Presentate le istanze degli studenti al consiglio regionale e alla commissione istruzione

SIENA. Dalla organizzazione studentesca Cravos Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Il 25 marzo abbiamo manifestato a Firenze davanti al Consiglio Regionale contro le recenti decisioni della giunta in materia di Diritto allo Studio Universitario. Durante la mobilitazione, è stata accolta la richiesta di presentare ufficialmente le nostre istanze e lo abbiamo fatto tramite due incontri: uno con la Commissione Istruzione e uno con i capigruppo del Consiglio Regionale.
Abbiamo denunciato una situazione allarmante: per l’a.a. 2026/2027 il bilancio previsionale del DSU prevede circa 5000 idonei non beneficiari (circa 1 studente su 3), la chiusura di 500 posti letto in Toscana e l’erogazione di solo pasti da asporto per la cena. Se queste previsioni dovessero concretizzarsi, il diritto allo studio in Toscana subirebbe un colpo durissimo. La situazione attuale è conseguenza della fine dei fondi del PNRR e per questo abbiamo chiesto alla Regione di garantire finanziamenti strutturali per evitare un disastro annunciato.
La Commissione istruzione si è dimostrata assolutamente impreparata: i suoi membri non hanno ancora esaminato il bilancio previsionale del DSU, approvato cinque settimane fa, e hanno ammesso di non essere a conoscenza dell’esistenza di fondi PNRR destinati alle residenze universitarie. Di conseguenza, non hanno saputo spiegare perché DSU Toscana non abbia ottenuto neanche un euro sui 1,2 miliardi disponibili a livello nazionale. Inoltre, non erano informati sulla drammatica situazione delle graduatorie per le residenze: credevano che tutti gli aventi diritto fossero stati convocati, mentre in realtà 2.194 studenti in Toscana sono ancora in attesa del posto alloggio a cui hanno diritto da sei mesi.
L’unico punto di convergenza è stato il fallimento dell’aumento delle tariffe della mensa, applicato da settembre 2023. La giunta e il DSU si aspettavano un risultato economico positivo, ma in realtà molti studenti con ISEE superiore a 30.000 euro, di fronte a costi insostenibili, hanno smesso di frequentare la mensa. Questo non solo ha penalizzato la comunità studentesca, ma non ha generato alcun beneficio per le tasche del DSU.
Un ulteriore motivo di preoccupazione è il progetto di partenariato pubblico-privato, con cui DSU Toscana intende affidare la gestione di 11 residenze universitarie a soggetti privati. Questa scelta, oltre a favorire la speculazione di grandi privati e multinazionali, comporterebbe un peggioramento della qualità dei servizi per gli studenti e delle condizioni di lavoro del personale impiegato nelle residenze.
Siamo soddisfatti di aver avviato un percorso di confronto per svegliare le forze politiche che, negli ultimi anni, hanno trascurato il diritto allo studio, portando avanti politiche dannose per la comunità studentesca. Notiamo ora un interesse, forse legato all’imminente campagna elettorale, ma attendiamo risultati concreti prima di trarre conclusioni. Nel frattempo, continueremo a lottare affinché il diritto allo studio in Toscana torni a essere un modello di equità e giustizia sociale per tutta Italia.”