SIENA. Cordoglio all’Università di Siena per la scomparsa, avvenuta venerdì 2 febbraio, del professor Francesco Francioni, già ordinario di Diritto internazionale e professore emerito. Francioni aveva ricoperto numerosi incarichi accademici, fra cui la carica di pro-rettore dal 1994 al 2003 e di delegato alle Relazioni internazionali.
Il rettore Roberto Di Pietra partecipa, a nome suo personale e della comunità accademica, al lutto per la grave perdita e ne ricorda le doti di docente e studioso innovatore, la dimensione internazionale ed il grande lustro dato dai suoi insegnamenti all’Università di Siena.
Nato a Firenze, dove aveva compiuto gli studi, era stato poi ad Harward; aveva quindi svolto la sua carriera accademica alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Siena, all’European University Institute di Firenze, dove era docente di International Law and Human Rights e alla Luiss di Roma. Presso l’Ateneo senese aveva tenuto la prestigiosa Jean Monnet Chair in European Law dal 1999 al 2003; ed era stato direttore del Collegio “Mario Bracci” a Pontignano. Nel 1992 fu insignito dell’onorificenzadi Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana. Era stato docente in prestigiose università internazionali, fra le quali: Oxford, Parigi, Texas, Cornell, Tulane, Toronto, Cambridge. Francioni faceva inoltre parte delle più importanti istituzioni di studiosi di Diritto internazionale.
Si è distinto per aver unito all’attività didattica e di ricerca quella di consulente per numerosi organismi statali ed internazionali. Ha partecipato ai negoziati internazionali per lo sviluppo delle norme del Trattato antartico, rivestendo anche posizioni di spicco, quale quella di presidente del gruppo di lavoro che ha portato alla creazione del segretariato del Trattato Antartico, l’unico organo amministrativo del regime antartico.
Come consulente del Ministero degli Affari Esteri italiano e presidente del Comitato per il Patrimonio mondiale dell’UNESCO, ha contribuito all’adozione della Dichiarazione adottata dall’UNESCO nel 2003, che condanna la distruzione volontaria del patrimonio culturale mondiale.
In qualità di esperto di risoluzione delle controversie internazionali, ha partecipato con successo alla soluzione del caso dei Marò, prima, come arbitro ad hoc del Tribunale del diritto del mare delle Nazioni Unite e, poi, come arbitro nominato dall’Italia nel collegio arbitrale costituito presso la Corte permanente dell’arbitrato de L’Aja. Autore di moltissime pubblicazioni scientifiche, i suoi studi spaziavano in ampi settori: i diritti umani, lo sviluppo sostenibile e l’ambiente, i beni culturali, le risorse marine, le biotecnologie, lo sfruttamento dell’Antartide, la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, fino al regime internazionale dello spazio.
Le esequie si terranno nella giornata di lunedì in forma privata.