SIENA. Da Cravos riceviamo e pubblichiamo.
“Durante la seduta odierna del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Siena, Cravos ha espresso parere contrario al Bilancio di Esercizio del 2022. Non condividiamo le scelte economiche dell’Ateneo e la direzione politica dell’Università italiana.
Come prima cosa, bisogna notare la mancanza di un aumento del Fondo Finanziario Ordinario in grado di far fronte a problematiche urgenti come l’inflazione e il rincaro dei costi energetici. L’assenza di un adeguato finanziamento statale non giustifica l’influenza sempre più pregnante dei privati nei progetti di ricerca e la costante esternalizzazione dei servizi per la comunità studentesca. Questo accade ad esempio nell’ambito della ristorazione, nel caso delle mense e dei bar dei poli universitari.
Anche quest’anno Unisi si fa vanto di aver conseguito utili milionari, principalmente grazie alla contribuzione studentesca, ovvero alle tasse, che non accennano a diminuire. Nonostante lo strutturale impoverimento della comunità studentesca, dovuto all’inflazione e al carovita, Unisi è rimasta impassibile su tematiche fondamentali come l’accesso al diritto allo studio, la carenza di immobili a prezzi accessibili, la situazione delle mense.
Critichiamo la mancanza di collegamento tra Università e tematiche del Diritto allo Studio, in particolare la mancanza da parte di Unisi di politiche abitative per far fronte al caroaffitti e ai lavori di ristrutturazione delle residenze.
Le voci di bilancio evidenziano le contraddizioni di un sistema universitario che incentiva il lavoro gratuito, gli stage retribuiti con paghe da fame, la precarietà delle nuovi assunzioni e dei ricercatori, la privatizzazione della ricerca, la velocizzazione delle carriere, le logiche meritocratiche. Un sistema universitario che critichiamo aspramente ma con il quale ci confrontiamo ogni giorno.
Piuttosto che criticare il dettaglio delle singoli voci di spesa, Cravos ha preferito analizzare il bilancio di Ateneo nelle sue implicazioni politiche, con la volontà di aprire un dialogo costruttivo con le istituzioni sullo status quo dell’università, il suo indirizzo e il suo avvenire.
I problemi dell’università sono sistemici e necessitano di soluzioni strutturali a lungo termine sul piano didattico, economico, edile, scientifico.
Per un’Università che non debba tremare di fronte a una crisi energetica, ma che abbia la forza politica di interfacciarsi seriamente con le altre istituzioni e che sappia essere motore propulsivo della società in cui viviamo.Per un’Università che sia davvero luogo di cultura e formazione, accessibile a tutte e tutti”.