Pannone e Rosso ritengono sia una misura necesaria per salvare molte attività in crisi
SIENA. “I ristoratori italiani chiedono sempre con più forza di poter vendere anche piatti d’asporto,- affermano Lorenzo Rosso e Alessia Pannone, presidenti dei Circoli di Fratelli d’Italia “Siena Centro” e “SienAzione” e componenti del Coordinamento Comunale di Siena -. Anche in provincia di Siena non si potrà servire ai tavoli, almeno finché i dati sui contagi non saranno un po’ più confortanti e il governo Conte non consentirà la totale riapertura, ma sarebbe indispensabile, per aiutare questa categoria economica, permettere non solo le consegne a domicilio di cibo, ma anche la vendita d’asporto presso i locali”.
“Tra i tantissimi ristoratori della nostra città e della provincia – continuano Rosso e Pannone -, oltre che il Coronavirus da fronteggiare, c’è anche un altro virus, che è quello della disperazione. Difatti, se non iniziamo subito a dare un aiuto concreto alle nostre imprese, molte di queste chiuderanno definitivamente i battenti, mettendo sul lastrico intere famiglie. Accertato che tardano ad arrivare i denari alle PMI tramite il decreto cosiddetto liquidità del governo nazionale, sbloccare a costo zero alcuni cavilli delle normative rappresenterebbe un indubbio sostegno alle realtà settoriali maggiormente colpite in questo momento”.
“Il divieto generalizzato alla ristorazione, attualmente con i Dcpm in vigore, ha solo due deroghe. La prima riguarda la somministrazione nelle aree di servizio autostradali; l’altra riguarda invece la consegna a domicilio. Quindi, poco o nulla per i ristoratori, numerosi nei nostri territori.
La proposta di Fratelli d’Italia riguarderebbe quella di consentire ai ristoratori, di poter preparare cibo e piatti pronti da far ritirare direttamente presso i ristoranti, dai clienti stessi su appuntamento, onde evitare assembramenti. In attesa della normalizzazione post Covid-19, si consentirebbe ai ristoratori di rompere i sigilli di stato della totale chiusura e consentirebbe di evitare la cassa integrazione per molteplici dipendenti, oltre a limitare i danni, già ingenti, ai fatturati”.
“In Italia – concludono Rosso e Pannone – operano tantissime aziende che si occupano di ristorazione. Sono oltre un milione e duecento mila gli addetti, dei quali oltre 300 mila sono anche proprietari dei locali, e circa 900 mila sono lavoratori dipendenti. Un segmento della nostra economia importante, che non deve essere abbandonato al proprio destino”.