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SIENA. Prime notizie dai temi trattati durante il Consiglio Comunale in corso di svolgimento a Siena. Tutti gli aggiornamenti…
E’ stata convalidata dall’assemblea la surroga di Enrico Tucci del gruppo Cittadini di Siena, dimissionario dalla carica di consigliere comunale dallo scorso 1° dicembre, con Enzo De Risi, appartenente alla stessa lista e primo dei non eletti. Non esistendo, a carico di De Risi, motivi di ineleggibilità e di incompatibilità, il nuovo consigliere ha assunto la carica nella seduta di oggi. Sostituirà il dimissionario Tucci nelle commissioni “Decentramento”, “Servizi sanitari e sociali” e “Pari opportunità, diversità e diritti umani”.
DALL’ASSESSORA ALLA CULTURA, FRANCESCA VANNOZZI, LE CONFERME SULLA PATERNITÀ DELL’AFFRESCO DI GUIDORICCIO DA FOGLIANO
Ripercorrendo la diatriba che, a partire dagli anni Ottanta, ha coinvolto numerosi critici ed esperti d’arte circa l’attribuzione dell’affresco del “Guidoriccio da Fogliano”, una delle opere più note del Museo Civico, Pietro Staderini (Sena Civitas), Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese) e il gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi hanno presentato, nella seduta odierna, un’interrogazione per sapere se siano state effettuate ulteriori ricerche o richiesti altri studi per confermarne, o meno, l’attribuzione a Simone Martini.
Staderini ha ricordato che “nel 1980, sotto all’affresco raffigurante il condottiero mercenario dell’esercito senese, fu scoperta un’opera precedente, attribuita a Duccio di Buoninsegna. Da allora, illustri critici d’arte come Moran, Mallory, Zeri, Briganti e Sgarbi hanno messo in dubbio l’identificazione del castello di Montemassi e l’attribuzione dell’opera a Simone Martini, proponendo che potesse invece risalire al tardo Trecento o al primo Quattrocento. Posizioni alle quali si sono contrapposte schiere di storici – ha proseguito – che sostengono come il Guidoriccio sia stato eseguito da Simone Martini subito dopo la vittoria a Montemassi”.
Come ha illustrato l’assessora alla Cultura, Francesca Vannozzi, “Il noto affresco è tradizionalmente collegato a un documento della Biccherna del 1330 in cui è registrato un pagamento a “Maestro Simone dipintore per aver affrescato nel palazzo del Comune i castelli di Montemassi e Sassoforte”. L’attribuzione a Simone Martini è stata poisostenuta, da critici come Bernard Berenson e Roberto Longhi e da storici come Georges Duby”.
“Nel 1977, l’affresco è stato oggetto di analisi di natura generale e archivistica da parte di Gordon Moran e Michael Mallory – ha continuato l’assessora – i quali misero in dubbio sia il soggetto sia la paternità dell’opera, definendola un falso d’epoca successiva”. “Nel corso degli anni – ha proseguito – i due studiosi hanno aggiunto obiezioni alle obiezioni, osservazioni in seguito accantonate e contraddette, alle quali si sono aggiunte anche altre voci di importanti critici che non hanno però confermato i loro assunti in sede scientifica”.
L’eco suscitata a livello internazionale da questo dibattito spinse l’Amministrazione comunale a nuovi approfondimenti sula parete e sullo stato conservativo dell’affresco che portarono alla scoperta, nel registro sottostante, di un altro affresco più antico, oggetto di approfondimenti per gli specialisti Max Seidel e Luciano Bellosi. Entrambi, nell’occasione, ebbero modo di replicare a Moran e Mallory: ogni contributo di carattere stilistico e di iconografia politica, militare e topografica, compreso quello del docente di Storia dell’architettura medievale all’ateneo senese, Italo Moretti, riconduceva alla paternità di Simone Martini.
“L’autorevolezza di tali conclusioni – ha concluso Vannozzi – è stata rafforzata nei decenni successivi da ulteriori contributi scientifici a firma di Cateni (1985), Strelke (1997) e Bellosi (1997-2006). La paternità di Simone Martini è ormai accettata anche dai più accreditati specialisti di arte medievale, ed è stata ribadita nelle più recenti monografie, come quella di Pierluigi Leone De Castris nel suo volume del 2007”.
Il consigliere Staderini, ringraziando, si è dichiarato completamente soddisfatto per la risposta ricevuta dall’assessora Vannozzi.
L’ASSESSORE MAZZINI: “STIAMO VALUTANDO LE OPZIONI PERCHÉ IL PARCO UNITÀ D’ITALIA POSSA DISPORRE DI SERVIZI IGIENICI”
Sottolineando come il Parco Unità d’Italia non disponga di servizi igienici nonostante il diffuso utilizzo dei suoi spazi da parte della cittadinanza, Ivano Da Frassini e Giulia Periccioli (PD) hanno presentato, nella seduta consiliare odierna, un’interrogazione per sollecitarne l’installazione.
L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Mazzini, ha informato che “l’Amministrazione comunale, già dalla fine del 2014, ha inteso soddisfare la necessità di servizi igienici al Parco Unità d’Italia tramite una procedura concorsuale finalizzata alla concessione in uso a un privato, per un congruo periodo, di una porzione del parco, destinata alla realizzazione di un chiosco per la somministrazione di alimenti e bevande, comprensivo di un numero adeguato di bagni a servizio, oltre che dell’esercizio commerciale, anche degli utenti dello spazio verde”.
Mazzini ha illustrato che, per tali finalità, con determinazione dirigenziale n°1438 del settembre 2014 è stato approvato l’affidamento in concessione di una porzione di un’area del parco per nove anni. Con lo stesso atto, veniva stabilito di provvedere all’affidamento mediante procedura negoziata, preceduta da apposito avviso pubblico, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
A seguito dell’esperimento della procedura di gara, con determinazione dirigenziale del 2014 è stata individuata la proposta progettuale più rispondente alle esigenze dell’Amministrazione e, conseguentemente, affidata in concessione l’area al soggetto che l’aveva presentata. “Ma nelle more della stipulazione del relativo contratto – ha affermato l’assessore – più volte rinviata su richiesta dell’interessato, con nota del 2 ottobre 2015 l’affidatario ha rinunciato alla concessione. Conseguentemente, è stato revocato l’affidamento e, valutata la rispondenza agli interessi dell’Amministrazione della proposta seconda classificata nell’esperimento di gara, la concessione è stata affidata al soggetto proponente di questa. Tuttavia, al momento della stipulazione del contratto, anche il secondo classificato rinunciava alla concessione per accertate problematiche tecniche non valutate al momento dell’offerta”.
Mazzini ha concluso sostenendo come “l’Amministrazione stia valutando altre possibili opzioni per soddisfare l’interesse pubblico alla realizzazione di bagni a servizio nel Parco Unità d’Italia, anche con interventi motu proprio”.
Il consigliere Ivano Da Frassini ha rimarcato come “a distanza di due anni ancora non si sia risolto il problema”, e, ribadendo la necessità di “arrivare quanto prima a dotare il parco di servizi igienici”, ha informato l’assise che tornerà, a breve, nuovamente sul tema “perché è inutile dotare la città di aree attrezzate se poi i cittadini non hanno la possibilità di fruirle appieno”. Ha invitato, inoltre, l’amministrazione “a effettuare un’attenta mappatura per evidenziare esigenze simili anche in altre zone della città”.
IL TEMA DEI VOUCHER PER IL PAGAMENTO DEL LAVORO ACCESSORIO
Si è incentrata sui voucher, recente forma di pagamento del lavoro accessorio, l’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM), che ha segnalato con preoccupazione come il loro uso segua un trend in costante crescita. “Nel 2015, in Italia ne sono stati venduti quasi 115 milioni – ha affermato il consigliere – a fronte dei circa 69 milioni dell’anno precedente. In Toscana ne sono stati venduti 7.954.250, quando nel 2014 non arrivavano ai 4 milioni e mezzo”. “L’introduzione e l’uso dei voucher – ha aggiunto – hanno precarizzato ulteriormente il lavoro. Usati anche in settori in cui non sarebbe concesso, i voucher stanno creando concorrenza sleale tra le aziende che se ne servono e quelle che non li hanno adottati. Un vero e proprio abuso, tanto che il Governo, per arginare questa prassi, ha previsto la loro tracciabilità”.
A fronte di questa situazione, Ernesto Campanini ha chiesto di conoscere “il numero dei voucher venduti nel Comune di Siena nel 2014 e 2015; le infrazioni rilevate per il loro uso non corretto; se l’obbligo di comunicazione, di almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, previsto dal decreto governativo, viene rispettato, e se il Comune intenda, e come, combatterne l’uso indebito”.
Il sindaco Bruno Valentini ha affermato di condividere, sul tema, quanto detto recentemente dal presidente dell’INPS, Tito Boeri, e cioè che “i voucher sono nati per regolarizzare il lavoro accessorio e creare opportunità di lavoro e di integrazione per le fasce più marginali del mercato del lavoro, ma purtroppo hanno avuto uno sviluppo diverso. In alcuni casi c’è stata una precarizzazione evidente, con lavoratori a tempo indeterminato o determinato che vengono pagati con i voucher, che, in questo senso, diventano anche controproducenti”. “L’altro grande obiettivo – ha proseguito – era quello di consentire l’emersione del lavoro nero e, da questo punto di vista, per il momento, non sembra che il ricorso ai voucher si sia rivelato funzionale. Non sono molte le persone che prima risultavano disoccupate e che oggi lavorano e vengono pagate con i voucher”.
Il sindaco ha proseguito con alcuni dati: “Il livello dei contributi raccolti è basso, circa 150 milioni che corrispondono allo 0,2% dei contributi totali dei lavoratori dipendenti. I lavoratori che percepiscono voucher sono l’8%: è molto meno di quello che si potrebbe pensare alla luce del numero delle persone coinvolte”. “Dal secondo rapporto elaborato dalla UIL, aggiornato al primo trimestre 2016 – ha proseguito – risulta un vertiginoso aumento dei voucher. Si è passati dai 536 mila venduti nel 2008 agli oltre 115 milioni del 2015, con una costante: le prime tre Regioni per maggior numero di voucher venduti sono Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”.
Sul territorio nazionale, dal 2008 al 2015, sono stati venduti complessivamente oltre 277 milioni di voucher, mentre quelli riscossi ammontano a poco più di 238 milioni, con una differenza di oltre 39 milioni di voucher non utilizzati dai committenti. Nel primo trimestre del 2016 in Toscana ne sono stati venduti 1.684.255: Siena, con i suoi 193.689 voucher, è seconda solo a Firenze (414.327). Valentini ha richiamato anche una stima della CGIL regionale secondo la quale i voucher in Toscana, a fine anno, supereranno quota dieci milioni, visto che nei primi otto mesi del 2016 ne sono stati venduti oltre 7 milioni, con un aumento del 42,4% sul 2015, anno in cui c’era stata una crescita del 85,5% sul 2014.
Secondo i recenti dati forniti dall’INPS, si registra un boom generale dell’utilizzo dei voucher a livello nazionale: nei primi dieci mesi del 2016 ne sono stati venduti 121,5 milioni per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, dal valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto allo stesso periodo del 2015, pari al 32,3%. Nei primi dieci mesi del 2015 la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata del 67,6%.
“Abbiamo contattato l’INPS per avere tutti i dati richiesti nell’interrogazione – ha concluso il sindaco – ma purtroppo non siamo ancora riusciti a ottenerli. Non appena saranno in nostro possesso, sarà mia cura aggiornare i consiglieri. Nel frattempo, accogliamo favorevolmente la proposta del ministro del Lavoro, che ha già intrapreso una prima azione contro l’uso improprio dei voucher introducendo, lo scorso giugno, meccanismi per la loro tracciabilità, e si è, inoltre, reso disponibile a rimettere le mani sulla questione, qualora i dati del prossimo mese non certificheranno una riduzione della dinamica di aumento del ricorso ai voucher”.
Campanini ha ringraziato il sindaco “per le risposte che ha potuto fornire nel dettaglio, per i riferimenti allo studio INPS e per l’onestà con la quale ha riconosciuto che Siena figura seconda a livello regionale per uso dei voucher, il che costituisce un dato non certo positivo”. “Il sistema dei voucher – ha concluso – è stato introdotto da un ministro del vostro stesso partito e non possiamo che riconoscere la necessità che vada abolito”.
LA RIQUALIFICAZIONE DI STRUTTURE E ARREDI IN PIAZZA DELLA COSTITUZIONE
Le sollecitazioni di cittadini e associazioni del quartiere di San Miniato in merito alla riqualificazione di piazza della Costituzione sono state rilanciate in Consiglio comunale con l’interrogazione presentata nella seduta odierna da Pasqualino Cappelli (Siena Cambia) e sottoscritta dai colleghi di gruppo Lorenzo Di Renzone e Fabio Zacchei, oltre che da Pasquale D’Onofrio e Letizia Maestrini del Gruppo Misto.
Il consigliere ha richiamato l’importanza “di dotare la piazza di strutture e arredi atti a favorirne la fruizione quale luogo di incontro, di iniziativa socio-culturale e ricreativa, così come chiedono i residenti, allo scopo di sostenere con dotazioni infrastrutturali la socialità, l’aggregazione e la crescita di iniziative associative”. Citando la delibera approvata dalla Giunta il 23 dicembre 2015 per avviare l’arredo della piazza, Cappelli ha chiesto “a che punto sia la fase di progettazione e realizzazione dei lavori previsti, che ci risulta contemplino anche interventi di aziende pubbliche e private da non disperdere” e “quando sarà dotata delle strutture di arredo per non mortificare le richieste e le aspettative degli abitanti del quartiere”.
L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Mazzini, contestualizzando l’intervento di riqualificazione di piazza della Costituzione nel più generale progetto del Contratto di quartiere di San Miniato, ha risposto che “nello scorso mese di giugno, dopo una serie di incontri con i soggetti interessati, si è conclusa la fase preparatoria del progetto ed è stata presentata la pratica edilizia”.
All’inizio del mese di luglio, la Conferenza dei Servizi competente sul fronte dell’autorizzazione paesaggistica ha autorizzato l’intervento e sono state predisposte le procedure per l’affidamento delle forniture e la posa in opera, avvenuto il successivo 29 luglio. Mazzini ha informato che alla data odierna non risultano ancora espletate le procedure di controllo e verifica dell’azienda necessarie alla stipula del contratto. “Dal confronto che i nostri uffici hanno avuto con la ditta – ha specificato – risulta che dal momento della stipula del contratto verranno messe in produzione le forniture e che, nel giro di alcune settimane, procederanno alla posa in opera di quanto affidato”.
“Nel frattempo – ha aggiunto – abbiamo affidato la progettazione esecutiva per il completamento del cosiddetto “semiciclo” e stiamo valutando di introdurre nel progetto del blocco A anche degli interventi per piazza della Costituzione. In particolare, l’installazione di un palco, la realizzazione di una galleria con caratteristiche innovative e di una sorta di ringhiera anti-scivolamento di oggetti e materiali nella porzione in declivio della stessa piazza. Anche lo spostamento di via Berlinguer dietro all’edificio semicircolare concorrerà a valorizzare ulteriormente la piazza”.
Il consigliere Cappelli ha preso atto della ricostruzione fornita dall’assessore Mazzini e ha espresso il “rammarico che, molto spesso, le ditte aggiudicatrici degli appalti pubblici non riescono nemmeno a dare l’avvio ai lavori”. “L’auspicio – ha concluso – è che il cronoprogramma dei lavori illustrato nella risposta venga davvero rispettato e che siano date risposte alle legittime richieste dei residenti e delle associazioni di San Miniato”.
L’ASSESSORE MAZZINI PASSA IN RASSEGNA LO STATO DEI LAVORI DEL CONTRATTO DI QUARTIERE DI SAN MINIATO
Lo stato di attuazione del progetto di completamento e riqualificazione degli spazi abitativi, civici e ricreativi del quartiere di San Miniato ha costituito il tema dell’interrogazione presentata, nella seduta consiliare odierna, da Lorenzo Di Renzone (Siena Cambia) e sottoscritta dai colleghi di gruppo Fabio Zacchei e Pasqualino Cappelli, oltre che da Pasquale D’Onofrio e Letizia Maestrini del Gruppo Misto. Con il documento, Di Renzone ha rilevato come “sull’insieme del progetto continuino a registrarsi ritardi nella realizzazione dei vari interventi destinate alla residenzialità, ai servizi, all’aggregazione e allo sviluppo delle attività sociali e culturali del quartiere”.
Ricordando le “numerose sollecitazioni del Comitato di quartiere, che ha coinvolto anche i gruppi consiliari nel mese di ottobre 2015”, Di Renzone ha invitato l’Amministrazione comunale ad accelerare le procedure e il cronoprogramma dei lavori ed è entrato nel dettaglio degli interventi per ciascuno dei blocchi che lo compongono. Il blocco A, inserito anche nel programma triennale delle opere pubbliche 2016/18, per il quale è prevista la realizzazione di un edificio semicircolare per attività civiche e aggregative; il blocco B, con 24 mini appartamenti da collaudare e assegnare; il blocco C per la realizzazione di un mini auditorium; il blocco E per la costruzione di autorimesse. “Inoltre, non risultano atti – ha proseguito – per lo spostamento del tratto di via Berlinguer dietro l’edificio semicircolare, come previsto dal vigente strumento urbanistico, per il completamento della piazza e la sua ricucitura con il blocco A”.
Di Renzone ha chiesto all’Amministrazione un aggiornamento sul programma di realizzazione e recupero degli edifici del Contratto di quartiere e sui tempi di assegnazione delle opere, compresa la realizzazione della nuova strada.
L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Mazzini, ha passato in rassegna la situazione dei vari blocchi per il completamento del Contratto di quartiere di San Miniato. Ha informato che, per quanto riguarda il blocco A, è stata affidata da un mese circa la progettazione esecutiva dei lavori di completamento, ovvero di manutenzione e ripristino delle finiture interne ed esterne, degli intonaci e delle tinteggiature, delle opere in ferro, dei rivestimenti in laterizio e del cappotto isolante. Sono inoltre necessari lavori di completamento e adeguamento degli impianti tecnologici “per una tempistica complessiva di alcuni mesi – come ha indicato Mazzini – tra esecuzione e collaudi che prevede l’ultimazione nell’estate 2017”.
“Nello stesso arco temporale – ha aggiunto – dovrebbero essere realizzati anche gli interventi previsti al blocco C di abbattimento delle barriere architettoniche e adeguamento alla normativa antincendio. L’autorimessa con una disponibilità di circa 200 posti auto (blocco E) richiede ancora interventi di manutenzione e ripristino della funzionalità della compartimentazione e di adeguamento antincendio, l’isolamento delle parti strutturali e la creazione di nuovi accessi: proprio lunedì scorso si è conclusa la gara per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva. L’agibilità è prevista all’inizio del 2018”. “Infine – ha concluso l’assessore – gli appartamenti del blocco B: dispongono tutti dell’agibilità e sono già stati consegnati a Siena Casa che si occuperà delle procedure di assegnazione sulla base di specifiche graduatorie”.
Di Renzone ha espresso una parziale soddisfazione per le informazioni ricevute e ha riconosciuto come “questa Amministrazione abbia fatto tutto il possibile per completare il progetto del Contratto di quartiere. L’importante, adesso, è che le ditte esecutrici non incorrano in intoppi e che non vengano accumulati ulteriori ritardi, altrimenti la situazione per i cittadini sarebbe davvero insostenibile”.
L’ASSESSORE MAZZINI RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE DI SIMONE VIGNI SULLO STATO DI MANUTENZIONE DEL CORTILE DEL PODESTÀ
Il Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico, comunemente chiamato “Entrone”, uno dei luoghi, fisici e simbolici più importanti della città, è stato oggetto di un’interrogazione consiliare, nella seduta odierna, a firma di Simone Vigni e Rita Petti (PD).
Come ha illustrato Vigni, “si tratta di uno spazio di rilievo per il suo valore storico, architettonico e culturale, fruito quotidianamente da numerosi cittadini e stranieri. Dall’Entrone, infatti, si accede al Teatro dei Rinnovati, al Museo Civico e alla Torre del Mangia. Purtroppo, però, il suo stato di manutenzione è mediocre per l’abbondante guano di piccioni presente sul pavimento e sulle varie strutture sospese: in particolare sui sostegni per l’illuminazione e le lampade storiche, sui capitelli delle colonne e sui davanzali delle finestre che vi si affacciano”.
Il consigliere ha domandato “se è previsto uno specifico programma di manutenzione ordinaria o straordinaria e se nel piano di nuova illuminazione pubblica annunciato dal sindaco sia compreso anche questo spazio”.
Concordando con i contenuti dell’interrogazione, l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Mazzini, ha ricordato all’assise come “il Cortile del Podestà sia stato, negli anni, oggetto di interventi come la sostituzione di un lucernaio sui Magazzini del Sale e il restauro e il ripristino funzionale dei lanternoni di illuminazione perimetrale”. “Già affidato – ha proseguito – il rifacimento dell’impianto elettrico di distribuzione all’interno del Cortile, che prevede la realizzazione di nuove linee elettriche e la rimozione di quelle esistenti, compresi i binari di alimentazione dei faretti utilizzati in occasione di mostre ed esposizioni”.
“Per quanto concerne la pulizia – ha concluso l’assessore – questa non è più curata da operatori comunali, bensì da Sei Toscana, alla quale chiediamo interventi di pulizia più frequenti; il problema dei piccioni lo stiamo affrontando a livello generale e mi auguro di vedere risultati positivi già nei prossimi mesi”.
Vigni si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta “perché gli interventi previsti hanno una prospettiva di medio e lungo termine. Oltre a questi, è necessario programmare azioni quotidiane di pulizia e di mantenimento del decoro. Tali interventi, di facile attuazione, possono essere rapidamente messi in essere”. “Il cuore di Siena, rappresentativo e simbolico, e il suo Palazzo Pubblico – ha concluso – non possono mostrarsi così sporchi a causa del guano dei piccioni: è quindi indispensabile richiedere interventi di pulizia più ricorrenti a Sei Toscana”.
LE MODALITÀ DI UTILIZZO DEGLI ALTOPARLANTI IN PIAZZA IN OCCASIONE DEI PALII E DEGLI SPETTACOLI PUBBLICI
La delibera con cui la Giunta ha deciso di acquistare e installare un impianto di segnalazione acustica, su Palazzo Pubblico, da utilizzare in caso d’emergenza ha costituito, nella seduta consiliare odierna, l’oggetto dell’interrogazione di Marco Falorni (Impegno per Siena) sottoscritta anche da Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa).
Il consigliere ha sottolineato “la discrasia per un importo di 10mila euro tra l’impegno di spesa contemplato nella stessa delibera e quello del relativo atto dirigenziale” e ha chiesto “se sia già avvenuta la fornitura delle strumentazioni tecniche e se l’iniziativa sia stata proposta o richiesta dalla Prefettura o dalla Questura e, allo stesso tempo, condivisa con le Contrade e la Soprintendenza”. Inoltre, ha domandato “chi sarà il responsabile incaricato di attivarne il funzionamento e da dove saranno diramate le opportune segnalazioni al pubblico in Piazza del Campo”.
Come ha risposto il sindaco Bruno Valentini, “l’eventuale installazione in Piazza del Campo dell’impianto in oggetto trova fondamento nel decreto ministeriale del 19 agosto 1996 che, tra le altre cose, indica come ogni spazio che ospiti attività in regime di pubblico spettacolo debba essere appositamente predisposto in tal senso. Una situazione che vale per i due Palii ma anche per tutte le altre iniziative che vengono ospitate nel Campo e che attirano una grande folla”.
Durante il Palio, è presente un gruppo operativo di sicurezza sulla terrazza adiacente all’ingresso della Torre nella sommità di Palazzo Pubblico. “E’ la Commissione provinciale per la vigilanza sul pubblico spettacolo, che viene chiamata a esprimere un parere sulla sicurezza dell’evento che si deve svolgere, con il fine di migliorare lo stato di sicurezza e per adeguare alle norme l’intero impianto”. Presieduta dal Prefetto, o suo delegato, e composta da rappresentanti della Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, USL, Regione Toscana, Amministrazione comunale e da tecnici professionisti, esprime un parere obbligatorio. “Convocata lo scorso maggio – ha proseguito il primo cittadino – per l’espressione del parere sul Palio di luglio, su suggerimento dei Vigili del Fuoco ha ritenuto, tra l’altro, di prevedere la segnalazione acustica in caso di emergenza e di evacuazione della Piazza che, per decreto ministeriale, deve essere effettuata con altoparlanti, e, in tal senso, si è adoperato l’ufficio tecnico comunale, presentando alla Giunta un progetto tecnico. Il maggior costo deriva da alcuni adeguamenti tecnici al progetto iniziale, fra i quali la richiesta della Sovrintendenza di prevedere un braccio mobile che possa essere ritirato dietro i merli del Palazzo Pubblico quando non necessario”.
Come ha informato Valentini, prima di mettere in atto la nuova strumentazione, disciplinata da un apposito protocollo d’intesa, il Comune interpellerà le Forze dell’Ordine interessate e coinvolgerà nella questione anche il Magistrato delle Contrade per l’approfondimento dell’eventuale installazione in ossequio alla prescrizione data dalla Commissione provinciale di vigilanza.
Costo complessivo dell’operazione 30mila euro, ma la fornitura non è stata ancora eseguita, quindi non è stato effettuato nessun pagamento.
Marco Falorni, nel ringraziare per la risposta si è, comunque, dichiarato parzialmente soddisfatto perché “pur comprendendo l’obbligo dell’Amministrazione di adeguarsi alla normativa”, ha palesato le sue preoccupazioni sull’uso degli altoparlanti che potrebbe innescare un allarme eccessivo nella folla. “Auspicabile provare l’impianto durante le prove – ha concluso – così da abituare le persone”.
APPROVATE ALCUNE MODIFICHE STATUTARIE DI SIENA CASA
Il Consiglio ha approvato alcune modifiche allo statuto di Siena Casa. La società, partecipata al 34% dal Comune di Siena, si occupa di progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione amministrativa degli alloggi destinati a edilizia residenziale pubblica nell’intero territorio provinciale. Le modifiche si sono rese necessarie per aggiornare il testo alle nuove disposizioni normative dell’agosto scorso.
Come ha illustrato il vice sindaco Fulvio Mancuso “gli aggiornamenti riguardano, tra l’altro, l’oggetto sociale di Siena Casa, per il quale viene specificato che oltre l’80% del fatturato venga effettuato nello svolgimento dei compiti affidati dagli enti pubblici soci e che l’ulteriore produzione, rispetto al suddetto limite di fatturato, sia consentita solo a condizione che la stessa permetta di conseguire economie di scala o altri recuperi di efficienza sul complesso dell’attività principale della società”.
Riguardo agli organi sociali, è stato previsto che Siena Casa possa essere amministrata da un amministratore unico o da un consiglio di amministrazione composto da un massimo di tre membri. Modificati anche la disciplina delle modalità di convocazione dell’assemblea dei soci, le deleghe e i compensi dell’organo amministrativo, con la previsione del divieto di corrispondere gettoni di presenza o premi di risultato deliberati ex post, nonché trattamenti di fine mandato. Prevista, inoltre, la figura del revisore legale per il controllo legale dei conti.
“Modifiche importanti – ha concluso il vicesindaco – per la governance degli enti locali e delle società partecipate, che hanno come obiettivo una gestione razionale per la riduzione della spesa pubblica, secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa”.
NON PASSA LA PROPOSTA DEI 5 STELLE TESA A PROMUOVERE L’UTILIZZO DI PANNOLINI LAVABILI O COMPOSTABILI
Non è passata la mozione presentata questo pomeriggio da Michele Pinassi (Siena 5 Stelle), tesa a promuovere, come già sta avvenendo con incentivi di vario tipo in alcuni Comuni italiani, l’utilizzo di pannolini lavabili o compostabili. “Un cambio di tendenza – come aveva evidenziato il consigliere – nel nostro Paese, dove si consumano circa 6 milioni di pannolini monouso al giorno che rappresentano tra il 7 e il 10% del totale dei rifiuti solidi urbani e che permetterebbe una riduzione del consumo di acqua pari al 34% e un taglio del 95% delle emissioni di CO2 (6 Kg contro 161,3 Kg)”.
Respinto anche l’emendamento aggiunto dal proponente che chiedeva al sindaco l’impegno a promuovere un bando annuale per la concessione di contributi a fondo perduto destinati alla riduzione della produzione di rifiuti, con i quali finanziare l’acquisto di kit di pannolini lavabili.
Non accolto neppure l’emendamento a firma di Andrea Corsi (L’Alternativa) teso a ottenere un cofinanziamento comunale, fino a un massimo del 50%, per l’acquisto dei kit; così come quello di Massimiliano Bruttini e Carolina Persi (PD), Simone Lorenzetti (Riformisti), Lorenzo Di Renzone (Siena Cambia), Pasquale D’Onofrio (Gruppo misto), non accolto da Michele Pinassi, ma i cui contenuti hanno fatto respingere la mozione, perché, come ha illustrato Bruttini, a nome dei gruppi della maggioranza, pur riconoscendo “l’importanza del tema, anche ai fini di un uso intelligente e consapevole delle risorse, le persone non devono essere premiate con benefit di tipo economico quando questi sono relativi a “comportamenti normali” ai quali tutti si dovrebbero attenere quando si parla di ambiente”.