo c’era la ghiaia, ora c’è terra e rotate di camion. Trascuratezza poi chiama trascuratezza: cestini colmi non svuotati, carte lasciate a giro da persone incivili, il laghetto recintato non sai se per sicurezza o per non far vedere come è ridotto. Si salva solo il “Cavallo e il suo puledro” di Sandro Chia, perché ha il basamento in pietra.
Chiedo allora all’Amministrazione che tanto tiene a parole e nei depliant al decoro della città: è decoroso lasciare un giardino con un valore ambientale, storico, culturale in questa situazione di degrado?, Mi sembrerebbe logico prevedere e progettare miglioramenti per questo spazio verde dato che nel sottopassaggio della Lizza è stato deliberato di investire soldi per farne il punto di informazione per i turisti, presumendo pertanto che la zona diventi ancora di più centrale e frequentata. In questi ultimi anni sono state studiate tante modalità di pavimentazioni per parchi pubblici per evitare l’utilizzo del ghiaino, che tra l’altro è una barriera architettonica notevole per chi ha difficoltà a deambulare, perché non pensare a qualcosa del genere anche nel più importante giardino di Siena? Perché non trovare piante resistenti e bisognose di cure modeste per le poche aiuole rimaste?
La Lizza, disegnata da Matteucci e dal giardiniere Prucker nel 1778 e ridefinita dall’Architetto Marchetti nel 1872, ha diritto ad essere valorizzata, mantenuta, migliorata, adeguata ai bisogni di oggi che sono quelli di avere ancora un giardino bello, fruibile, accogliente, con tante possibilità di utilizzo, sempre nel rispetto della natura. Chiediamo progetti, facciamo un bando, esploriamo nuove idee: crescere, aprirsi, è segno di vitalità, di voglia di domani….basta accontentarsi!
Nei cassetti del Comune ci devono essere progetti pronti per cogliere tutte le opportunità che si possono presentare”.