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SIENA. La tempistica di approvazione del Regolamento Urbanistico (R.U.) ha costituito l’oggetto dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi. Richiamando la scadenza del R.U. nello scorso mese di aprile, Piccini ha sottolineato come l’assenza di tale strumento urbanistico possa creare una situazione di stallo per l’intero comparto edilizio, aggravando la grave crisi che colpisce il settore. Il consigliere, dopo aver sostenuto anche come la Regione Toscana sia orientata per non concedere più alcuna proroga ai R.U. in scadenza, ha chiesto al sindaco a cosa siano dovuti i ritardi procedurali per la predisposizione del nuovo strumento urbanistico e quali azioni intenda seguire per accelerare i tempi.
Come già risposto ad analoga interrogazione durante l’ultima seduta consiliare, il sindaco ha affermato come le previsioni del R.U. siano state a disposizione dei diretti interessati da cinque anni e che la nuova impostazione regionale fissa dei limiti temporali alla validità dei R.U. comunali, creando così un quadro normativo che presuppone un continuo aggiornamento nella pianificazione del governo del territorio. Infatti, se le previsioni non vengono utilizzate devono decadere.
Queste facoltà con il Piano Operativo (questo il nuovo nome del R.U.) vengono prorogate di tre anni su eventuale opzione del Comune interessato. In sintesi, se i soggetti interessati durante i cinque anni non attivano le procedure – ovvero, non chiedono i permessi – queste non potranno più essere utilizzate; un terreno che prima era edificabile per sempre adesso lo è per un periodo limitato. Nessuna inerzia, dunque, da parte del Comune; semmai da parte dei proprietari a causa anche della particolare congiuntura del mercato immobiliare. Alcune delle previsioni contenute in quel R.U., a parere del primo cittadino, erano di esagerato impatto sulla città e quindi la loro decadenza è stato un bene; mentre quelle rimaste, di minore incisività, non stravolgono la città, neppure il suo centro storico o le periferie, compreso il territorio rurale sul quale il Piano paesaggistico regionale concentra molta attenzione.
Adesso, quindi, la prospettiva è quella di rendere attivabili gli interventi diretti: tutti quelli che rientrano in una logica di sviluppo sostenibile della città; mentre per quelli complessi, i quali richiedono una valutazione che coinvolge altri Enti (Regione, Soprintendenza, Genio Civile, Provincia) potrebbe essere scelto, dove opportuno e con il consenso del Consiglio comunale, il ricorso alla variante.
Come ha detto il sindaco, in primis si procederà alla rilettura del R.U., lasciando valide moltissime previsioni a intervento diretto, utilizzabili da imprese e cittadini; a seguire l’avvio del procedimento di revisione degli strumenti urbanistici e, infine, le varianti, se coerenti con l’impianto generale. Un quadro rassicurante in termini di opportunità e trasparenza che mette a disposizione di imprese e cittadini una serie di norme e opportunità ampie.
Alessandro Piccini, nel dichiarare di non aver problemi a condividere la giustezza della decadenza di alcune previsioni, ha ribadito, però, quanto sarebbe stato necessario lavorare prima alla revisione del R.U., così da non dovere ricorrere a varianti; e come gli attuali “rattoppi” siano frutto proprio di questo ritardo, con tutti i problemi conseguenti per gli operatori del settore e i cittadini coinvolti.