La presidente di Arci provinciale Siena, Pallecchi: “Pronti per nuove attività sociali e culturali grazie ai nostri volontari e nel nome dei nostri valori”
SIENA. ‘Cura è rivoluzione’ sono le parole scelte dall’Arci per la campagna di tesseramento 2023-2024 che partirà domenica 1° ottobre anche in provincia di Siena, come in tutta Italia. L’iniziativa punta a diffondere la partecipazione civica e il rafforzamento delle basi associative esistenti, oltre a promuovere nuovo associazionismo per valorizzare il radicamento sul territorio e le numerose attività di prossimità fondamentali per una coesione e giustizia sociale all’insegna della solidarietà e del mutualismo.
“La nuova campagna di tesseramento in partenza – afferma Serenella Pallecchi, presidente dell’Arci provinciale di Siena – rafforza l’impegno quotidiano dei nostri circoli e delle nostre associazioni, che ogni giorno si prendono cura delle persone, a partire dall’aspetto sociale e culturale, lavorando in maniera capillare sui territori. Le difficoltà non mancano, a partire dalle conseguenze della pandemia che ancora persistono, ma grazie ai nostri preziosi volontari e volontarie e ai valori che ci contraddistinguono da sempre, sapremo rispondere in maniera rivoluzionaria a ogni forma di discriminazione, marginalità e disuguaglianza puntando su integrazione, inclusività e socializzazione”.
“La campagna – si legge nella nota diffusa dall’Arci nazionale – arriva in un tempo drammatico e pericoloso, in un sistema che genera guerra, collasso climatico, disuguaglianze estreme e crescenti, crisi della democrazia e dopo un anno politicamente nerissimo in Italia, segnato dal governo più a destra della storia repubblicana che vede o crea nemici ovunque, giovani, pensionati, donne, poveri, migranti, disabili, persone lgbtq+. Come Arci, tra le più grandi organizzazioni sociali e culturali del Paese, vogliamo continuare a costruire e praticare, con ancora maggior convinzione e forza, un progetto di partecipazione popolare credibile per una vera alternativa di società, prima di tutto difendendo i diritti di chi sta peggio, di chi si è visto togliere una misura di contrasto alla povertà come il reddito di cittadinanza. Cura è rivoluzione perché, oggi più che mai, la cura delle persone e delle comunità, dei territori e dei beni comuni, dell’inclusività e della pluralità, dei luoghi della prossimità, della socialità, della cultura e del tempo libero sono la risposta rivoluzionaria a solitudine, egoismo, disuguaglianze, discriminazioni, odio e violenze”.