SIENA. Nel pomeriggio di ieri (24 ottobre), i Carabinieri del Comando Provinciale di Siena, Nucleo Investigativo, hanno arrestato un 24enne pregiudicato, già arrestato per estorsione alla fine dello scorso mese di agosto. Trovandosi in attesa di giudizio, gli erano stati concessi gli arresti domiciliari, ma era anche evaso, tanto che in una circostanza i Carabinieri della locale Stazione non lo avevano trovato in casa. La precedente misura eseguita ad agosto, a seguito di dieci mesi d’indagini dello stesso Nucleo Investigativo, era stata emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Siena (Giudice Ilaria Cornetti) su richiesta della locale Procura della Repubblica (PM Siro De Flammineis), per il delitto continuato di estorsione, attuato in concorso dal giovane e da una ragazza albanese di 21 anni.
Il tutto aveva avuto inizio nel novembre del 2018, allorquando un uomo residente nel Chianti senese, poco più che trentenne, era andato a cercare avventure sessuali su un noto sito online che consente approcci di vario genere. Dopo aver conosciuto una’avvenente ragazza e aver intrapreso con questa una relazione inizialmente solo telefonica, aveva ottenuto infine un rapporto sessuale consenziente che si era rivelato dover essere l’origine di tutta una serie di dolorose vicende. Il presunto fidanzato della giovane, cioè il giovane arrestato ieri, con il supporto della stessa donna, spacciandosi per il fratello, aveva intrapreso una sistematica opera di intimidazione nei confronti del malcapitato, definendolo altresì pedofilo (la ragazza era falsamente dichiarata minorenne), minacciandolo di azioni legali, nonché di morte, se solo il padre della ragazza avesse potuto rintracciarlo. L’estorsore aveva sostenuto con la vittima che a seguito di quel rapporto sessuale, sua sorella doveva essere seguita da uno psicologo, successivamente che sarebbe stata ricoverata presso una struttura per malattie psichiatriche, che la famiglia si era rivolta ad un avvocato che aveva verificato come l’autore dell’inopinato abuso sessuale rischiasse dai 2 ai 7 anni di reclusione, oltre che la condanna a un ingente risarcimento dei danni.
Insulti e minacce si erano susseguiti con tutta una serie di telefonate e comunicazioni whattsapp che avevano indotto la parte lesa a versare a più riprese ai suoi estortori oltre 15mila (quindicimila) euro. Le indagini ed il successivo intervento dell’Arma di Siena hanno interrotto il programma criminoso dei due complici che erano stati arrestati.