Per il deputato senese: “L’Art Bonus è un’opportunità da cogliere per valorizzare i nostri beni culturali”
SIENA. Incentivare l’utilizzo di risorse private per il recupero del patrimonio artistico e architettonico anche attraverso l’art bonus, valutare le proposte di privati per il restauro e la gestione degli edifici storici, far crescere nuovi modelli di industria culturale puntando sulla valorizzazione delle idee e su una maggiore dinamicità della parte pubblica. Secondo Luigi Dallai, deputato del Pd e membro della commissione Cultura della Camera sono questi i tre punti dai quali ripartire, per un riuso degli edifici storici, anche nella realtà senese.
“Siena, come tutto il nostro Paese ha un patrimonio architettonico storico inutilizzato enorme. Recuperarlo è la scelta più logica e conveniente per investire sul futuro. Si tratta di una sfida – continua Dallai – inquadrabile anche a livello nazionale. Il Governo ha scelto di indire un bando per affidare a una gestione privata parte del patrimonio artistico. Questo bando, preparato in collaborazione con i Poli museali regionali, è stato limitato a pochi beni. Ancora più limitata è stata la risposta di associazioni e fondazioni che, nel caso senese, non hanno manifestato interesse per la gestione di due siti, l’Eremo di San Leonardo al Lago e Villa Brandi. In città assistiamo a nuove iniziative per il Santa Maria della Scala, ma altri luoghi, come le Papesse per esempio, sono ben lontani da un’idea di destinazione, prima ancora che di risorse per la manutenzione e la gestione. Eppure sappiamo che la storia recente della cultura in questa città è passata anche da lì”.
“Cosa fare? – si chiede Dallai – Aumentare l’impegno di risorse pubbliche e il coinvolgimento dei privati, facilitando la possibilità di investire. L’ ‘Art Bonus’, da questo punto di vista, ha spinto cittadini e imprese a versare oltre 130 milioni di euro nei beni culturali individuati dagli enti locali. Si può fare di più, magari coinvolgendo meglio le piccole e medie imprese e allargando la platea dei progetti da finanziare. Dobbiamo poi lavorare sulle risorse umane, sia nel Ministero, dove sono in corso nuove assunzioni di funzionari, che negli enti locali. In questa cornice deve inserirsi il recupero dei nostri edifici storici, anche come alternativa alla ricerca ossessiva di mostre blockbuster, che hanno sì un impatto immediato sul turismo, ma non consolidano sistemi economici capaci di sopravvivere nel tempo grazie al coinvolgimento della popolazione residente, oltre che dei visitatori. Per questo è necessario lavorare sulla leva degli interventi pubblici con il sostegno di risorse private. In questo senso anche le fondazioni bancarie, incluso la nostra, dovrebbero fare maggiore sforzo per mettere in campo operazioni capaci di attivare le energie locali già presenti in imprese che abbiano una prospettiva di crescita e di consolidamento sul territorio”.