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SIENA. Notizie dal Consiglio comunale del 31 marzo.
MAGGI: “IL TAMBURINO SI TROVA ALL’INTERNO DI UN’AREA PRIVATA CHE NON PUÒ ESSERE REGOLATA. ALLO STUDIO LA REGOLAMENTAZIONE DELL’AREA”
La strada di accesso al centro ambulatoriale di riabilitazione funzionale “Il Tamburino”, collocato all’interno dell’area dell’ex ospedale psichiatrico “San Niccolò”, è stata all’attenzione del Consiglio, nella seduta odierna, con l’interrogazione presentata da Pietro Staderini (Sena Civitas). Il consigliere ha richiamato la strettezza della strada in oggetto, “peraltro utilizzata per la sosta, spesso su entrambi i lati della carreggiata, non esclusivamente dagli utenti del Tamburino, ma anche da coloro che si recano al complesso universitario e sanitario dell’ex ospedale” segnalando come “la stessa si riduca fortemente, creando difficoltà ai mezzi sanitari e privati nelle manovre per l’uscita”. Staderini ha quindi chiesto all’Amministrazione “quali iniziative saranno poste in atto per risolvere la problematica segnalata e rendere la zona antistante al centro più agevole per i suoi utenti”.
L’assessore al Traffico, Stefano Maggi, ha ricordato che l’area in oggetto, risultando privata (ASL), non permette alcun intervento di regolamentazione e controllo della sosta interna da parte dell’Amministrazione comunale, perché non assoggettabile al Codice della strada. “Solo una diversa gestione di tutta la superficie a raso può produrre una corretta razionalizzazione della sosta e della viabilità interne, che subiscono l’affluenza dei numerosi studenti dei quattro dipartimenti universitari. Consapevoli del problema stiamo lavorando per trovare una soluzione. Proprio oggi avrò un incontro con l’ASL per la redazione di un bando teso alla regolamentazione dell’area, così da evitare la sosta selvaggia all’ingresso del Tamburino”.
“Mi considero parzialmente soddisfatto”, ha replicato Staderini, “perché fino a quando il bando non avrà prodotto i suoi effetti, comprendendo l’utilizzo dell’area anche da parte dei residenti, non è possibile nessuna azione per risolvere il problema adesso contingente”.
IL REGOLAMENTO DELL’OBITORIO DELLE SCOTTE NEL DIBATTITO CONSILIARE
La notizia pubblicata su un quotidiano locale, nei giorni 28 e 29 gennaio scorsi, secondo la quale all’obitorio del policlinico delle Scotte non sarebbe stato consentito l’ingresso del labaro di una compagnia locale di cui faceva parte una defunta, ha costituito lo spunto per l’interrogazione che Marco Falorni (Impegno per Siena) ha presentato durante la seduta consiliare odierna. “L’articolo riporta che il regolamento dell’obitorio vieta l’uso di simboli religiosi perché potrebbero offendere altre fedi – ha detto Falorni – ma, applicando letteralmente tale dispositivo, non potrebbero più entrarvi nemmeno le bandiere e i fazzoletti delle Contrade che, spesso, riportano l’immagine dei santi patroni”. Sottolineando come “lo stesso policlinico riconosca il valore della componente spirituale e sacrale, anche nell’assistenza ai malati, visto che si chiama Santa Maria alle Scotte”, Falorni ha chiesto all’Amministrazione cosa intenda fare “per dare voce ai sentimenti di una larghissima parte dei cittadini senesi, anche quelli di religione non cattolica o atei, indignati di fronte a norme e comportamenti tanto disumani e assurdi”. Riportando quanto contenuto nel Regolamento Falorni ha evidenziato che questo non annovera nessun divieto relativo a immagini sacre e labari, e come questi non siano certo assimilabili a candelabri, tappeti, ecc.
L’assessore alla Sanità, Anna Ferretti, ha letto una nota del direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria senese (AOUS), Pierluigi Tosi, che sostiene “come sia del tutto inesatta l’asserzione secondo la quale sarebbe vietata l’introduzione di simboli religiosi all’interno dell’obitorio: le religioni non c’entrano niente, il divieto fa riferimento esclusivamente alla sicurezza dei locali. Non è l’immagine sacra che viene contestata, ma il fatto che vicino alle bare non possono essere esposti oggetti di provenienza esterna per salvaguardare l’incolumità delle persone”. L’articolo 4 del regolamento dei rapporti tra l’AOUS e le imprese di onoranze funebri recita che gli addetti di queste devono evitare tappeti, candelabri, recipienti di acqua e altri accessori nelle sale esposizioni salme: “Il direttore generale Tosi, pur consapevole che tale divieto può amareggiare i familiari dei defunti – ha aggiunto Ferretti – sostiene che l’azienda non può rispondere dei danni che gli oggetti possono arrecare ai frequentatori dell’obitorio, e che gli spazi devono essere lasciati liberi da ingombri. Una tutela a beneficio degli utenti, prevista nel regolamento fin dall’aprile 2011”. “Nessuna preclusione, dunque, a immagini sacre – ha ribadito l’assessore – si tratta solo un fattore di sicurezza. Sicuramente come mi ha detto anche il prof. Gabrielli, responsabile di medicina legale, il divieto al labaro è da ricondurre a un eccesso di zelo da parte di un dipendente. Forse il Regolamento andrà rivisto”.
Marco Falorni nel dichiararsi insoddisfatto “non tanto per la risposta ottenuta, bensì per la scarsa incisività, da parte dell’Amministrazione, sul fatto accaduto”, ha ribadito la necessità di un’azione più decisa da parte del Comune per risolvere i problemi posti dai cittadini. Labaro, fiori, fazzoletti e bandiere di Contrada devono entrare nell’obitorio, perché rappresentano i valori a cui si è ispirata una persona durante la vita. Il rispetto verso l’altro deve essere reciproco e non a senso unico. Auspico un maggiore impegno”.
LA NECESSITA’ DI UN SERVIZIO DI NAVETTA PER GLI UTENTI DEL “TAMBURINO”
Durante la seduta consiliare di questo pomeriggio il consigliere Pietro Staderini (Gruppo Sena Civitas) ha chiesto all’amministrazione il ripristino del servizio di navetta per il centro ambulatoriale di riabilitazione funzionale “Il Tamburino”. Come ha evidenziato “Il servizio, prima esistente ma attualmente sospeso per mancanza di risorse economiche, rappresenta una necessità per molte persone sole o anziane, che hanno bisogno di trattamenti sanitari giornalieri per recuperare funzioni lese a seguito di malattie o gravi traumi”. Per questo la richiesta di sapere se il servizio sarà riattivato prevedendo, magari, alcuni punti nei quali far convergere gli utenti per il trasporto al Centro di riabilitazione o un servizio di trasporto pubblico per “legare” la città alla struttura.
L’assessore al sociale e sanità Anna Ferretti nel ringraziare il consigliere per l’opportunità di una riflessione sul tema ha ricordato, infatti, che “il servizio ha funzionato gratuitamente fino al 2011 con risorse provenienti dalla Fondazione MPS, ma ridimensionato nel 2012 con una delibera dell’allora amministrazione comunale nella quale si prevedeva, dove possibile, un contributo da parte degli utenti di 5 euro per l’andata e il ritorno, e chiuso durante il commissariamento del Comune. Il servizio che si avvaleva anche di un accompagnatore aveva un costo annuo di 43.980 euro”.
“Ad oggi – ha proseguito – non abbiamo ritenuto di riattivare la navetta per una serie di motivi. Il primo è quello relativo all’aspetto economico, data anche una spesa sociale capitaria molto alta rispetto alla media dei comuni della provincia visto che supera i 60 euro a persona (la seconda è la Val d’Elsa con 47 euro). Da ricordare, inoltre, che il trasporto sociale pur non rientrando tra i livelli minimi di assistenza rilevati dalla Società della salute, ci vede impegnati nel trasporto disabili ai vari centri e con prezzi agevolati per gli anziani che usufruiscono delle nostre strutture diurne. Inoltre il trasporto al Tamburino presentava anche alcune difficoltà organizzative dato che alcuni utenti si trattenevano tutta la mattina al Centro di riabilitazione, per una sola ora di fisioterapia; altri avevano difficoltà ad usufruire del pulmino a causa della momentanea disabilità. Nel complesso, quindi, il servizio non registrava una grande soddisfazione”. L’assessore nell’evidenziare la difficoltà attuativa della proposta avanzata dal consigliere per l’impossibilità di programmare un trasporto standardizzato non in grado di rispondere alle diverse esigenze degli utenti, ha informato che l’amministrazione sta studiando la possibilità di realizzare un trasporto sociale per anziani e disabili con le associazioni di volontariato “auspicando l’uscita di un apposito bando regionale, già formalmente richiesto, così da implementare il servizio”, ha informato che “per particolari situazioni di grave disagio il trasporto è garantito da un fondo economico speciale”.
Soddisfatto per la risposta ma non per la sostanza Pietro Staderini, dando fiducia alla possibilità di copertura del servizio da parte del bando regionale, ha rimarcato il fatto che “molte persone si trovano costrette a rinunciano alle prestazioni professionali offerte dal Tamburino proprio per la difficoltà a raggiungerlo”
L’ASSESSORE MAGGI RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE DELLA CONSIGLIERA PERSI SUL CANTIERE E LA VIABILITÀ DI VIA FIORENTINA
Il cantiere per il ripristino di un muro privato perimetrale in via Fiorentina e i suoi effetti sulla viabilità sono stati oggetto di approfondimento, nella seduta odierna di Consiglio, con l’interrogazione presentata da Carolina Persi (PD) e sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Rita Petti e Massimiliano Bruttini.
Persi ha ricordato come dal settembre 2014 la via sia interessata, per circa cento metri in direzione nord a partire dal civico 62, da un restringimento di carreggiata finalizzato alla messa in sicurezza di un tratto di mura perimetrali pericolanti e di un arco di accesso alle proprietà private: “Sono numerosi gli incidenti registrati nella zona, anche a causa della velocità delle auto che vi transitano; così come sono notevoli i disagi creati per gli utenti del trasporto pubblico locale che, per raggiungere la fermata, devono spostarsi quasi al centro della carreggiata. A tutto ciò si sommano le difficoltà per i residenti che sono costretti a percorrere un tratto di strada particolarmente rischioso per conferire i rifiuti nei cassonetti”. La consigliera, dopo aver aggiunto che “a tutti i residenti al civico 64 è stato interdetto l’accesso sulla via attraverso l’arco; in alternativa, è stato disposto l’ingresso disagevole da Villa Patrizia, nella curva dello Stellino”, ha sostenuto che “la situazione segnalata non può perdurare, visto che il tratto costituisce uno degli accessi principali alla città, e preoccupa anche per il fatto che la proprietà privata in oggetto è sottoposta a procedura fallimentare da parte del Tribunale di Siena”. Persi ha quindi chiesto all’Amministrazione comunale “quali misure siano state prese per il ripristino della regolare viabilità e con quale tempistica; nel frattempo, quali soluzioni temporanee possano essere messe in atto e quali sono le prospettive per l’intervento definitivo di rifacimento del muro di contenimento”.
L’assessore alla Polizia Municipale, Stefano Maggi, ha ripercorso le tappe principali della vicenda sin dall’intervento di una squadra dei Vigili del Fuoco per la messa in sicurezza del manufatto in oggetto, nel giugno 2014. Nel giugno 2015 il giudice ha autorizzato il rappresentante pro tempore della proprietà, l’istituto Vendite Giudiziarie di Monteriggioni, a eseguire i lavori per la messa in sicurezza del muro. Il successivo 7 luglio è stata formalizzata la richiesta di occupazione di suolo pubblico, seguita da due richieste di proroga: la prima fino al 23 marzo scorso e la seconda fino al prossimo 22 giugno. “Per quanto riguarda il transito veicolare, pur consapevoli dei disagi per i cittadini – ha puntualizzato l’assessore – allo stato attuale è comunque garantita la regolare viabilità nel rispetto del decreto ministeriale 10 luglio 2002 con il quale viene approvato il disciplinare tecnico da adottare per il regolamento stradale temporaneo. La relativa segnaletica a servizio del cantiere è di diretta competenza dell’intestatario della concessione, sulla quale la Polizia Municipale ha esercitato ed eserciterà costantemente il proprio controllo”. Maggi ha concluso affermando che “a oggi non sono pervenute notizie certe sui tempi di esecuzione e fine lavori e la situazione di fallimento della proprietà non aiuta assolutamente, anche da questo punto di vista. Tramite gli uffici preposti della Polizia Municipale continueremo a sollecitare i soggetti interessati per una risoluzione definitiva e quanto più tempestiva della questione”.
Persi ha definito la risposta dell’assessore “chiara e dettagliata, che però conferma le preoccupazioni degli interroganti per quanto riguarda l’effettivo ripristino delle condizioni di sicurezza del muro e della regolare viabilità nella via in tempi accettabili”. La consigliera ha concluso invitando l’Amministrazione “a mantenere una pressione costante sull’istituto interessato e a valutare soluzioni temporanee che rendano più agibile la carreggiata e il suo utilizzo, da parte dei cittadini e degli utenti del trasporto pubblico locale, e che siano in grado di alleggerire le difficoltà dei molti residenti”.
GIA’ DELIBERATO DALLA GIUNTA UN SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA PER LA SICUREZZA DELLA CITTA’
Telecamere e videosorveglianza. Con un’interrogazione sui dispositivi tecnologici posti ai varchi di accesso del centro storico e ai semafori, presentata nella seduta odierna da Laura Sabatini (Gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi) e sottoscritta dal collega di gruppo Alessandro Trapassi, da Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), Pietro Staderini (Sena Civitas) e Andrea Corsi (L’Alternativa), è stato chiesto all’Amministrazione comunale “se l’accesso alla Ztl è adeguatamente controllato e se le telecamere installate ai suoi varchi e ai semafori funzionano correttamente, precisando, in caso negativo, le cause, i tempi del mancato funzionamento e quelli di risoluzione del problema”. La consigliera Sabatini, nel far notare che l’atto era stato presentato come urgente a fine gennaio scorso, durante l’illustrazione ha richiamato le notizie secondo le quali “le telecamere in oggetto risultano spesso non funzionanti, a discapito della sicurezza dei cittadini e degli automobilisti” e ha stigmatizzato come “Siena sia assolutamente carente di sistemi di videosorveglianza, diversamente da quanto avviene in altre città, anche vicine alla nostra: per questo, sollecitiamo l’attuazione di misure urgenti per sottoporre a videosorveglianza zone della città a maggior rischio di pericolosità”.
L’assessore alla Polizia Municipale, Stefano Maggi, ha ricordato il recente completamento dell’ammodernamento del sistema di rilevazione degli accessi ai 27 varchi della Ztl, da parte della ditta aggiudicataria della gara d’appalto “Sismic” di Firenze. “Adesso il rilevamento degli accessi è perfettamente funzionante, a differenza del sistema precedente le targhe sono leggibili anche nelle ore notturne e vengono registrati anche i mezzi che entrano in senso contrario. La rilevazione degli accessi è stata garantita anche nella fase di sostituzione, in maniera congiunta da varchi telepass ancora attivi e da quelli del nuovo sistema, senza interruzione nelle attività di controllo. La rilevazione sistematica degli accessi è finalizzata alla diminuzione del numero complessivo dei veicoli nel centro storico e a una maggiore disponibilità degli spazi di sosta per i residenti”. Quanto agli impianti posti in prossimità dei semafori, Maggi ha specificato come “questi abbiano il solo scopo di monitorare i flussi veicolari alle intersezioni della viabilità urbana e verificare costantemente la fluidità del traffico, tramite il collegamento con la centrale operativa del Comando di via Tozzi, senza alcun profilo sanzionatorio”. Rispetto alla videosorveglianza, infine, Maggi ha specificato che “la settimana scorsa la Giunta ha deliberato la progettazione di un sistema di videosorveglianza da installare all’interno del centro storico e in periferia, come forma di difesa passiva, controllo e deterrenza dei fenomeni criminosi e vandalici, oltre che di protezione civile e di monitoraggio dei fattori di criticità per la viabilità, quali rilevazioni di incidenti o rallentamenti, condizioni ambientali e meteo. Nonostante, secondo le statistiche, Siena sia tra le città più sicure, il senso di insicurezza è ben presente, per questo estenderemo la videosorveglianza anche nelle zone periferiche”.
Laura Sabatini nel ringraziare per la buona argomentazione fatta dall’assessore e condividendo il rafforzamento sui controlli nella Ztl ha, comunque, sottolineato come “la videosorveglianza sia stata adottata in ritardo”. “L’importante è esserci arrivati, adesso si devono garantire anche le periferie, sempre più abbandonate e dove le persone hanno timore anche ad uscire dalle proprie abitazioni”.
INVARIATE LE ALIQUOTE IMU E TASI PER IL 2016
L’assemblea consiliare, nella seduta di oggi, ha approvato le aliquote e le detrazioni d’imposta di IMU (imposta municipale propria) e TASI (tributo per i servizi indivisibili) per l’anno 2016.
“Restano invariate per il 2016 le aliquote IMU” come ha illustrato il sindaco Bruno Valentini. Rimane, infatti, al 10,6 per mille quella ordinaria e al 6 per mille quella per abitazione principale (A/1, A/8 e A/9 con le relative pertinenze); esenzione per i terreni agricoli. Per le case classificate “di lusso”, che pagheranno anche se “prima casa”, è confermata la detrazione di 200 euro dall’imposta dovuta per l’abitazione principale, comprese le pertinenze.
Per quanto riguarda la TASI, una componente della IUC (imposta unica comunale), la grande novità riguarda l’esenzione della prima casa disposta dal Governo; i benefici a Siena saranno di molto superiori alla media, dato l’alto livello delle rendite catastali.
La TASI è stata istituita nel 2013 ed è basata su due presupposti impositivi: uno costituito dal possesso di immobili e collegato alla loro natura e valore, e l’altro alla erogazione e fruizione di servizi comunali. “La tassa è stata modificata sostanzialmente dalla legge di stabilità 2016 – ha spiegato Valentini – che ne ha escluso l’applicazione sia a carico del possessore sia dell’utilizzatore dell’immobile se destinato ad abitazione principale del possessore, a eccezione degli immobili classificati A/1, A/8 e A/9 per i quali l’aliquota è pari allo 0,6 per mille. Esenti i terreni agricoli e fissata all’1 per mille l’aliquota applicata per i fabbricati rurali strumentali”.
“Anche per il corrente anno – ha concluso il primo cittadino – rimangono esclusi dalla TASI i contratti di tipo concordato, ai sensi della legge 431/1998, stipulati secondo l’Accordo territoriale del 2009”. Da tener presente che, per questa tipologia di contratti, gli interessati dovranno presentare apposita comunicazione entro il prossimo 31 dicembre, e che l’eventuale discordanza, anche di una sola condizione prevista, determina l’assoggettamento al tributo.
IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA LA COPERTURA DEI SERVIZI PUBBLICI A DOMANDA INDIVIDUALE
L’assemblea consiliare, nella seduta odierna, ha approvato i tassi di copertura percentuale di riferimento per i servizi pubblici a domanda individuale, previsti nel bilancio di previsione dell’ente per il 2016 e calcolati sulle previsioni di entrata e di spesa.
Il sindaco Bruno Valentini, intervenuto nel dibattito, ha spiegato che “i costi complessivi di gestione comprendono gli oneri diretti e indiretti di personale, le spese per acquisto di beni e servizi, le spese per i trasferimenti e le quote di ammortamento degli impianti e delle attrezzature”.
“Inoltre – ha proseguito – dobbiamo tener conto che i costi comuni a più servizi sono riportati sulla base di percentuali determinate dal D.L. 55/1993, mentre le entrate complessive comprendono le tariffe a carico dell’utenza, altre entrate e contribuzioni destinate alle attività come, ad esempio, contributi regionali, sponsorizzazioni e trasferimenti”.
Il quadro che emerge risulta il seguente: asili nido, entrate 800mila euro, uscite 1 milione e 465.938, per una copertura del 54,57% (il tasso reale è del 27,28% in quanto la normativa prevede che le spese si calcolino per la metà); impianti sportivi, 83mila euro a fronte di un costo pari a 749mila (copertura 11,07%); musei e pinacoteche, entrate 2milioni 511mila, uscite 2milioni 924mila (85,86%); teatro e attività culturali diverse, entrate 629mila, uscite 1 milione 678.372 (48%); mense scolastiche, entrate 1 milione 827mila, uscite 3milioni 351mila (54,52%); alberghi, case di riposo, residenze, ricovero anziani, entrate 752mila, uscite 1 milione 737.500 (43,28%); illuminazione votiva, entrate 190mila, uscite 194.800 (97,54%).
Su 6 milioni e 792mila euro in entrata, le uscite ammontano a 12 milioni e 101.704, con una copertura di 56,12%. Il Comune di Siena presenta, quindi, tassi di copertura dei servizi ampiamente superiori al limite normativo del 36%, comunque non vincolante per gli enti in equilibrio finanziario.
IL FUTURO DELLE CAMERE DI COMMERCIO E GLI EFFETTI DELLA RIFORMA IN ATTO SULLA SEDE SENESE
Qual è il futuro delle Camere di Commercio e quali effetti potrà avere su Siena il loro attuale processo di riorganizzazione? Questo il senso dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) e sottoscritta anche da Massimo Bianchini (L’Alternativa), Pietro Staderini (Sena Civitas), Laura Sabatini e Alessandro Trapassi (Gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi). Giordano ha richiamato il decreto legislativo del governo Renzi, attualmente in fase di approvazione, che ha per oggetto la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, tra cui le Camere di Commercio, e che segue il decreto legge n°90/2014 e la legge delega n°124/2015 i quali avevano previsto una riduzione a livello nazionale delle attuali sedi da 105 a 60. Il consigliere ha poi evidenziato le voci di stampa secondo le quali “il decreto prevedrebbe anche la rideterminazione delle dotazioni organiche del personale, con riduzioni variabili tra il 15% e il 25% derivanti da accorpamenti come quello che potrebbe riguardare Siena, Arezzo e Grosseto con l’individuazione di un’unica sede territoriale”.
Alla specifica richiesta di Giordano di “riferire quali effetti potrebbe avere per la città il processo di riforma in atto e quali iniziative siano state poste per il mantenimento a Siena della sede della Camera di Commercio”, ha risposto il vicesindaco Fulvio Mancuso che, dopo una breve sintesi sul percorso legislativo, ha ricordato che, in base alla legge n°124/2015, il riordino del sistema camerale prevede una riduzione delle sedi da 105 a 60 sulla base di un parametro che prevede una soglia minima di 75mila imprese iscritte o annotate nell’apposito registro. “La legge è ancora in attesa del decreto “attuativo”; per questo gli organi camerali non hanno al momento assunto alcuna deliberazione su possibili accorpamenti con altre Camere di Commercio. Una situazione accompagnata da grande preoccupazione, soprattutto per quanto concerne le funzioni e i compiti che potranno svolgere questi enti che, negli anni, hanno assicurato un presidio territoriale e garantito servizi adeguati alle piccole e medie imprese”.
“L’attività dei nostri parlamentari – ha aggiunto il vicesindaco – continua: l’onorevole Cenni, che ho sentito più volte, ha presentato un’interrogazione sul tema dei dipendenti di Unioncamere e ha già interloquito con il sottosegretario del Ministro Madia. Il testo del decreto delegato, che per due volte stava per approdare al Consiglio dei Ministri, mi risulta sia stato ritirato. Al momento è aperta ancora una discussione, come mi ha riferito l’onorevole Dallai. Un dibattito aperto a livello politico e istituzionale non tanto sull’accorpamento delle Camere di Commercio quanto sulle loro funzioni, perché è sembrata balenare l’ipotesi che le stesse si dovessero ridurre alla sola attività di registro delle imprese, facendo venir meno quindi tutte quelle attività importantissime di promozione in favore delle piccole e medie imprese e l’attività di osservatorio economico e del lavoro sul territorio. Tutta una serie di dati sull’evoluzione delle tendenze economiche, sullo stato del tessuto economico e occupazionale forniti proprio da questi enti”. Come ha informato il vicesindaco “l’impegno dei parlamentari senesi continua affinché non sia toccato il tema importantissimo delle funzioni; mentre sul versante degli accorpamenti questi, pur rispondendo a una logica di efficientamento, possono dar adito a preoccupazioni per la distanza che verrebbe a crearsi tra i presidi istituzionali e il tessuto economico, produttivo e sociale”.
“Indicazioni utili ” ha risposto Giuseppe Giordano. “Dalla risposta del vicesindaco è emerso un quadro più preciso, anche sulle conseguenze di un accorpamento tra Siena, Arezzo e Grosseto. La promozione e il monitoraggio sull’attività del territorio non sono subalterne alla tenuta del registro delle imprese; si deve evitare la penalizzazione di Siena anche per le prospettive occupazionali che ne potrebbero derivare”.
I QUATTRO BAR DEI COMPLESSI UNIVERSITARI VERSO UNA NUOVA GESTIONE
Le sorti occupazionali dei dipendenti dei quattro bar in servizio in altrettanti complessi dell’Università degli Studi di Siena hanno costituito il tema dell’interrogazione presentata da Marco Falorni (Impegno per Siena) e sottoscritta anche da Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa). Falorni ha richiamato le notizie di stampa dello scorso mese di gennaio, secondo le quali “i circa 20 lavoratori dei bar dell’Ateneo, gestiti da un’azienda appaltante, non avrebbero riscosso la mensilità di novembre” e i successivi incontri fra le loro rappresentanze sindacali, i vertici dell’Ateneo e una delegazione dell’azienda. Il consigliere, dopo aver sottolineato che “pur essendo cessato lo sciopero dei dipendenti interessati non vi sono certezze sugli accordi intrapresi” ha chiesto al sindaco “se, nonostante il Comune non abbia competenze dirette sulla vicenda, stia seguendo l’evolversi della situazione e abbia intenzione di attivarsi a tutela dei lavoratori coinvolti”.
Il sindaco Bruno Valentini, consultatosi con il Rettorato, ha spiegato come, nel corso del 2014, l’Università degli Studi abbia espletato un bando di gara europeo, articolato in quattro lotti e basato sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con l’obiettivo di affidare in concessione la gestione dei quattro bar ubicati nei complessi di San Francesco, via Mattioli, San Niccolò e San Miniato. “In ciascuno dei quattro lotti l’assegnazione è spettata al consorzio Gruppo Greco, risultato primo nelle graduatorie stilate con il bando. Quindi è corretto dire che la gestione dei bar è di competenza di tale impresa, in regime di concessione di servizi, e non dell’Università. L’impresa sostiene infatti i costi e introita i proventi della gestione, pagando un canone all’Ateneo. Ne consegue che i lavoratori sono dipendenti della concessionaria”. Il sindaco è poi entrato nel merito della vicenda: “Nello scorso mese di dicembre le organizzazioni sindacali hanno segnalato all’Università il mancato pagamento della mensilità di novembre e della tredicesima 2015 ai dipendenti dei quattro bar. L’Ateneo, anche in nome dell’osservanza del capitolato tecnico e della normativa in materia di rapporti di lavoro, previdenza e assistenza sociale, ha accertato la situazione e individuato le misure da adottare. L’impresa concessionaria ha motivato la situazione con una grave crisi della propria gestione aziendale”.
Valentini ha spiegato che, in tale contesto, “il semplice ricorso ai rimedi contrattuali, come le penali o la sua stessa rescissione, avrebbe probabilmente aggravato o compromesso la situazione del personale, che, in caso di soluzione di continuità della gestione, rischiava di perdere le eventuali clausole di salvaguardia circa il proprio riassorbimento da parte di un’impresa subentrante”. “E’ stato grazie al continuo dialogo tra le parti coinvolte e alla determinante mediazione del Prefetto di Siena, Renato Saccone – ha aggiunto il primo cittadino – se lo scorso 15 febbraio è stato sottoscritto un accordo che prevede il proseguimento della concessione del Gruppo Greco fino al prossimo 15 aprile, a due condizioni essenziali: il ritiro della procedura di licenziamento collettivo già avviata e il pagamento delle mensilità retributive scadute secondo il piano concordato. Impegni che, a oggi, risultano rispettati”. Il sindaco ha concluso informando l’aula che l’Università ha appena espletato una procedura concorsuale ai sensi del “Codice dei contratti e degli appalti” per la concessione annuale in un unico lotto della gestione dei quattro bar a decorrere dalla data del 15 aprile prossimo.
Falorni, anche a nome degli altri consiglieri interroganti, si è dichiarato parzialmente soddisfatto: “Si capisce che l’Amministrazione ha seguito la vicenda e l’invito è quello di continuare con questa attenzione, proprio ora che si avvicina il momento decisivo della querelle, affinché tutti i passaggi siano regolari e a garanzia del personale interessato”.