Il Commissario se ne va e non paga 180mila euro a 130 agricoltori
SIENA. Danni da ungulati non riscossi dagli agricoltori della zona della Valdelsa per 180mila euro, che dovevano essere distribuiti fra 130 aziende. E’ questa la beffa – denuncia la Cia Siena – con cui hanno dovuto fare i conti le aziende agricole che ricadono nell’ATC 17, dopo aver subito ingenti danni causati dagli ungulati riferiti all’anno 2014. Il termine ultimo per i pagamenti da parte delle ATC era il 30 giugno, ma gli agricoltori non hanno visto nemmeno un euro.
«Una situazione grottesca – spiega Luca Marcucci, presidente Cia Siena – i soldi sono già stanziati, sono disponibili e sono soldi pubblici, ma il commissario dell’ATC 17 – che ha lasciato il suo incarico per scadenza proprio il 30 giugno, data ultima per i pagamenti – ha deciso di non pagare quanto dovuto alle aziende danneggiate perché a suo avviso i danni da ungulati rientrano nelle attività “straordinarie” e non “ordinarie”; per cui il pagamento, a suo avviso, avrebbe dovuto spettare alla nuova ATC unica per la provincia di Siena, che non sappiamo quando ci sarà. Intanto però gli agricoltori del resto della provincia, le cui aziende ricadono nelle ATC 18 e 19, per gli stessi danni subiti, hanno già ricevuto le somme previste. Un paradosso che dimostra, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la copertura economica per danni da ungulati rientra nell’ordinario dell’ATC, così come previsto, e con risorse a disposizione».
Sale così la protesta da parte degli agricoltori valdelsani che, oltre a dover far fronte agli assalti quotidiani da parte di ungulati a coltivazioni e allevamenti, non possono beneficiare di ciò che gli spetta. «A questo punto c’è bisogno di un intervento urgente dell’Amministrazione Provinciale – aggiunge il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – che deve farsi carico della situazione e pagare direttamente le aziende, che non possono certo aspettare che siano fatte le nomine dell’ATC unica di cui non sappiamo ancora i tempi. Gli agricoltori hanno già subito un gran danno alle coltivazioni – conclude Bartolini -, evitiamoli almeno la beffa dei mancati rimborsi».