SIENA. “Vittorio Meoni è stata una figura chiave della Resistenza e della vita democratica della nostra provincia. La sua scomparsa lascia un grande vuoto, ma la sua esperienza umana e politica continua a vivere in tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e di ascoltarlo”. Con queste parole Luigi Dallai, parlamentare senese del Partito democratico esprime il cordoglio per la morte di Vittorio Meoni, scomparso nella giornata di ieri.
“Vittorio Meoni – aggiunge Dallai – ricordava sempre che ‘Chi sentiva il bisogno di libertà e questa libertà non ce l’aveva, era come se gli mancasse l’aria per respirare’. Parole cariche di significato e che hanno sempre animato il suo impegno per raccontare la propria esperienza nella Resistenza e difendere i valori fondanti della nostra Costituzione, senza mai sottrarsi al confronto e all’impegno politico e sociale per far capire alle future generazioni l’importanza di valori come la libertà, l’uguaglianza e la democrazia. Dopo la lotta di Liberazione, infatti, il suo impegno è proseguito, nel dopoguerra, come dirigente del PCI e segretario della Camera del lavoro di Siena, prima di assumere, tra gli anni’70 e gli anni ’80, cariche amministrative importanti”.
“Vittorio Meoni – dice ancora Dallai – era convinto che ogni occasione fosse una nuova opportunità per portare la testimonianza dei partigiani e contribuire a costruire uno spirito critico e una rinnovata passione per l’impegno politico. Lo scorso marzo, non potendo partecipare alla presentazione del libro ‘Alla macchia, sempre’, dove era stato invitato dalle scuole secondarie di Colle di Val d’Elsa, aveva scritto una lettera toccante agli studenti. Ne cito un brano per mostrare quanto Vittorio Meoni avesse chiaro il rischio che i nuovi e i vecchi populismi stanno ponendo ai sistemi democratici, fra le sue ultime testimonianze: ‘Oggi è diventato uno sport nazionale vituperare la politica e i politici. Non siate acquiescenti a questo andazzo. Impariamo dai padri fondatori della democrazia che la politica è l’attività più nobile dell’uomo: se la viviamo come impegno per la realizzazione di ideali in cui crediamo fermamente, la vita sarà ricca e piena come lo è stata la mia’”.
“Vittorio Meoni ci ha lasciato. La sua storia di vita è stata una perenne e autorevole testimonianza di combattente contro la sopraffazione, per la giustizia sociale, la libertà politica ed intellettuale. E’ stato partigiano, sopravvissuto alla strage di Montemaggio, dirigente comunista, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea e Presidente dell’Anpi provinciale di Siena. Uomo di sinistra di esemplare coerenza: tutti gli hanno riconosciuto le sue grandi doti umane e la sua cultura, profuse in un rapporto intenso con le generazioni e con il mondo giovanile, in particolare per aver saputo tramandare il valore della libera autonomia nelle scelte ed il significato nobile della politica vissuta come realizzazione degli ideali. Lo ricordiamo con grande affetto ed immensa gratitudine”.
“Tutto il territorio senese, e non solo, deve molto alle sue capacità di amministratore pubblico ed al suo intuito politico: l’amore per le istituzioni e la volontà di lavorare per il bene pubblico e per la collettività ne hanno fatto un punto di riferimento per chi, a sinistra, si avvicinava alla politica. Dopo essere diventato simbolo della resistenza senese e principale testimone dei crimini fascisti ha voluto continuare ad agire, a lavorare per la politica, la giustizia e la crescita sociale ed umana delle nostre terre. Uomo amato e anche invidiato, uomo dalle grandi passioni e dallo straordinario senso di responsabilità, ha sempre voluto ricordare la sua provenienza politica: quella della resistenza ed il sacrificio dei suoi compagni che sono morti nella guerra di liberazione. Per anni con la sua figura autorevole ma affabile è stato un ultimo baluardo contro le nuove politiche razziste e dichiaratamente fasciste, anche per questo oggi ci mancherà. Condoglianze alla famiglia, ai suoi compagni, agli amici, all’Anpi. Sarà più difficile senza di lui, ma grazie al suo lavoro abbiamo un esempi o positivo da seguire”.
Ultimo saluto a Vittorio Meoni, unico partigiano sopravvissuto all’Eccidio di Montemaggio, dai consiglieri regionali Simone Bezzini e Stefano Scaramelli. “Simbolo di libertà e di rinascita democratica dell’Italia – dicono Bezzini e Scaramelli – Vittorio Meoni è stato un uomo che fino all’ultimo ha coltivato con tenacia e intelligenza la memoria della Resistenza e i valori della Costituzione aprendo la nostra comunità al confronto proficuo con tante ragazze e tanti ragazzi del territorio. Tenere vivo il suo ricordo sarà un dovere per le terre di Siena in nome di quella libertà per la quale ha combattuto e vissuto. Vittorio è stato anche uno dei principali interpreti della storia del PCI e della Sinistra in provincia di Siena ricoprendo incarichi istituzionali di rilievo. Importante anche il ruolo da protagonista che ha interpretato nel territorio come attuatore della riforma sanitaria nella fine degli anni ’70. Una persona capace che ha lasciato il segno per la lungimiranza che lo contraddistingueva a cui sommava una buona dose di spirito critico e di autonomia”.
Silvana Micheli, segretario provinciale del Partito Democratico senese e i segretari delle unioni comunali e dei circoli PD della provincia di Siena.
La passione ed il rigore politico sono i valori che maggiormente ricorderemo di Vittorio Meoni, scomparso ieri. Senso di responsabilità e sentimento di giustizia sono stati i motori del suo agire politico sin da quando, giovanissimo, aderisce alla Resistenza nella nostra provincia e conosce gli orrori dei carceri fascisti. Unico sopravvissuto all’eccidio fratricida di Montemaggio sarà il principale accusatore, testimone e voce dei suoi compagni scomparsi al processo del dopoguerra che mostrerà l’orrore del fascismo senese.
Ma la sua lotta continua, con la sua storia autorevole e la sua intelligenza, diviene punto di riferimento all’interno delle istituzioni democratiche e nel partito. Molti di noi devono a lui una formazione antifascista e tanti insegnamenti politici ed amministrativi, è stato il suo percorso dentro la storia repubblicana ha permettere oggi di vivere in un territorio non soltanto libero, ma anche giusto e solidale.
La figura di Vittorio Meoni ha continuato ad essere un baluardo forte contro revisionismi ed ideologie fasciste, le sue idee inclusive e sociali sono state il programma stesso della sinistra senese. Tutti noi gli dobbiamo molto, per essere stato uomo di governo e partigiano, per essere stato un maestro generoso senza mai perdere autorevolezza. Di Vittorio ricorderemo le parole vibranti che ha espresso fino agli ultimi giorni, anima curiosa e sguardo fiero, coscienza critica della sinistra senese che oggi, unita, lo piange.
A nome dei segretari del Partito Democratico porto commossa le condoglianze alla famiglia ed ai compagni dell’Anpi. Grazie Vittorio per la tua vita dedicata alla comunità ed alla crescita sociale.
Il messaggio del presidente Rossi e della vicepresidente Barni
il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e la vicepresidente Monica Barni vogliono ricordare Vittorio Meoni, sopravvissuto all’eccidio di Montemaggio e alle torture a Villa Triste, ma nel dopoguerra e fino a oggi anche uomo che si è saputo distinguere per le sue qualità di storico ed educatore.
“Con lui se ne va una delle ultime voci di quella Toscana che ha saputo combattere il nazifascismo ma anche proporre un’idea di Italia diversa, capace di riunire le grandi culture politiche nel riconoscimento dei valori comuni della democrazia – sottolinea il presidente Rossi – La tristezza di questa scomparsa non può che stimolarci a rafforzare il nostro impegno per salvaguardare e trasmettere la memoria di ciò che è stato”.
“Uno spirito libero, che non si è mai risparmiato nell’impegno nell’Istituto Storico della Resistenza o negli incontri nelle scuole con gli studenti – sottolinea la vicepresidente Barni, che nel governo regionale si occupa anche delle iniziative legate alla memoria – Sia come studioso che come educatore ha insegnato a tanti a ragionare con la propria testa e a coltivare i valori della libertà e dell’intelligenza. Ci mancherà, ma nel nostro impegno sul terreno della memoria e dell’educazione sapremo portare avanti la sua lezione”.