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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Consiglio comunale a Palazzo pubblico

Consiglio-comunaleSIENA. Era convocato per stamane (25 giugno) il Consiglio comunale. Ecco il primo resoconto.

Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra), durante la seduta del Consiglio Comunale di oggi, ha posto all’attenzione dell’assemblea lo stato di manutenzione delle aiuole e degli alberi nelle zone a verde della città. In particolare il consigliere, nel rilevare la carenza del taglio dell’erba nei punti di ingresso della città, la presenza di infestanti arborei all’interno delle aiuole, in viale Mazzini e L. De Bosis, lungo i muri cittadini e viali, ha chiesto informazioni sulla tempistica degli interventi.

“I lavori di taglio – ha risposto l’assessore all’Ambiente Paolo Mazzini – sono già in corso. Da quest’anno alla ditta affidataria è stato consegnato anche l’elenco delle aiuole comprese nelle rotatorie di accesso alla città che prima erano curate dai nostri addetti, attualmente dimezzati per i pensionamenti. La priorità data – ha proseguito l’assessore – ha riguardato lo sfalcio dell’erba nelle grandi aree verdi e il tutto terminerà entro la fine di questo mese”.

Nell’informare che l’attuale gara prevede una durata pluriennale, fino al 2017, Mazzini ha rassicurato che i disagi, per il ritardo inizio lavori riscontrato a oggi, non si presenteranno nel proseguo del contratto.

Staderini si è dichiarato assolutamente insoddisfatto, “perché l’assessore non ha risposto al senso della mia interrogazione, tantomeno all’integrazione che ho fatto, riguardante la situazione di via L. De Bosis. Avrei preferito che, da amministratore, avesse detto “faremo il possibile per rispondere alle richieste dei cittadini””.

A BREVE UNA NUOVA ORDINANZA PER CONCILIARE L’APERTURA DEI PUBBLICI ESERCIZI CON LA RICHIESTA DI QUIETE NOTTURNA

Gli orari di apertura degli esercizi cittadini di somministrazione e la relativa ordinanza che li disciplina sono stati oggetto dell’interrogazione presentata da Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, SsM, RC). Il consigliere, riferendosi “ai vari interventi dei Vigili urbani per far cessare la musica o non concedere permessi per suonare o riprodurre musica anche in orari da aperitivo” ha evidenziato come la cittadinanza percepisca “diversità di trattamento tra i locali e le zone della città. La legge Sirchia – ha puntualizzato Campanini –  che vieta di fumare nei locali pubblici, innesca il raggrupparsi di persone fuori da questi, e l’ordinanza 46/2005 sugli orari degli esercizi di somministrazione, ormai datata, non è consona alle esigenze dei residenti, ai quali va garantito il diritto al riposo, dei gestori e dei clienti dei locali. Tra i suoi effetti, genera anche uno svantaggio per chi fa musica dal vivo rispetto a chi la riproduce”. Campanini, rivolgendosi al vicesindaco, gli ha chiesto se “come dichiarato su giornali e radio, intende cambiare l’ordinanza richiamata ed eventualmente aprire un tavolo di discussione con le parti interessate, indicandone fasi e tempistiche e le proposte dell’amministrazione comunale”.

“L’ordinanza 46/2005 – ha risposto il vicesindaco Fulvio Mancuso – deve essere attualizzata al fine di adeguarla alla nuova normativa nazionale entrata in vigore nel 2011, che ha liberalizzato l’orario degli esercizi di somministrazione. L’Amministrazione ha già provveduto alla stesura di una nuova bozza da condividere con la Prefettura e con le associazioni di categoria, così da arrivare ad una stesura definitiva”.

La finalità del Comune è quella di non penalizzare le possibilità degli esercizi, contemperandole con le esigenze dei residenti, in modo da arrivare ad un “rispetto rigoroso”. “L’obiettivo è quello di arrivare, con ragionevolezza – ha proseguito Mancuso – a contemperare interessi collettivi diversi: quelli economici e dunque occupazionali, la domanda di intrattenimento serale dei giovani (tra cui molti studenti universitari) e la necessaria tutela del diritto al riposo notturno dei residenti. Tutto questo grazie alla sinergia tra istituzioni (Amministrazione comunale, Prefettura, Questura), da una parte, e associazioni di categoria ed esercenti dall’altra, chiedendo a questi ultimi una collaborazione attiva e più intensa anche riguardo a ciò che avviene fuori dai locali”. “In collaborazione con le associazioni di categoria che si sono rese disponibili a sensibilizzare i commercianti al rispetto delle regole – ha proseguito il vicesindaco – verranno effettuati maggiori controlli e forniti utili consigli su come svolgere al meglio la propria attività, senza andare a ledere il diritto al “giusto riposo” degli abitanti della zona. Già effettuato un primo incontro con le competenti autorità per verificare la possibilità  di aumentare, da parte  delle forze dell’ordine, il controllo sul territorio con passaggi programmati di poliziotti a piedi nelle vie maggiormente interessate”. “Auspichiamo – ha concluso Mancuso – di poter arrivare ad una definizione puntuale in tempi brevi. Adesso inizierà la fase di concertazione tra tutti gli attori interessati”.

“Sarò soddisfatto – ha risposto Ernesto Campanini – quando i buoni propositi espressi verranno attuati. A oggi, purtroppo, come ho più volte denunciato, siamo in presenza di gravi problematiche. Mi auguro che si possa arrivare a un’ordinanza “intelligente”, in grado di permettere l’attività lavorativa e produttiva dei vari gestori che fanno musica, ma al contempo deve essere salvaguardato il rispetto di chi ci abita affinché Siena non diventi Disneyland o una nuova Venezia”.

REVOCA DEL FINANZIAMENTO REGIONALE PER L’INTERVENTO EDILIZIO A RENACCIO

Con una specifica interrogazione, Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) hanno evidenziato come, lo scorso 2 marzo, “la Giunta regionale abbia revocato il finanziamento di oltre 3 milioni e 800 mila euro già assegnato per un intervento che prevedeva la costruzione, in località Renaccio, di 42 appartamenti di edilizia convenzionata e di 10 abitazioni di edilizia sovvenzionata. La delibera regionale di revoca – ha puntualizzato Neri – pur riconoscendo i tentativi esperiti dal Comune di Siena per giungere alla sostituzione del soggetto attuatore, dimostra che non si è giunti ad alcun risultato concreto. Nonostante la Regione Toscana avesse fissato il termine al 31 dicembre 2014 per ricevere proposte di rimodulazione dell’intervento e che il Comune sia stato invitato a produrre memorie o documenti in merito al procedimento, ci risulta che non sia stata inviata alcuna controdeduzione nei tempi indicati”. Il consigliere, stigmatizzando “la perdita di un finanziamento così importante che avrebbe rappresentato un volano per investimenti pari a circa 10 milioni di euro e arricchito il patrimonio comunale di dieci appartamenti senza oneri sul bilancio”, ha pertanto chiesto all’amministrazione di riferire “quali siano stati i tentativi per sostituire il soggetto attuatore”.

L’assessore alla Casa, Anna Ferretti, ha detto di comprendere “le giuste rimostranze del consigliere Neri per la perdita di un finanziamento così importante, ma non sempre gli sforzi che si fanno, purtroppo, producono risultati concreti”. “Il finanziamento – ha spiegato l’assessore – era collocato all’interno di un programma integrato di promozione di edilizia residenziale e sociale, che include edilizia residenziale pubblica, alloggi a canone sostenibile ed edilizia libera. Purtroppo, il soggetto attuatore individuato per l’intervento complessivo già nel 2012 era andato in crisi finanziaria e, successivamente, è stato messo in liquidazione. Dovevamo quindi trovare un altro soggetto privato – ha continuato Ferretti – che si accollasse tutti i costi e gli oneri finalizzati alla completa realizzazione di opere e infrastrutture, secondo i termini del bando nazionale di edilizia abitativa. L’intervento è infatti ricompreso all’interno della previsione del Regolamento Urbanistico che riguarda l’area di Renaccio e fa parte integrante e non scindibile di una complessiva trasformazione della zona, che contempla anche un Piano urbanistico attuativo per l’organizzazione funzionale dell’intero comparto. La mancanza del soggetto privato attuatore non consente di dar corso al Piano urbanistico attuativo e ai progetti edilizi facenti parte del Piano nazionale di edilizia abitativa. Quindi le strategie manifestate dagli attuali strumenti urbanistici comunali nell’area di Renaccio, per essere attuate, necessitano di un idoneo soggetto attuatore. Più volte ci siamo recati in Regione – ha aggiunto l’assessore – per chiedere uno spostamento dell’intervento che, però, non si è rivelato possibile perché vincolato a quel piano e a quel progetto. Nonostante ciò, abbiamo incontrato l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili di Siena che aveva dimostrato interesse e alla quale avevamo fornito tutti i dati dei potenziali interessati agli alloggi a canone concordato. Ci sono state trattative anche con altre aziende e sono stati presi contatti con imprenditori di Siena e con il Fondo di social housing toscano, ma nessun soggetto si è fatto avanti in modo concreto. Anche a seguito delle pressioni che pervenivano dal Ministero e dalla Regione, abbiamo ritenuto più opportuno, come altri Comuni, chiedere la revoca del finanziamento, dicendo che siamo pronti a realizzare quell’intervento su altre aree. Il finanziamento, infatti, va prima revocato e poi rimesso a bando: adesso auspichiamo, così come ci è stato detto, un percorso agevolato per quelle realtà comunali che non hanno potuto adempiere al bando precedente”.

Neri, pur dichiarando di non dubitare dell’impegno dell’assessore Ferretti, “la quale ha a cuore queste situazioni e, con la risposta, ha trasmesso la sua stessa delusione”, ha comunque criticato l’operato dell’amministrazione comunale, “interessata maggiormente alle azioni smart che le danno visibilità, piuttosto che a dare una risposta ai problemi abitativi dei cittadini e a introitare gli oneri di urbanizzazione derivanti dagli interventi edilizi. Da notare – ha concluso Neri – la facilità nel costruire dei Comuni contermini rispetto alla mancanza di coraggio nel prendere decisioni della nostra amministrazione”.

L’UTILIZZO DEL GLIFOSATE IN UN’INTERROGAZIONE DI MICHELE PINASSI

Dopo l’interrogazione sul fenomeno dei “campi di erba rossa” del febbraio 2014, Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) è tornato sul tema dell’utilizzo del glifosate, una sostanza classificata come “probabilmente cancerogena” da parte dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il consigliere, richiamando la legge regionale n° 36/1999 e la necessità di “sensibilizzare i cittadini sui rischi derivanti dall’uso di prodotti erbicidi a base di glifosate, in particolare per il consumo alimentare e la contaminazione delle falde acquifere”, ha chiesto all’amministrazione “quali azioni intenda intraprendere per informare e rendere adeguatamente consapevole la cittadinanza”.

L’assessore all’Ambiente, Paolo Mazzini, riportando i contenuti di una nota redatta dal Servizio Igiene Pubblica dell’ASL, soggetto competente in materia, ha distinto le tipologie di applicazione e utilizzo del glifosate tra l’ambito agricolo e i trattamenti extra-agricoli nelle aree frequentate dalla popolazione “quali le aree urbane – ha specificato Mazzini – le strade, le ferrovie, i giardini, le scuole, gli spazi ludici di pubblica frequentazione e tutte le loro aree a servizio”, in quanto regolamentati da normative diverse. Mazzini ha ricordato che “le misure per la riduzione dei rischi sulla salute umana e sull’ambiente sono descritte nel “Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari” (PAN, ndr) del gennaio 2014. Un documento che prevede soluzioni per ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari anche nelle aree extra agricole frequentate dalla popolazione e che coinvolge il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, le Regioni e le Province autonome, i Comuni, gli enti pubblici di ricerca, gli enti gestori delle aree Natura 2000 e delle aree naturali protette, gli operatori agricoli e ogni altro utilizzatore di prodotti fitosanitari, i produttori e i distributori di prodotti fitosanitari, nonché tutti i soggetti che propongano metodologie e tecniche alternative, i consulenti della difesa fitosanitaria, gli enti gestori delle reti ferroviaria e stradale, tutti gli enti pubblici e privati, comprese le associazioni, che gestiscono aree verdi frequentate dalla popolazione. Il PAN – ha proseguito l’assessore – stabilisce che è necessario ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione e da gruppi vulnerabili, ricorrendo a mezzi alternativi di tipo meccanico, fisico o biologico, riducendo le dosi di impiego e utilizzando tecniche e attrezzature che riducano al minimo la dispersione nell’ambiente. Le regioni e le provincie autonome possono predisporre linee di indirizzo relativamente all’utilizzo dei prodotti fitosanitari per la gestione del verde urbano e/o ad uso della popolazione, in conformità a quanto previsto dal Piano. Le autorità locali competenti, tenendo anche conto di tali linee di Indirizzo, ove disponibili, adottano i provvedimenti necessari per la gestione del verde urbano o a uso della popolazione, relativamente all’utilizzo dei prodotti fitosanitari”.

Mazzini ha ricordato le precauzioni adottate durante gli interventi nelle aree verdi pubbliche: “E’ fatto obbligo di avvisare la popolazione attraverso l’apposizione di cartelli che indicano la sostanza attiva utilizzata, la data del trattamento e la durata del divieto di accesso all’area trattata che generalmente non può essere inferiore a 48 ore. Ove possibile, i trattamenti devono essere effettuati in orari in cui è ridotto al minimo il disagio per le persone. E’ evidente – ha concluso l’assessore – che in ambito extra-agricolo è necessario limitare al massimo l’utilizzo di tali prodotti: il Comune di Siena offre un ottimo esempio in tal senso poiché il personale dei Servizi Ambiente e Aree Verdi non utilizza prodotti diserbanti, ma opera con metodi fisici e meccanici compreso quello del “pirodiserbo” tramite bruciatori a gas”.

Pinassi si è dichiarato soddisfatto nel sapere che il personale comunale non fa ricorso a diserbanti per la manutenzione del verde urbano, ma “preoccupato per il presunto abuso da parte degli agricoltori e degli operatori privati, come si può vedere anche lungo alcune strade come la Siena-Grosseto. La ricerca scientifica dimostra che la sostanza è rischiosa e auspico che vengano intensificati al massimo i controlli da parte delle autorità competenti”.

AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI EMERGENZA COMUNALE CON L’ADESIONE AL PROGETTO “COMUNE SICURO”

Ai sensi della legge n° 100/2012, i Comuni devono dotarsi di un piano di emergenza sulla base dei criteri indicati dal Dipartimento della Protezione Civile e dalle giunte regionali. Su questo tema, Michele Pinassi (Siena 5 Stelle), dopo aver ricordato anche il ruolo del sindaco quale ufficiale del Governo in materia di ordine e sicurezza pubblica e sottolineato come “il piano di emergenza comunale richieda un aggiornamento periodico”, ha chiesto di conoscere “la data dell’ultima revisione del piano comunale, la sua collocazione nel sito web istituzionale e le azioni che l’amministrazione intende intraprendere per informare la cittadinanza”.

L’assessore alla Protezione Civile, Paolo Mazzini, ha ricordato che il piano di protezione civile vigente è intercomunale, in quanto riguarda anche il Comune di Monteriggioni, e aggiornato alla data della sua approvazione, il 6 maggio 2009. Mazzini ha poi informato l’aula dell’adesione al progetto Comune sicuro, sviluppato da Anci Toscana e Anci Innovazione, tramite il quale gli uffici competenti stanno apportando alcuni aggiornamenti ai contenuti del piano. Quanto alla sua visibilità, l’assessore ha specificato “che il documento è reperibile nell’area del sito web riservata ai dipendenti e, appena terminata la fase di aggiornamento, sarà reso disponibile in una sezione del sito aperta al pubblico. Nelle more dell’implementazione di questo progetto – ha aggiunto l’assessore – e compatibilmente con le risorse disponibili, grazie al ricorso alle nuove tecnologie saranno implementati alcuni dispositivi telematici. Tra questi, un pacchetto di sms per comunicazioni di pubblica utilità, una piattaforma di e-learning in ambito di protezione civile rivolta agli istituti scolastici e un’applicazione per smartphone e tablet, scaricabile gratuitamente, basata su una piattaforma web-gis e adibita alla comunicazione di dati relativi alle allerte meteo e agli elementi di rischio del territorio. Quest’ultimo sistema, già adottato da diversi Comuni toscani tra i quali Arezzo e Prato, consente di adempiere efficacemente agli obblighi di informazione posti in capo ai sindaci ai sensi delle leggi n° 225/92 e 265/99″.

Pinassi si è dichiarato non soddisfatto per la constatazione che, al momento, il piano non è a disposizione della cittadinanza. “Tantomeno mi consola – ha aggiunto il consigliere – l’acquisto del pacchetto di messaggi brevi per la telefonia nell’ambito del progetto Comune sicuro, la cui adesione è, tra l’altro, una cosa non nota. Apprezzo la volontà di adottare soluzioni innovative, ma preferirei, in questo caso, strumenti cartacei di facile e immediata consultazione per ogni tipologia di utenza”.

IL GRUPPO “SIENA RINASCE” RIPORTA IN CONSIGLIO LA QUESTIONE DELLA PRESENZA DI TOPI IN ALCUNE AREE DELLA CITTÀ

Dopo l’analoga interrogazione, risalente al giugno 2014, sulla presenza di ratti e pantegane al “Parco urbano” in strada di Pescaia, Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) sono tornati sul tema dell’infestazione di topi in alcune zone della città. “Ci vengono riferiti avvistamenti a Taverne d’Arbia – ha detto Neri – e in alcune vie cittadine come Stalloreggi e via di Città. Alcuni mesi fa si è verificato un caso in una scuola materna. Anche alla luce delle segnalazioni di un anno fa relative al Parco urbano, chiediamo quali interventi abbia effettuato l’amministrazione in questo periodo e quale sia l’importo destinato in bilancio per questo tipo di operazioni. Più in generale – ha concluso Neri – vorremmo sapere anche quali metodi vengono utilizzati per il monitoraggio degli interventi effettuati”.

Rispetto agli interventi di derattizzazione, l’assessore all’Ambiente, Paolo Mazzini, ha informato che, a seguito di procedura di gara, sono stati affidati nel 2014 a una ditta partenopea e, per il biennio 2015/16, alla società “Supremambiente” di Agrigento. “Sono stati installati almeno 250 erogatori – ha specificato l’assessore – su 162 postazioni, in prossimità di aree verdi e fossati diffusi su tutto il territorio comunale. Gli erogatori sono soggetti a continui controlli e le esche vengono reintegrate almeno 8 volte all’anno. Ci sono stati anche degli specifici interventi di derattizzazione – ha proseguito Mazzini – in 33 edifici scolastici e nella rete delle fogne bianche comunali, attraverso i tombini di ben 115 strade: anche in questi casi con 3-4 operazioni che si ripetono nell’arco dell’anno.

Quanto all’operato della ditta, in conformità con le normative vigenti, Mazzini ha elencato alcuni contenuti del capitolato d’oneri, per il quale “è tenuta all’ispezione preliminare delle aree individuate, alla segnalazione delle probabili cause che favoriscono la presenza dei roditori e alla loro rimozione. Una volta installati gli erogatori con le esche, viene fatta la disinfestazione dei luoghi e l’asportazione degli escrementi. Ogni zona sottoposta a trattamento deve essere soggetta ad adeguata segnaletica. Nel 2014 sono stati completati tutti gli interventi programmati – ha continuato l’assessore – e in questo primo semestre del 2015 sono già state realizzate due delle serie di operazioni annue. Oltre a queste, si registra l’intervento nella scuola dell’infanzia “B. Vestri”>>. L’assessore è quindi passato alla quantificazione delle spese: <<L’importo annuale destinato nel 2014 a queste attività è stato di circa 13.500 euro. Per quanto riguarda il monitoraggio – ha concluso Mazzini – il personale del Servizio Logistica e Ambiente verifica, con controlli a campione, l’effettiva presenza degli erogatori e l’avvenuta ricarica delle esche. Lo stesso personale provvede all’apertura dei tombini quando la derattizzazione riguarda le fogne bianche>>.

<<Gli interventi di derattizzazione non hanno appartenenza politica – ha concluso l’assessore – ma sono oggetto di tecniche che seguono una prassi. Ritengo che anche i fattori climatici, e in particolari le temperature invernali eccessivamente miti, e l’errato conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini debbano essere considerate cause concomitanti della presenza dei topi. Per questo, auspico che con la piena operatività degli ispettori ambientali, le figure recentemente istituite in sinergia con SEI Toscana, si possa rimediare anche a questo tipo di problemi”.

“E’ importante capire se i capitolati d’oneri sono fatti bene – ha ribattuto Neri – e se, invece, può opportuno impiegare maggiori risorse economiche e mezzi per risolvere la questione. A meno che non si voglia rendere Siena una città dove i topi sono considerati animali protetti”.

I TIMORI DI D’ONOFRIO PER IL TRASFERIMENTO DEI SERVIZI DI CALL CENTER DELLA AOUS E USL 7

Dall’aggiudicazione, dei servizi di call center per le prenotazioni delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e le informazioni sanitarie in area Metropolitana fiorentina, alla società SDS srl di Taranto, i timori, espressi oggi, in un’interrogazione urgente da Pasquale d’Onofrio (gruppo misto). Come ha informato il consigliere nella provincia di Siena, con l’aggiudicazione di questo bando, può essere  a rischio il servizio attualmente svolto da una cooperativa sociale che impiega 30 persone di cui 10 disabili, continuamente formati professionalmente così da assicurare elevati standard di qualità nel servizio offerto. “Un danno ai cittadini – ha spiegato D’Onofrio – e un danno ai lavoratori attualmente impiegati che dovrebbero passare da una cooperativa ad una srl  che oltre  a non avere esperienza non ha neppure lo scopo sociale di inserire e seguire il lavoro di persone diversamente abili, distruggendo percorsi decennali di inserimento socio-lavorativo. Un risparmio economico che ricadrà sui lavoratori – ha proseguito – e che in materia di affidamento di appalti pubblici può essere subordinato, come dice la normativa in materia e le direttive europee, ai criteri previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali”. Per questo ha chiesto al sindaco di farsi promotore, nelle Aziende AOUS e USL 7 affinché le stesse con l’adesione all’accordo non creino disservizi in ambito sanitario, non mortifichino i lavoratori disabili e non, che da anni lavorano  contribuendo alla crescita di questo settore.

L’assessore alla Sanità Anna Ferretti, nel confermare la conoscenza, anche se occasionale,  del problema, ha risposto che il contratto della Cooperativa è sì in scadenza, ma ancora è tutto invariato, ha condiviso i timori di D’Onofrio sulla nuova possibile tipologia contrattuale sicuramente peggiorativa. “Personalmente ho già segnalato il problema all’assessore regionale Saccardi, perché l’argomento riguarda sia l’occupazione sia il funzionamento della sanità e del sociale. “La gara fatta da Estar non è ancora chiusa definitivamente visto il ricorso mosso e visto che fino  al prossimo 11 luglio non sapremo l’esito del pronunciamento del TAR, abbiamo il tempo di analizzare strategie di intervento. Il servizio, chiaramente non verrà sospeso, perché altrimenti – come ha detto Ferretti –  si avrebbe il blocco delle attività dell’Ospedale e della USL. Il contratto alla Cooperativa, quindi, andrà avanti. E credo ci siano margini per intervenire e come Amministrazione faremo quanto ci è possibile”.

Pasquale D’Onofrio, nel ringraziare l’assessore, sensibile come lui al problema, ha rimarcato la “necessità di uscire dal cinismo delle deliberazioni perché se si decide di aiutare i lavoratori disabili poi non li possiamo mettere in competizione con gli altri. Non dubito delle azioni che potrà fare il Comune anche se il ruolo fondamentale lo ricoprirà Estar, perché se questa conferma la legittimità del percorso avviato si andrà a ledere l’occupazione dei lavoratori della Cooperativa, violando la civiltà dei principi stabiliti dalla Regione toscana nelle delibere 353 del 7.5.2012 e la 433 del 7.4.2015. Credo quindi necessario una consultazione giuridica che consenta alle aziende di essere salvaguardate nel caso non accedessero alla gara. Nel caso contrario chi decidesse in difetto potrebbe esporsi al rischio di una denuncia all’amministrazione contabile. L’auspicio, dunque, è che tutto possa risolversi perché credo che i lavoratori, da dopo il Palio, entreranno in agitazione. Potrebbe essere sospeso il servizio CUP con la preclusione di accesso dei cittadini alle varie prestazioni mediche”.

MOBILITÀ: MAGGI RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE URGENTE DI SIENA RINASCE

Questa mattina Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) con un’interrogazione urgente hanno posto all’attenzione del Consiglio comunale  i motivi che hanno portato alla forte riduzione delle corse festive extraurbane degli autobus  di Siena Mobilità. “Un nuovo assetto – ha fatto presente Neri – che, oltre a costituire una contraddizione con quanto più volte affermato dall’attuale Amministrazione, tesa a promuove il trasporto pubblico rispetto a quello individuale, costituisce motivo di disagio e discriminazione nei confronti delle persone che abitano in aree decentrate”. Il consigliere, nel chiedere al sindaco e all’assessore di farsi portavoce nei confronti della locale azienda trasporti per una “maggiore trasparenza e condivisione delle decisioni che riguardano i cittadini”, ha voluto  informazioni relative alla soppressione della linea 30 e sulla riapertura  del tratto intramurario della linea 3 per la quale “sembra sia stato convocato un tavolo operativo in Comune su istanze da parte di un Comitato pubblico”, ricordando, anche, come la zona in oggetto sia percorsa da centinaia di studenti che durante il periodo scolastico frequentano i quattro plessi scolastici e l’Ateneo. Come ha evidenziato: “un tratto di questa linea: tra piazza Sant’Agostino e via Mattioli, fu soppresso a seguito della morte, nel 2007, di una studentessa travolta da un autobus a poche decine di metri dalla scuola. Per questo la preoccupazione, da parte di operatori e cittadini, affinché scelte di questo tipo vengano fatte alla luce della massima trasparenza e condivisione”.

“Nessuna riduzione della  linea 30 – ha risposto l’assessore alla mobilità Stefano Maggi – inalterata dal 2011,  al contrario, come ha giustamente fatto notare Neri, dallo stesso 2011 ristrettezze economiche, essenzialmente dell’Amministrazione Provinciale, hanno portato al  taglio delle corse che interessavano alcune zone intorno a Siena. Bus che nel periodo estivo circolavano con orario ridotto come il 77. Purtroppo non siamo più in grado di sopperire a queste carenze”. L’assessore nell’informare che il Comune di Sovicille, servito dalla linea 30, ha chiesto il potenziamento (già fatto il preventivo)  con una coppia di corse per l’andata e il ritorno pomeridiano nei festivi, ha ribadito la non variabilità della situazione dal 2011, anzi: “lo scorso anno grazie all’aiuto della Regione siamo riusciti a mantenere il servizio esistente che al Comune costa 3 milioni di euro, uno dei più alti se confrontato con gli altri comuni italiani. I nostri autobus – ha aggiunto – sono i più usati in assoluto rispetto a città similari alla nostra, mentre  siamo ai primi  posti rispetto alle realtà più grandi, comprese le metropoli. Prerogativa dell’Amministrazione è  quella di mantenere un servizio di qualità per la cittadinanza, ne sono una dimostrazione i nuovi autobus che hanno sostituito metà del parco macchine. Riguardo alla linea 3 c’è una raccolta di firme da parte del quartiere di S. Marco per collegare, come nel 2007, Porta Tufi, Sant’Agostino, via delle Cerchia, Pian dei Mantellini e il cimitero del Laterino. Nessun tavolo di lavoro, solo un incontro con l’Azienda e con i sindacati che hanno posto il problema della pericolosità della linea”.

Le problematiche emerse come ha fatto notare Maggi sono di due tipi: la prima riguarda la linea 3 che serve il Cimitero della Misericordia, ma non quello del Laterino, con le conseguenze a carico, soprattutto, delle persone anziane che desiderano andare dai propri defunti; l’altra è la mancanza di collegamento tra la zona di S. Marco e l’ospedale cittadino. “La richiesta di prolungamento della linea 3 è quindi assolutamente legittima, ma dobbiamo innanzitutto preoccuparci della sicurezza – ha ribadito – per questo pensiamo ad una riorganizzazione che preveda un bus piccolo, in modo che possa rispondere alle richieste emerse”.

Eugenio Neri, nel ribadire la necessità di garantire la mobilità pubblica anche a coloro che abitano nelle zone periferiche, e nell’apprezzare l’attenzione alla sicurezza dimostrata da Maggi per una zona così critica, ha chiesto una riflessione più profonda sul trasporto urbano. “Aspettiamo da due anni una riforma completa della mobilità, un piano integrato che ci permetta di utilizzare i mezzi più favorevoli, per orari, tipologia di strade, per servizi, integrandoli, magari, con forme più evolute per lo spostamento. Il cambio di mezzi per spostarsi scoraggia ma  incoraggia l’uso dell’auto. Pur apprezzando la risposta competente di Maggi ha auspicato “uno studio accurato sul tema del trasporto urbano, in modo da liberare il centro, gli spazi della città e rendere più facile la vita dei cittadini, sia quelli che abitano dentro la cinta muraria, sia all’esterno”. Ma anche “momenti di condivisione per innescare capacità di iniziativa”.

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