"C’è la sensazione e preoccupazione, che si voglia passare da una urbanistica dettata dalla tutela del paesaggio e dell’ambiente a una urbanistica dettata esclusivamente dalla redditività"
SIENA. Il Documento politico programmatico contenente i criteri d’indirizzo per la revisione dell’avvio del procedimento del Piano Operativo e Piano Strutturale già formalmente deliberati nel 2017 dalla precedente amministrazione e recentemente approvato dal Consiglio Comunale, rappresenta forse il primo atto dal quale si possa capire in quale direzione voglia essere indirizzata la città nelle intenzioni della nuova Giunta.
Gli Ecologisti Democratici hanno letto il documento ponendo attenzione a quanto pesasse il rispetto di quei valori ambientali e paesaggistici, ai quali si attengono, e che “devono” comunque essere posti al centro dello sviluppo di Siena e del suo territorio, anzi che possono essere il motore stesso della crescita economica della città.
In un documento politico è chiaro non ci si debba sorprendere di alcune contraddizioni o genericità e del resto sono vari i rimandi al nuovo strumento di pianificazione ancora da venire.
Tuttavia c’è la chiara sensazione e di conseguenza preoccupazione, che si voglia passare da una urbanistica dettata dalla tutela del paesaggio e dell’ambiente a una urbanistica dettata esclusivamente dalla redditività da offrire ad investitori provenienti da ovunque, secondo il detto che “pecunia non olet”.
La sensazione diventa certezza quando si legge che il freno al consumo del suolo non è tra le priorità anzi:” il tema del contenimento del consumo di nuovo suolo, certamente complesso anche se semplice come slogan può andar bene per un territorio martoriato come la Piana fiorentina” Sembrerebbe dedursi che a Siena il territorio non è poi così tanto martoriato quindi …un po’ martoriamolo pure.
Si pensa solo alla sostenibilità economica delle future operazioni senza pensare alla sostenibilità ambientale dei processi di sviluppo. E lo si dice chiaramente nel capitolo titolato “Indicazioni Operative” , dove si afferma: ”il vero tema di riferimento non può solo essere quello del consumo di nuovo suolo (pur privilegiando le operazioni di recupero), ma della verifica del raggiungimento della sostenibilità economica”, dimenticando quindi non solo i valori ambientali e paesaggistici, ma anche quelli sociali e culturali e di tutela delle tradizioni.
A proposito proprio dei volumi da recuperare, se ne parla con molta “timidezza”: ”Pur in presenza di organismi edilizi che potrebbero essere oggetto di interventi di recupero e cambio di destinazione ( ex Tommaso Pendola, ex INPS Caserma Santa Chiara, Residenza universitaria di via del Porrione, Santa Teresa, ex caserma dei VVFF) non sempre vi è una normativa che ne faciliti l’attuazione”. Parole che sembrano anticipare una rinuncia ad affrontare il tema, e così quando si dice che:
”la città ha bisogno di nuovi stimoli di idee ponderate che guardino lontano e di obiettivi ambiziosi” non si riesce a comprendere di quali stimoli si tratti, se non nel rimandare il tutto al nuovo piano operativo.
Attorno al tema del recupero edilizio dovrebbe concentrarsi la discussione anche sul centro storico e sul come renderlo più vivo e vivibile e con una propria anima, ma di questo si parla solo a proposito del recupero degli spazi commerciali, il che non può prescindere dal ripopolamento del centro storico stesso. Ma allora qualcosa di più andrebbe detto sul grave problema del come si intendono calmierare gli affitti sia commerciali che residenziali.
Manca poi a nostro parere l’attenzione al tema del risparmio energetico e della produzione e autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, nessuna parola sull’efficienza energetica nel settore pubblico e in quello privato sia nei recuperi edilizi sia nel nuovo, mentre è proprio su questi temi si deve giocare il rilancio dell’edilizia, non certo sulla priorità delle nuove costruzioni.
La sensazione è che si pensi, in maniera riduttiva, solo ai confini comunali senza accennare ai territori contermini: manca una visione di area vasta e dei temi che debbano competere a tale scala. Sul tema aree circostanti se parla solo quando si accenna a Siena come “centro in cui attività di punta dell’agroalimentare trovino adeguato potenziamento attraverso attività di supporto finalizzate alla crescita del settore”. Bene, ma noi pensiamo che esiste qualcosa oltre l’agroalimentare: ci sono produzioni tipiche artigianali e storiche della città attorno alle quali si potrebbero creare i presupposti per facilitare l’imprenditoria giovanile. Ma di questo aspetto non c’è alcun cenno.
Manca poi una visione culturale – che non dovrebbe mancare in un documento politico per il Piano operativo – che ponga, da una parte il Santa Maria della Scala quale fulcro e cuore della cultura e del sistema museale senese e dall’altra affronti e crei le basi per una reale sinergia tra arte contemporanea e tradizione senese, tra storia e futuro. Se Siena accetterà la sfida dell’arte contemporanea potremo stimolare i giovani a creare cantieri e lavoro sull’innovazione culturale: tra urbanistica ed architettura.
Qualche accenno al tema della mobilità, certamente interessante ma non nuova l’intenzione di modificare le tariffe dei parcheggi aumentando quelle più vicine al centro e portando alla gratuità quelle più lontane nei parcheggi scambiatori, ma pensare ad una “galleria da Pescaia alla rotatoria di via Achille Sclavo in prossimità del ponte Bianchi Bandinelli” ci sembra fuori dalla realtà.
E’ interessante il tema di una Metropolitana leggera tra Badesse e Isola d’Arbia, ma pensando a quanti studi sono stati fatti in proposito, riteniamo più fattibile il discorso di un Memorario sulle tratte verso Siena da Asciano e da Buonconvento sul tipo di quanto fatto con ottimi risultati sulla Siena Firenze.
E infine l’idea dei giardini pensili ci fa un po’ sorridere. Fa piacere invece che si voglia proseguire con le strade già segnate dalle precedenti amministrazioni a proposito dell’area della Fortezza che “una volta liberata l’area dei parcheggi potrà diventare il polmone verde della città” e a proposito delle Mura a proposito delle quali “ci sono vari progetti in cantiere che attendono l’esito di bandi nazionali ed europei”. Auguriamoci che la Giunta si impegni a dar loro una forte accelerazione.