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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Consiglio Comunale a Siena: gli argomenti affrontati

SIENA. Si è riunito questa mattina (9 febbraio) il Consiglio Comunale di Siena. Di seguito, e in aggiornamento, i temi trattati. 

 

Il Consiglio Comunale approva la modifica al regolamento “Codice del Commercio”

L’assessore Giunti: “Passo in avanti per la valorizzazione della Fortezza Medicea”

Il Consiglio Comunale di Siena, nella seduta che si è tenuta oggi venerdì 9 febbraio, ha approvato la variazione al regolamento “Disposizione di salvaguardia per le aree di particolare interesse del territorio comunale (ai sensi della Legge regione Toscana numero 62 del 2018) ‘Codice del commercio’”. Il documento, che è stato presentato dall’assessore al commercio e turismo del Comune di Siena Vanna Giunti, è stato approvato con ventuno voti favorevoli su ventuno votanti.

Risulta opportuno – si legge nel documento – modificare alcune parti del testo originale del regolamento medesimo e introdurre una specifica sotto-area nell’ambito dell’attuale ‘zona 2’ della ripartizione zonale per le attività di somministrazione e commercio, così come rappresentate nel relativo stradario, riferita al complesso denominato ‘Fortezza Medicea’ che riveste una importanza strategica per le sue peculiari caratteristiche strutturali e di ubicazione e che l’amministrazione intende valorizzare al fine della implementazione di un progetto destinato alla migliore fruibilità dei luoghi da parte della cittadinanza dell’utenza turistica”.

Il nuovo testo introduce, in particolare, la “Zona 2Bis” che comprende piazza Caduti Forze dell’Ordine e piazza della Libertà (zona Fortezza Medicea). “E’ incompatibile – si legge – l’apertura di qualsiasi attività produttiva in sede fissa ad eccezione dell’attività di somministrazione alimenti e bevande, ai sensi dell’articolo 47 del Codice del Commercio, e dell’attività di commercio al dettaglio in esercizi di vicinato, ai sensi dell’articolo 15 del Codice del Commercio. L’attività di ‘consumo sul posto’, effettuata con l’esclusione di ogni operazione di assistenza, deve essere esercitata in unità immobiliari con idonea destinazione d’uso e che hanno, come requisito specifico, la presenza di un locale destinato a servizio igienico, con caratteristiche di visibilità condizionata, ad uso esclusivo dei clienti (presenza di almeno un lavabo e un wc) distinto da quelli previsti da altra normativa. Il servizio igienico non è richiesto se gli arredi non comprendono sedute. Non è consentito fornire al cliente piatti, cannucce, posate monouso di plastica come indicato dalla direttiva europea 2019/904, nonché bicchieri di plastica. Le attività aperte in zona 2 Bis non possono essere trasferite nelle altre Zone della città”.

“Questa modifica – ha spiegato l’assessore Giunti – va inserita nel progetto più complessivo di valorizzazione della Fortezza Medicea che, nelle intenzioni di questa amministrazione, deve diventare un punto di riferimento sia per i cittadini che per i turisti e in tutti i mesi dell’anno. Una sorta di nuovo ‘cuore pulsante’ di Siena. La modifica al regolamento è stata concertata con le associazioni di categoria e sindacali del territorio, che sono state coinvolte al fine di raccogliere proposte condivise e contributi utili. E’ un passo in avanti per lo sviluppo di quello che consideriamo un asset strategico per il futuro della città”.

Loré: “Franchi, pronti a mettere in mora la società Acr Siena. Prioritario rientrare in possesso dello stadio”

Il vicesindaco ha risposto all’interrogazione della consigliera del gruppo Pd Giulia Mazzarelli

La fruibilità dell’Artemio Franchi è stata discussa oggi, venerdì 9 febbraio, durante la seduta del Consiglio Comunale: era infatti l’oggetto di un’interrogazione presentata dalla consigliera del gruppo Pd Giulia Mazzarelli, a cui ha risposto l’assessore allo sport ed edilizia sportiva Lorenzo Loré.

Il 25 gennaio – ha detto l’assessore – si è tenuta l’udienza davanti al Consiglio di Stato all’esito della quale il Collegio ha comunicato di voler decidere non tanto sulla istanza di sospensione della sentenza del Tar Toscana, presentata da Acr Siena, quanto, definitivamente, sulla competenza ed eventualmente sul merito. Purtroppo, ancora i giudici amministrativi non hanno emesso alcun provvedimento. Auspicando, comunque, in un esito positivo della causa, il Comune è pronto a trasmettere immediatamente nuova intimazione di rilascio alla controparte, concedendo nuovo termine, consapevole di aver ben operato quando nel maggio 2023 venne notificato alla vecchia società lo scioglimento della convenzione per l’utilizzo degli impianti, come tra l’altro certificato dalla sentenza di primo grado”.

“Al momento del rientro in possesso dello stadio – ha proseguito -, così come dell’impianto ‘Bertoni’, sarà necessario in via prioritaria verificare lo stato dei luoghi, del manto erboso, dei locali, delle strutture e degli impianti in maniera da poter prevedere e pianificare, anche da un punto di vista economico, gli interventi da fare. Nelle more, evidentemente, sono già state messe a terra tutte le azioni necessarie per poter operare in tempi brevissimi, essendo per questa amministrazione prioritario consentire alla Siena Fc di giocare quanto prima al Rastrello che, come affermato dall’interrogante, è sicuramente legato indissolubilmente alla squadra di calcio cittadina. Naturalmente, conclusi i lavori di ripristino degli impianti a suo tempo dati in concessione alla Acr, il Comune metterà in mora la vecchia società chiedendo il rimborso delle spese sostenute e il risarcimento per ogni danno subito”.

La consigliera comunale Giulia Mazzarelli (Pd) si è detta “parzialmente soddisfatta. Vorrei invitare Sindaco e giunta a non smettere di monitorare la questione. Questo ritardo e i tempi dilatati sono una situazione insopportabile per la città, i tifosi e la squadra stessa. Quindi chiedo la massima attenzione e di mettere in campo tutte le possibili strategie per un eventuale sollecito e per trovare una soluzione quanto prima”.

 

Viabilità in via Piccolomini, gli interventi eseguiti e in programma

L’assessore Enrico Tucci ha risposto all’interrogazione del consigliere Franco Bossini del gruppo Movimento Civico Senese

L’assessore alla mobilità, ai trasporti, alla sicurezza e alla Polizia Municipale del Comune di Siena Enrico Tucci ha risposto all’interrogazione presentata dal consigliere Franco Bossini (gruppo Movimento Civico Senese) durante la seduta del Consiglio Comunale di oggi, venerdì 9 febbraio, in merito ad alcuni problemi evidenziati dagli abitanti di via Enea Silvio Piccolomini, limite suburbio, Cassia Sud (vecchie fornaci), incrocio semaforico.

“Il Comune – ha spiegato Tucci – è intervenuto recentemente in via Piccolomini, nel tratto Nord, maggiormente urbanizzato e incidentato, che è compreso tra la Chiesa e il semaforo tra via Piccolomini e via Gigli, con gli ‘Interventi di moderazione del traffico nell’itinerario della strada Cassia Sud in ambito urbano’, progetto finanziato da un bando del 2020 della Regione Toscana sulla sicurezza stradale. In tale occasione sono stati realizzati due nuovi attraversamenti pedonali rialzati dotati di specifica illuminazione e opere accessorie in aggiunta al passaggio rialzato già presente in corrispondenza della Chiesa. Il tratto Sud, compreso tra la Chiesa e l’intersezione semaforizzata tra strada Cassia Sud e strada Massetana Romana, è meno incidentato rispetto a quello Nord: i sinistri sono concentrati principalmente, oltre che in corrispondenza degli accessi privati (a causa della ristretta sezione stradale confinata tra muri che genera una loro scarsa visibilità), all’intersezione con la strada dell’Arbiola e in corrispondenza dell’intersezione con strada della Fornace Vecchia. Per il miglioramento della sicurezza stradale dei pedoni e degli utenti del trasporto pubblico locale in corrispondenza di quest’ultima intersezione, è in programma l’‘intervento di riqualificazione funzionale delle intersezioni tra la Strada Regionale 2 Cassia Sud con la strada Massetana Romana e con via della Fornace Vecchia – 1° stralcio’, propedeutico alla realizzazione di una rotatoria all’intersezione tra strada Cassia Sud e strada Massetana Romana”.

“Riguardo all’Intersezione tra strada dell’Arbiola e via Piccolomini – ha proseguito l’assessore – data la scarsa visibilità reciproca tra i veicoli in transito sulla Cassia Sud e quelli in procinto di immettersi dalla secondaria, attualmente migliorata dalla presenza di uno specchio parabolico, è in fase di studio la fattibilità di un semaforo a chiamata da parte dei veicoli in attesa sulla strada dell’Arbiola, ovvero con lanterne di colore normalmente verde sulla Cassia Sud che diventano rosse in caso di attivazione di una spira da installare nella pavimentazione stradale in corrispondenza della linea di stop della strada dell’Arbiola”.

“Per quanto attiene la richiesta degli abitanti della zona della Fornace Vecchia di raggiungere Massetana e l’Ospedale – ha concluso l’assessore Tucci – è stata soddisfatta dalla deviazione della linea S3, entrata in vigore dal giorno 8 gennaio, che non transita più sulla strada dei Tufi ed ha capolinea all’intersezione tra Cassia Sud e strada della Fornace Vecchia”.

Il consigliere Franco Bossini, del gruppo Movimento Civico Senese, si è dichiarato “molto soddisfatto della risposta. La vicenda al centro dell’interrogazione va avanti dal 1994, e apprendere questa mattina che i lavori sono già avviati mi sembra una svolta positiva. Spero che entro l’anno possano essere completati anche tutti gli altri interventi richiesti”.

 

Bronzi di San Casciano, Fabio: “Valutiamo esposizione di un reperto in attesa di nuove indicazioni dal Ministero della Cultura”

Il Sindaco ha risposto all’interrogazione della consigliera del gruppo Siena Sostenibile Monica Casciaro

“Valuteremo l’esposizione a Siena di un reparto dopo il rientro dei bronzi a San Casciano, attendiamo per i prestito anche le valutazioni del Ministero della Cultura”. Così il Sindaco del Comune di Siena Nicoletta Fabio ha risposto all’interrogazione presentata dalla consigliera Monica Casciaro, del gruppo Siena Sostenibile, durante la seduta del Consiglio Comunale di oggi, venerdì 9 febbraio, in merito al progetto di una mostra a Siena dei bronzi rinvenuti a San Casciano dei Bagni.

Si tratta – ha spiegato il Sindaco di una delle ricchezze più prestigiose del nostro patrimonio storico e artistico. I reperti ritrovati nel 2022 nel santuario termale di San Casciano dei Bagni hanno un valore inestimabile per la storia e per il nostro territorio e hanno sollevato per questo un grande interesse nazionale come dimostra l’organizzazione della mostra, dal titolo ‘Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano’ alle Scuderie del Quirinale alla presenza del presidente della Repubblica. Una mostra che ha avuto un grande successo di pubblico e che certamente ho sempre sperato di poter ospitare a Siena”.

Il Sindaco ha sottolineato che “la scelta dei luoghi espositivi ha però un vincolo molto forte, quello della presenza di un laboratorio di restauro e diagnostica ben attrezzato e organizzato, oltre alla copertura finanziaria di tutta l’operazione che fra tutto si aggira intorno ai 500mila euro. I reperti infatti, molto delicati e sensibili, ogni volta hanno bisogno di sostare nei laboratori di diagnostica circa tre settimane prima dell’allestimento. A seguito di alcune interlocuzioni avvenute con il Ministro Gennaro Sangiuliano sono venuta a conoscenza del fatto che al momento soltanto Napoli e il Mann, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono certi come sede espositiva e che i bronzi, a fine mostra, intorno al mesi di giugno, torneranno a San Casciano dei Bagni”.

“Dal Ministero – ha aggiunto Fabio – non giungono ulteriori informazioni su altre città o musei coinvolti. Certo è che, essendo il Ministero il proprietario dei manufatti, è possibile che possa decidere di ampliare l’operazione generale di valorizzazione. Per quanto riguarda Siena dunque, ed una futura esposizione magari proprio all’interno del Museo Archeologico del Santa Maria della Scala, sarà possibile valutare il prestito di uno dei bronzi da esporre a Siena, dopo il rientro dei reperti a San Casciano, località d’origine e luogo per eccellenza deputato alla tutela e alla musealizzazione del patrimonio rinvenuto,”.

Il Sindaco ha voluto precisare che “l’intenzione del Ministero è ovviamente quella di far tornare stabilmente e il prima possibile i bronzi nella località d’origine, spero in ogni caso che sia possibile avere all’interno del nostro prestigioso Museo Archeologico uno dei reperti così da permettere a chi è in visita al Santa Maria della Scala di poterlo ammirare contornato da tanti altri reperti che impreziosiscono il complesso, ma che forse restano ancora poco conosciuti dalla città”.

Si dibatte in questi giorni – ha concluso il Sindaco – sull’utilizzo che può essere fatto o meno degli spazi del Santa Maria: sottolineo che per una piena valorizzazione del nostro complesso museale sono indispensabili una serie di strumenti, come nel caso dei laboratori diagnostici per il mantenimento dei reperti archeologici di San Casciano, o locali di cui dotarsi per essere in grado di accogliere opere di un certo prestigio. Entro l’estate sarà completata la costruzione di un deposito, proprio nella direzione di dotare, passo dopo passo, il Santa Maria di spazi idonei utilizzabili anche come possibili laboratori di restauro”.

La consigliera del gruppo Siena Sostenibile, Monica Casciaro, si è ritenuta “Soddisfatta con la speranza che il Santa Maria diventi un museo sempre più conosciuto anche dotandosi di laboratori specifici, che mi rendo conto abbiano un costo non indifferente, ma che così permetterebbero di sfruttare al meglio e maggiormente l’intero complesso”

Apprezzo comunque l’interesse e l’impegno dimostrato dal Sindaco e dalla Giunta per la crescita del Santa Maria della Scala” – ha concluso la consigliera Casciaro.

Capitani: “Mensa Via Bandini, soluzione non percorribile Comune al lavoro per trovare alternative insieme al Dsu”

Il vicesindaco ha risposto all’interrogazione dei consiglieri del gruppo Pd

“Gli attuali locali di via Bandini sono inadeguati per una mensa, il Comune di Siena ha riaperto il dialogo con l’Azienda regionale per il Diritto allo studio per trovare altre soluzioni”. Così il vicesindaco Michele Capitani ha risposto all’interrogazione presentata oggi, venerdì 9 febbraio, in Consiglio Comunale, dai consiglieri del gruppo Pd Giulia Mazzarelli, Alessandro Masi, Gabriella Piccinni e Luca Micheli in merito alla mensa universitaria Bandini-lavori di riqualificazione.

“Spero che almeno si apprezzato – ha spiegato Capitani – che malgrado in questi giorni il Comune abbia ricevuto molti stimoli a prendere posizione sull’argomento, per rispetto istituzionale la risposta arriva in questa sede. Questa amministrazione ha avviato fin dal suo insediamento un colloquio con il Dsu per trovare una soluzione condivisa, riscontrando collaborazione”. “Con delibera del consiglio comunale del novembre del 1978 – ha ricostruito Capitani – il Comune diviene proprietario dell’intero palazzo a seguito dello scioglimento dell’Eca (Enti comunali di assistenza) destinati ad destinati ad assistere individui e famiglie in condizioni di particolari necessità. Già negli anni 80 il Comune inizia una collaborazione di locazione con l’allora organismo deputato al diritto allo studio per quanto attiene due piani. Al piano terra invece è fatto noto che un’alienazione comunale porta ad una nuova proprietà e vi si stabilirà una tipografia. Negli anni 2000 un piano superiore viene restituito al Comune e adibito a uffici comunali, mentre il Dsu si riserva il primo piano. Nel 2003 la tipografia chiude la propria attività, vengono realizzati sei appartamenti e venduti nel mercato privato. Nel 2013 come noto il Comune di Siena vende il piano uffici e il piano mensa per complessivi circa 1800 mq circa a 3 milioni e 400mila circa con l’obbiettivo dichiarato di realizzare una mensa più grande e funzionale. La mensa è rimasta poi aperta con qualche chiusura fino al maggio 2021 per non aver superato i criteri della vulnerabilità sismica”.

Sul progetto di ristrutturazione antisismica che il Dsu ha presentato e resosi necessario per le norme di prevenzione antisismica in vigore, Capitani ha spiegato che “il progetto presentato di ristrutturazione e cambio di destinazione del piano secondo da uffici a mensa, prevede obbligatoriamente l’adeguamento antisismico della struttura portante dell’edifico nel suo complesso, dalle fondamenta alla copertura e pertanto impone l’esecuzione di radicali e pesanti opere strutturali, anche con coinvolgimento degli alloggi privati a piano terreno, con i cui proprietari non è stato possibile trovare l’accordo durante le assemblee di condominio anticipatorie. Alla fine dello scorso mandato il Dsu si rivolge al Comune, affinché si dia corso ad una ordinanza di occupazione temporanea nei confronti non solo delle proprietà del piano terra, ma anche dei proprietari di tutte delle aree di cantiere necessarie all’intervento. Le ridotte dimensioni delle strade e degli accessi, crea insormontabili problematiche per l’installazione e gestione del cantiere e le successive fasi lavorative, relative al traffico dei mezzi operativi, per l’approvvigionamento dei materiali, per il montaggio delle attrezzature di cantiere (baracche, recinzioni, gru, etc.), tanto da rendere impossibile pensare di accedere all’immobile dalla via Bandini, con la sola alternativa di organizzare la viabilità di accesso e manovra da valle, attraverso il terreno della Contrada del Leocorno e altre proprietà private”.

“L’intervento di adeguamento antisismico – ha detto Capitani – sarebbe stato necessario anche nel caso si fosse limitata la realizzazione della mensa al solo piano primo. La soluzione adottata per l’intervento strutturale proposto e contenuto negli elaborati di progetto prevede di eseguire opere strutturali anche all’interno degli appartamenti posti a piano terreno, che ne cambierebbe non solo la superficie con l’introduzione di elementi strutturali che avrebbero alterato la proprietà. L’esecuzione di opere strutturali all’interno degli alloggi avrebbe reso necessario l’abbandono dell’abitazione da parte dei proprietari per tutto il periodo di tempo dei lavori, oltre al loro completo svuotamento. Inoltre i lavori di consolidamento avrebbero previsto la realizzazione di opere che avrebbero modificato, in parte, lo stato attuale dei luoghi, riconsegnando appartamenti in uno stato finale diverso da quello iniziale”.

“A questo punto il Dsu – ha affermato ancora Capitani – ha chiesto al Comune, come ente espropriante, di provvedere ad emettere un’ordinanza di occupazione temporanea dei luoghi al fine della realizzazione di opere di adeguamento strutturale del fabbricato sede del servizio pubblico di mensa per studenti. Il Comune, durante l’esercizio della precedente amministrazione (nel periodo marzo-aprile 2023) ha esaminato i vari e contraddittori aspetti della vicenda, attraverso i propri servizi tecnico-legali, i cui relativi giudizi contenevano fin da subito molte perplessità, stante sì il carattere pubblico dell’intervento, ma con chiare interferenze privatistiche, che potevano limitare il diritto alla proprietà come evidentemente il restituire un immobile alterato rispetto al momento di inizio dei lavori. Il Comune ha richiesto anche il supporto della Provincia, tramite gli uffici che svolgono le procedure espropriative, ottenendo un riscontro non favorevole in merito all’occupazione temporanea per il cantiere. Come importante elemento cito inoltre l’articolo 49 del ‘Testo unico delle espropriazioni per pubblica utilità’: al primo comma stabilisce che si possono occupare aree, ma ‘se ciò risulti necessario per la corretta esecuzione dei lavori previsti’”.

Il vicesindaco ha poi paragonato il luogo a quello della mensa universitaria di Sant’Agata per evidenziare tutte le ulteriori criticità relative a una collocazione in quel luogo“Il muro di accesso a Sant’Agata fu danneggiato gravemente, sicuramente da un camion in manovra, nel 2015 e ripristinato nel 2018. Questo ingresso che poi apre all’ampio piazzale ha una larghezza di 3 metri e 80 centimetri e la sede stradale da cui si accede ha una larghezza per la manovra di 6 metri e 80 centimetri. In tale piazzale accedono ogni mese e tutti i giorni centoventi mezzi della 6Toscana tra i cinquanta e settantacinque quintali per rimuovere i cassonetti dell’isola ecologica della mensa, ovvero quattro al giorno per ogni raccolta differenziata. La mensa serve mille e duecento pasti a turno e per i rifornimenti riceve le merci”. Il vicesindaco ha paragonato questi numeri a quelli del progetto per l’ampliamento in via Bandini: “L’accesso ad una mensa che nelle intenzioni del progetto avrebbe dovuto fornire duemila pasti a turno: la strada di accesso ha con un angolo a novanta gradi una larghezza di strada di 3 metri e 10 centimetri e curva a novanta gradi con distanza di 4 metri e 80 centimetri. Mentre ero sul posto personalmente a fare delle misurazioni è arrivato dallo stretto percorso in salita un veicolo medio che ha dovuto muoversi con estrema cautela per non battere. Inoltre per le cucine, anche nel nuovo progetto, erano collocate al piano terra e per accedere al piazzale condominiale c’è un varco con altezza di 2 metri e 50 centimetri”.

“Tutte queste considerazioni – ha concluso – e l’illustrazione portano a dire che questa amministrazione è a disposizione del Dsu per valutare soluzioni alternative, ma deve prendere atto che che la soluzione della mensa in via Bandini è impraticabile e dunque siamo al lavoro come amministrazione con i Rettori, il citato Dsu e il Presidente della regione Toscana per valutare tutte le soluzioni alternative”.

La consigliera comunale Giulia Mazzarelli Pd), che ha illustrato l’interrogazione, si è detta “non soddisfatta. Ricordo che stiamo parlando di un numero alto di studenti fuori sede che usufruiscono di una sola mensa in questo momento. Vorrei sapere se ci siano altri immobili disponibili a ospitare una superficie pari a quella di cui si sta parlando, se ci siano dunque altre soluzioni praticabili, che nel caso dovrebbero essere esplicitate in maniera chiara. Senza che siano soluzioni al ribasso. Servono servizi adeguati e degni del nome di Siena. Non sono sicura della impraticabilità di cui ha parlato il vicesindaco e chiedo un confronto più approfondito all’interno della specifica Commissione consiliare. Il punto non è tecnico, come dice il vicesindaco, ma politico: si tratta di una scelta e si tratta di dare una priorità. La priorità dell’amministrazione è di tutelare gli interessi dei privati in questione o quella di tutelare l’interesse pubblico?”.

 

Capitani: “Cantiere della nuova Cassia entro giugno 2025

L’assessore al personale ha risposto all’interrogazione del consigliere del gruppo Pd Luca Micheli

Ottenuta la nuova autorizzazione paesaggistica, siamo nella fase di indagine che precede quella dei progetti. Entro giugno 2025 si procederà con il cantiere della nuova Cassia”. Così il vicesindaco Michele Capitani ha risposto oggi, venerdì 9 febbraio, all’interrogazione presentata in Consiglio Comunale da Luca Micheli (gruppo Partito Democratico), in merito allo stato di progettazione del tratto di collegamento tra Siena (viadotto Monsindoli sulla Siena-Grosseto), svincolo Monteroni d’Arbia Nord.

“L’attività di progetto e autorizzativa degli ultimi mesi (dallo scorso mese di giugno) – ha detto Capitani – si è incentrata sull’approvazione del progetto ai fini paesaggistici, con il relativo rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e questo in sintonia con il Comune di Monteroni d’Arbia, per il tratto di viabilità ricadente nel suo territorio. Infatti al fine della ripresa dei lavori del tratto di strada More di Cuna – Monsindoli deve essere approvato il nuovo progetto, che essenzialmente ripropone il progetto originario, con contenute modifiche soprattutto di natura ‘estetica’, laddove è inteso migliorare l’impatto paesaggistico degli elementi strutturali (pile e travi d’impalcato) dei tratti sopraelevati. Lo scorso mese di luglio, dal confronto avuto con la direzione tecnica Anas e la commissione del paesaggio comunale e la Soprintendenza, fu concordata la procedura autorizzativa da seguire in ambito paesaggistico, dal momento che si rendeva necessario rilasciare una nuova autorizzazione paesaggistica, in quanto quella preesistente era scaduta e quindi non più efficace. In quella sede la conferenza esaminatrice (congiunta dei due Comuni), in una prima valutazione, fece rilevare la necessità che il progetto rivisitato tenesse in considerazione alcuni aspetti per mitigare l’impatto visivo dei viadotti e degli elementi strutturali componenti. Il progetto, così rielaborato, è stato presentato ai due Comuni lo scorso 10 gennaio ed è stato esaminato nella seduta del 25 gennaio ed è stato espresso parere favorevole con il relativo rilascio della nuova autorizzazione paesaggistica”.

“A questo punto l’Anas – ha proseguito Capitani – potrà procedere con la stesura del progetto definitivo che per altro andrà a ricalcare per la parte grafica il progetto di cui alla autorizzazione paesaggistica, completandolo con gli elaborati di tipo economico-amministrativo, quali capitolati, computi metrici-estimativi, quadro economico, necessari per l’indizione della gara di appalto. Le notizie delle future procedure e della relativa tempistica si sono apprese dai funzionari della direzione tecnica Anas, settore ambiente e architettura, che si stanno coordinando con il gruppo esterno di progettisti dell’opera. Al momento si stanno concludendo le operazioni di indagine sullo stato di consistenza geometrico-strutturale delle opere già realizzate e non ultimate, quali pile, piloni e relative fondazioni e travi di impalcato per verificare la validità della loro conservazione oppure se si dovesse rendere necessario l’abbattimento. E’ chiaro che ciò non invalida il progetto nella sua ‘geometria’, ma nella spesa, così da rendere necessaria una diversa valutazione dei costi. Questa fase ricognitiva avrà termine presumibilmente entro la fine del mese di marzo, in modo da rendere possibile la presentazione del progetto ai Comuni di Siena e Monteroni d’Arbia per la fine del mese di giugno/luglio e la sua possibile approvazione entro la fine del corrente anno per poi procedere alla gara di appalto e all’assegnazione dei lavori entro la fine di giugno 2025”.

“Questa amministrazione – ha specificato il vicesindaco – attraverso i propri uffici tecnici si sta confrontando con la direzione tecnica di Anas per rendere possibile la suddivisione del progetto almeno in due stralci funzionali, al momento non previsti: il primo da More di Cuna all’Isola d’Arbia, consentendo lo scavalco del passaggio a livello ed il secondo dall’Isola d’Arbia (attuale rotatoria davanti all’ingresso alla zona produttiva) a Monsindoli. Quindi i lavori si dovrebbero concentrare nell’esecuzione ed ultimazione delle opere, con i relativi svincoli, in modo da aprire al traffico il tratto da More di Cuna fino all’attuale rotatoria sulla Cassia davanti all’ingresso della zona produttiva di Isola d’Arbia, scavalcando così il ‘famigerato’ passaggio a livello, lavori che potrebbero essere ultimati entro quindici-diciotto mesi dalla loro ripresa. Chiaramente sulla tempistica il Comune di Siena può solo ‘dire la sua’ nel rilasciare entro tempo rapidissimi i propri pareri di valutazione sul progetto, mentre sulla sua redazione, sull’indizione della gara, sull’assegnazione e consegna dei lavori, sul loro andamento non può nulla, se non fare da pungolo al loro rapido svolgimento”.

Il consigliere comunale Luca Micheli (gruppo Partito Democratico) si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta dell’assessore: “Lo sforzo che adesso è necessario è quello di avere interlocuzioni significative affinché il progetto venga inserito nell’accordo di programma fra Anas e Governo, per far sì che siano reperite velocemente le risorse necessarie e i lavori non rimangano incompleti. Avere la tratta Monteroni – Monsindoli nell’accordo di programma renderebbe l’opera cantierabile e i tempi molto più certi. Attendiamo che i progetti siano trasformati in opere concrete se si vuole dare nuova vita alla Cassia”.

 

Altezza dei parapetti cittadini, Capitani: Ricognizione in corso per stabilire le priorità di intervento”

Il vicesindaco e assessore all’urbanistica ha risposto durante il Consiglio Comunale di oggi,  all’interrogazione del consigliere Massimo Castagnini del gruppo Castagnini Sindaco

Durante la seduta del Consiglio Comunale di oggi, venerdì 9 febbraio, il vicesindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Siena Michele Capitani ha risposto all’interrogazione, presentata dal consigliere Massimo Castagnini del gruppo Castagnini Sindaco, in merito ai requisiti minimi di sicurezza (altezza) dei muri cittadini.

L’altezza minima dei parapetti per la caduta dall’alto – ha spiegato Capitani – è disciplinata dal Decreto Ministeriale 236 del 1989 (‘Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche’), quale regolamento di attuazione della legge 23 del 1989. La Regione Toscana, inoltre, ha emanato un Regolamento nel 2009 che sostanzialmente conferma quanto previsto dalla normativa nazionale in materia di barriere architettoniche. In sostanza, l’altezza minima deve essere di un metro dal piano di calpestio e il parapetto non deve essere attraversabile da una sfera di dieci centimetri di diametro”.

Il centro storico di Siena – ha evidenziato il vicesindaco – è frutto di una successione di interventi edilizi a prevalente matrice medievale, che hanno interessato anche le parti di pubblico accesso. In vari luoghi si possono trovare, quindi, situazioni di potenziale criticità legate all’altezza dei parapetti. Tuttavia la conoscenza da parte dei cittadini del proprio contesto storico costruito, fino ad oggi, ha limitato tale rischio. In più, c’è da aggiungere che trattandosi di patrimonio edilizio monumentale, ogni intervento è sottoposto all’alta sorveglianza e al nulla osta della soprintendenza locale e necessita di un’accurata valutazione e condivisione con le parti interessate (ad esempio le Contrade).

Il Comune – ha proseguito Capitani – ha adottato già in varie zone alcune misure per limitare tali rischi o eliminarli, partendo da quei luoghi dove erano previsti interventi di manutenzione o, in alcuni casi, l’importanza delle funzioni richiedeva un intervento. È il caso ad esempio della Fortezza Medicea (dove tra l’altro il rischio era aggravato dalla grande altezza delle potenziali cadute), che ha visto realizzare un complessiva messa in sicurezza dei parapetti perimetrali interni ed esterni per il costo complessivo di trecentomila euro (negli anni dal 2017 al 2019). Anche in occasione della ristrutturazione delle Fonti di Pescaia per il Museo dell’Acqua sono state realizzate balaustre di protezione dei muri esistenti troppo bassi, e lo stesso è avvenuto per il Prato di Sant’Agostino, il vicolo di Diacceto e il ‘Giardino dei Profumi’ dentro a Porta Pispini, solo per citarne alcuni”.

L’amministrazione – ha sottolineato il vicesindaco – ha avviato una ricognizione delle zone in cui si presenta la criticità legata all’altezza non opportuna dei manufatti esistenti, partendo dal centro storico e progressivamente spostandosi anche verso l’esterno della cinta muraria. Il criterio è quello di schedare le zone di maggior rischi in funzione di vari indicatori, quali: altezza attuale del parapetto dal piano di calpestio, profondità/spessore del parapetto, altezza di valle del parapetto, destinazione d’uso della zona (area verde, passaggio pedonale, fermata bus, scuole, etc), potenziale grado di affollamento. A ciascuno di questi parametri verrà attribuito un ‘peso’ e di conseguenza stilata un ordine di livello di rischio e conseguente priorità. In seguito potranno essere individuati degli interventi ‘tipologici’ e in conseguenza dei costi parametrici indicativi per poter programmare l’allocazione delle risorse di bilancio e conseguentemente programmare gli interventi”.

Data la conformazione della città – ha concluso Capitani – il lavoro di ricognizione, che è già iniziato, avrà un percorso non brevissimo, visto anche il coinvolgimento di più professionalità e più uffici, ognuno per le proprie competenze”.

Il consigliere Massimo Castagnini (Castagnini Sindaco), si è dichiarato “completamento soddisfatto. Sottolineo solo la mia esperienza di vita: spesso accade di vedere giovani di giorno e di notte sdraiati sul muro in piazza del Mercato, è qualcosa su cui porre massima attenzione e un aspetto da inserire fra le priorità dell’amministrazione”.

Celebrazioni Liberazione, Fabio: “Giusto ricordare, ma unica vera dedica del Palio è alla Madonna di Provenzano”

Il Sindaco Nicoletta Fabio ha risposto all’interrogazione della consigliera del gruppo Partito Democratico, Gabriella Piccinni

La volontà di questa amministrazione è quella di ricordare l’ottantesimo anniversario della Liberazione di Siena e Provincia, ma il Palio del 2 luglio rimane dedicato per sua natura alla Madonna di Provenzano”. Con queste parole il Sindaco di Siena, Nicoletta Fabio, ha risposto durante il Consiglio Comunale di oggi, venerdì 9 febbraio, all’interrogazione della consigliera del gruppo Partito Democratico Gabriella Piccinni sulle iniziative legate all’anniversario della Liberazione.

Il Sindaco ha spiegato che “l’ottantesimo anniversario della Liberazione di Siena e Provincia, avvenuto il 3 luglio 1944 con l’entrata in città del corpo di spedizione francese, sarà senza dubbio ricordato dall’amministrazione comunale. È un giorno importante per la storia di Siena, vissuto anche da molti dei nostri genitori e nonni, ed entrato ormai tra i rituali civici, tanto che il 3 luglio alle 14, ogni anno, Sunto suona per cinque minuti. In riferimento alle domande formulate dalla consigliera Piccinni, confermo che c’è stato un contatto diretto con Anpi relativo alle celebrazioni per l’anniversario che cade nel 2024, che sarà commemorato attraverso specifiche iniziative concordate con il comitato. Nello specifico, sarà allestita una mostra fotografica in piazza Matteotti, dal 22 aprile al 17 maggio, che sarà poi spostata a San Miniato. L’amministrazione concederà la gratuità per l’occupazione del suolo pubblico. La ‘Passeggiata della Liberazione’, in programma a fine giugno, ricorderà i tre giovani senesi caduti il 3 luglio nello scontro con le truppe tedesche in ritirata. La passeggiata, a cui parteciperà un rappresentante dell’amministrazione, partirà da piazza della Costituzione, a San Miniato, e raggiungerà il cippo di Vicobello. La mostra ‘Muraria’ consisterà nell’affissione, sui muri della città e degli altri Comuni della Provincia, di manifesti artistici realizzati da artisti e grafici del territorio individuati dalla stessa Anpi. È previsto il Patrocinio da parte del Comune e la conseguente riduzione del 50 per cento sulle spese di affissione”.

“Per quanto riguarda la richiesta di dedica del Drappellone – ha proseguito Fabio – il Palio del 2 luglio è già, per sua natura, dedicato alla Madonna di Provenzano. E lo è dal 1656, in ricordo del Miracolo di Provenzano avvenuto il 2 luglio del 1594. Miracolo che fu interpretato, per una delle tante coincidenze della storia, come segno della fine dell’occupazione straniera, in quel caso spagnola, e della riconquista dell’indipendenza e della libertà della Repubblica senese. E fu proprio per onorare la Madonna di Provenzano, a cui venne attribuito il miracolo, che venne istituito il Palio, a lei dedicato, Palio che celebra quindi da secoli l’unica vera ‘advocata’ della città. Pertanto il Palio del 2 luglio è e rimane formalmente, storicamente, intrinsecamente dedicato alla Madonna di Provenzano, sua ragione di essere. Accanto a questo, essendo consuetudine ormai consolidata che ogni decennale sia presente una commemorazione della Liberazione, confermo che anche per il 2024 l’amministrazione ha già previsto tale omaggio da apporre sul drappellone, come dovuto e sentito ricordo per una giornata che, come avvenne nel 1594, ha ridato la libertà a Siena e ai senesi. Specifico che è stato previsto un omaggio agli ottant’anni della Liberazione, ma non una dedica che non sia quella, naturale, alla Vergine di Provenzano. Ne è testimonianza l’affidamento al pittore – affidamento pubblico, e che avete quindi potuto tutti visionare – nel quale non è stata introdotta nessuna prescrizione riguardo ad eventuali dediche ulteriori. La centralità della Madonna di Provenzano per questo drappellone è dimostrata anche dalla designazione di un pittore, Gasparro, che vi è legatissimo e devoto, per sua stessa ammissione, tanto che due sue opere sono esposte proprio nella Basilica in cui il Palio verrà prima benedetto e poi portato in giubilo dopo la corsa. La scelta dell’amministrazione è stata quindi chiara in tal senso fin da subito. ”

Il Sindaco ha concluso precisando che “la previsione di tale omaggio nel Drappellone di luglio, oltre al patrocinio per le iniziative citate, è ovviamente stata comunicata ad Anpi nei giorni scorsi. In più, sempre ad Anpi è stato proposto, come iniziativa collaterale alla celebrazione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, la risistemazione di piazzetta 3 luglio con l’apposizione di una targa o di un altro manufatto commemorativo, che sia di stimolo ad una maggiore conoscenza e diffusione tra la cittadinanza di una pagina di storia nazionale e senese da non dimenticare”.

La consigliera del gruppo Partito Democratico, Gabriella Piccinni, si è dichiarata soddisfatta della riposta: “Sono soddisfatta del fatto che la mia interrogazione abbia accelerato il tempo di una risposta che l’anpi e la città attendevano da mesi. Avevamo già appreso nei giorni scorsi, attraverso mezzo stampa, la disponibilità del Comune nei confronti della richiesta di Anpi. Al di là della presenza o meno della dedica all’interno dell’iconografia paliesca credo sia importante sottolineare il senso politico di tale dedica. Apprendo, oggi, inoltre, dell’ulteriore iniziativa riguardo alla risistemazione di piazzetta 3 luglio con relativa targa in aggiunta al resto delle celebrazioni e l’accolgo con favore”.

Fabio: “Carta di Avviso Pubblico, norme anti-corruzione già operative, non serve un’adesione formale dell’ente per rispettarle”

Il Sindaco di Siena ha risposto all’interrogazione della consigliera del gruppo Siena Anna Ferretti

L’adesione all’Associazione Avviso Pubblico e al relativo Codice etico denominato Carta di Avviso Pubblico, che contiene venti articoli che indicano concretamente come un buon amministratore può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore, previsti negli articoli 54 e 97 della Costituzione, al centro dell’interrogazione presentata oggi, venerdì 9 febbraio, dalla consigliera del gruppo Siena Anna Ferretti durante il Consiglio Comunale. All’interrogazione ha risposto il Sindaco di Siena Nicoletta Fabio.

“In merito all’adesione all’Associazione Avviso Pubblico vorrei chiarire un aspetto importante per non fare confusione tra Associazione e Carta etica interna all’associazione – ha spiegato il Sindaco Fabio – E’ infatti possibile per un ente pubblico aderire all’Associazione, con il pagamento di una quota annuale. Aderendo all’Associazione si aderisce contestualmente anche alla Carta di Avviso Pubblico. E’ possibile altresì aderire solo alla Carta di Avviso Pubblico, senza nessun costo o quota da versare. L’adesione vincola ad un preciso codice etico di comportamento solo chi la sottoscrive, e ciò può essere fatta da un singolo consigliere o assessore”.

“L’adozione di tale Carta, che al tempo era denominata come “Carta di Pisa” venne approvata con delibera di consiglio N.93 in data 15.10.2013 – ha aggiunto il Sindaco Fabio – Mentre per quanto riguarda l’Associazione, a seguito dell’approvazione all’adesione fatta con delibera di consiglio comunale N.92 del 15.10.2013 negli anni a seguire non sono più state versate le relative quote annuali pertanto il comune di Siena non risulta più tra gli enti pubblici aderenti”.

In merito alla normativa che regola i principi di trasparenza all’interno degli enti pubblici: “La Carta di Pisa, sostituita nel tempo dalla Carta di Avviso Pubblico, è stata nell’atto sostanziale sostituita da una serie di nuove regole improntate alla trasparenza e all’anticorruzione che da anni il Comune di Siena come tanti altri enti pubblici già mette in pratica – ha aggiunto il Sindaco Fabio – Questo avviene applicando una serie di principi che sono quelli di legge e della Costituzione, senza il bisogno di dovere certificare l’integrità dell’applicazione di tali principi attraverso l’adesione o meno ad una Carta precisa”.

“Senza nulla togliere ai valori della Carta di Pisa in essa si fa comunque riferimento ad una serie di regole forse in parte già superate dall’applicazione di precise norme e regolamentazioni anti corruzione. Come del resto invece non vengono nominate altre problematiche molto attuali come ad esempio l’abuso di ufficio – conclude il Sindaco Fabio – So bene, come ricordato dalla consigliera Ferretti di averla menzionata all’interno del documento relativo alle Linee programmatiche del mio mandato. Questo per ribadire la piena intenzione di questa amministrazione di improntare le attività di governo alla trasparenza e all’anti-corruzione. A seguito di una completa conoscenza di tutti gli strumenti e delle normative attraverso le quali gli uffici comunali competenti lavorano e si impegnano in materia di trasparenza e anti corruzione non ho ritenuto necessario aderire a tale Carta”.

La consigliera comunale Anna Ferretti, gruppo Siena, si è dichiarata: “Ovviamente non soddisfatta, purtroppo mi aspettavo la risposta e non resto stupita di tale decisione. In campagna elettorale parlando appunto di trasparenza venne affrontato l’argomento Avviso Pubblico e credo sinceramente che un’adesione all’associazione non avrebbe fatto male a questa amministrazione e mi riferisco in particolar modo al maggiore impegno che tale adesione implica”.

“Nella Carta di Avviso Pubblico c’è un articolo, il numero 17, che a mio avviso sarebbe stato molto utile da leggere, poichè coinvolge le regole di trasparenza nei confronti del reclutamento del personale – ha aggiunto la consigliera Ferretti – Principi di scelta basati sulla trasparenza appunto e non su altri criteri. Abbiamo invece assistito ad una particolare lentezza legata alle nomine di dirigenti e posizioni organizzative, tale ritardo viene il dubbio che sia stato causato da scelte non legate alla meritocrazia ma alla politica”.

“Credo che proprio per queste ragioni darsi un ulteriore modello da seguire, nel percorso delle scelte amministrative sarebbe stata una decisione opportuna”- ha concluso la consigliera del gruppo Siena Anna Ferretti.

Bilancio di genere, Papi: “Aderiremo al bando regionale di cofinanziamento”

L’assessore alle pari opportunità del Comune di Siena ha risposto all’interrogazione di Gabriella Piccinni  del gruppo Partito Democratico

“L’amministrazione intende aderire all’atteso bando di Regione Toscana di cofinanziamento del Bilancio di Genere: aspettiamo la sua emissione ed informeremo il Consiglio Comunale delle attività che saranno intraprese”. Così l’assessore alle pari opportunità del Comune di Siena, Micaela Papi, ha risposto all’interrogazione presentata oggi, venerdì 9 febbraio, in Consiglio Comunale, dalla consigliera del gruppo Partito Democratico Gabriella Piccinni in merito alla predisposizione del bilancio di genere del Comune di Siena.

“Con il termine ‘bilancio di genere’, o ‘gender budgeting’ – ha spiegato l’assessore – come è noto si intende il documento di bilancio che analizza e valuta in ottica di genere le scelte politiche e gli impegni economici-finanziari di un’amministrazione. Il bilancio di genere ha lo scopo di elaborare una valutazione della gestione delle risorse e dell’efficacia ed efficienza delle azioni e delle spese effettuate. Il bilancio di genere può essere quindi visto come un documento complementare al bilancio sociale, che perseguendo la sua specifica mission (la promozione di un’effettiva e reale parità tra donne e uomini) integra il bilancio con l’analisi della variabile di genere”.

“Leggere i bilanci degli enti pubblici in chiave di genere – ha proseguito Papi – significa integrare la prospettiva di genere a tutti i livelli della procedura di bilancio e ristrutturare le entrate e le uscite al fine di assicurare che le necessità dell’intera collettività siano prese in considerazione adeguatamente. Alla base del bilancio di genere, infatti, vi è la considerazione che esistono differenze tra uomini e donne per quanto riguarda le esigenze, le condizioni, i percorsi, le opportunità di vita, di lavoro e di partecipazione ai processi decisionali e che quindi, le politiche non siano neutre rispetto al genere ma al contrario determinino un impatto differenziato su uomini e donne”.

“L’ultimo compiuto lavoro sul bilancio di genere del Comune di Siena risale al 2014 – ha sottolineato l’assessore –, è ovviamente opportuno e coerente con il programma di mandato del Sindaco Fabio e della Giunta mettere in campo azioni positive in tema di pari opportunità e politiche di parità. Non a caso, in tal senso è appena stato ricostituito, dopo un periodo di fermo, il Comitato unico di garanzia (Cug), che ha già prodotto un lavoro progettuale di azioni positive adesso all’esame della consigliera provinciale per la Parità di genere”.

“L’amministrazione – ha concluso l’assessore Papi – intende quindi aderire all’atteso bando di Regione Toscana di cofinanziamento del bilancio di genere, in esecuzione della Legge Regionale numero 16 del 2009. Aspettiamo la sua emissione, ed informeremo il Consiglio Comunale delle attività che saranno intraprese”.

La consigliera comunale Gabriella Piccinni (gruppo Partito Democratico) si è detta “soddisfatta  soprattutto di aver portato all’attenzione dell’amministrazione un tema che era finora passato sotto silenzio e per la risposta positiva. Rimango quindi in attesa per il lavoro che dovrà essere messo in campo una volta pubblicato il bando, perché credo sia un’occasione da non perdere, e lo dico sia come consigliera che come donna. Ricordo che il bilancio di genere è stato proposto per la prima volta nel 1995 alla Conferenza Onu di Pechino, dando una svolta alla storia dei diritti delle donne, ed è bene che dopo tutti questi anni prenda finalmente concretezza”.

Tucci: “Assetto organizzativo, piena operatività del Comune”

L’assessore al personale ha risposto all’interrogazione del consigliere del gruppo Pd Alessandro Masi

Il nuovo assetto organizzativo del Comune di Siena è stato l’argomento dell’interrogazione presentata oggi, venerdì 9 febbraio, dal consigliere comunale del gruppo Partito Democratico Alessandro Masi durante la seduta del Consiglio Comunale. All’interrogazione ha risposto l’assessore al personale, Enrico Tucci.

Il nuovo assetto organizzativo – ha detto l’assessore – è stato definito dalla giunta comunale. Intenzione dell’amministrazione è quella di dare piena informativa al Consiglio al termine della procedura di assegnazione degli incarichi di elevata qualificazione per i servizi definiti nella struttura organizzativa. Sempre una delibera di giunta comunale ha fissato la scadenza degli incarichi di elevata qualificazione al 31 gennaio. In data 11 febbraio scadrà il termine per la presentazione delle domande di partecipazione all’avviso relativo al conferimento di trentotto incarichi di elevata qualificazione per i servizi stabiliti. Ciascun dirigente procederà, alla scadenza del bando, alla valutazione delle domande e all’assegnazione degli incarichi”.

Per quanto riguarda – ha aggiunto Tucci – l’assunzione di cui all’osservazione e effettuata per tramite dello scorrimento della graduatoria del concorso per dirigente della direzione turismo comunicazione e commercio. è un’assunzione a tempo determinato e non a tempo indeterminato. La stessa non rientra nelle assunzioni fatte ai sensi dell’articolo 110 del Tuel comma 1, ma nei limiti della spesa del personale a tempo determinato e nel rispetto degli equilibri pluriennali di Bilancio”.

La Biblioteca Comunale – ha spiegato l’assessore – nell’organigramma è stata al momento inserita nella direzione cultura solo per assicurare alla direttrice, titolare di un incarico di elevata qualificazione (e non dirigenziale) fino al 31 dicembre 2024, un riferimento e un coordinamento tecnico-amministrativo con un dirigente dell’ente. La Biblioteca resta un ente strumentale e un’istituzione con autonomia gestionale, come prefigurata dal Tuel. L’attuale regolamento prevede che sia incardinata nella direzione generale e la funzione del direttore affidata a una posizione organizzativa (adesso elevata qualificazione). L’ente, per limiti dimensionali imposti dal legislatore, non ha una direzione generale e pertanto, l’afferenza, al momento, è stata individuata alla direzione più affine e complementare alla ‘mission’ e all’attività di una biblioteca”.

Come precisato precedentemente – ha sottolineato Tucci – il Comune ha approvato la nuova macrostruttura (direzioni) e sta individuando a livello delle articolazioni intermedie (servizi) i responsabili titolari di Eq. Al termine di questo processo, di concerto con dirigenti ed Eq si arriverà anche all’approvazione di un vero e proprio ‘funzionigramma’ che chiarirà rapporti e attività che non trovano immediata visualizzazione nell’organigramma di sintesi”.


“Infine – ha concluso l’assessore – le attività che riguardano il Museo Civico sono state collocate sotto la direzione cultura e turismo, Eq politiche culturali, come esplicitato nel bando per l’accesso all’incarico”.

Il consigliere comunale Alessandro Masi (Pd) si è dichiarato non soddisfatto della risposta: “Apprezzo l’impegno annunciato dall’amministrazione di illustrare la nuova organizzazione una volta definita, ma non sono soddisfatto per tutto il resto. Avevo già presentato un’interrogazione ad agosto, in cui esprimevo le preoccupazioni sulla tempistica del riassetto del Comune, che per le scadenze sfidanti che deve affrontare doveva essere preparato il prima possibile. Qui, invece, non abbiamo ancora le Elevate Qualificazioni e siamo a febbraio, a quasi 8 mesi dall’insediamento. Le proroghe dei precedenti incarichi sono state fatte al limite del regolamento degli uffici e dei servizi. Al tempo avevo richiamato attenzione anche al rispetto della percentuale dei dirigenti ex articolo 110 rispetto a quelli a tempo indeterminato. Sulla Biblioteca continuo ad essere preoccupato: tutte le volte che se ne discute, c’è sempre l’impegno dell’amministrazione a trattarla come istituzione, ma negli atti poi la troviamo sempre incasellata nella direzione cultura e turismo. Si diano segnali chiari, che sgombrino definitivamente il tavolo da quest’ambiguità. Infine, per il Museo Civico, mi chiedo come si faccia a dire che le attività vengono reinserite nel settore cultura, quando appunto il museo ha bisogno di un direttore. Sono compatibili? Sono tutti dubbi che mi fanno considerare insoddisfatto, ma confido nell’impegno a condividere la riorganizzazione con il Consiglio Comunale ed i cittadini. Il Comune e il suo personale sono la ricchezza più importante della città, il fulcro della suo funzionamento e della sua prospettiva. Gli uffici devono essere messi al più presto nella condizione di lavorare nella completezza delle loro funzioni, perché ci aspettano tempi difficili per i bilanci sfide decisive”.

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