Le medaglie di civica riconoscenza a Riccardo Benucci, Fazio Fabbrini ed Enrico Giannelli
di Erica Nencini
SIENA. Quest’anno il “Premio Mangia” è stato assegnato a Luciano Giubbilei mentre le tre medaglie di civica riconoscenza sono andate a Riccardo Benucci, Fazio Fabbrini e Enrico Gianneli. A consegnare le varie benemerenze è stato il sindaco, Bruno Valentini, il quale – oltre a celebrare il momento – non perde occasione per sferzare con un’ultima fatale stoccata gli animalisti che ancora una volta, in occasione del Palio di agosto, non hanno mancato di criticare la città e le tradizioni su cui essa si regge. La critica di Valentini non è velata, le sue parole non sono di difficile interpretazione.
” Siamo qui per celebrare i figli migliori della nostra città e consegnare loro un compito fondamentale: essere ambasciatori nel mondo di questa splendida città – ha esordito il primo cittadino nel suo discorso iniziale- Attraverso questo importante momento, attraverso il mangia e le medaglie civiche, Siena costruisce la propria identità e seleziona i propri valori di riferimento: talento, merito, passione e amore. Amore incondizionato per la nostra storia. Questo è un processo intimo che molto spesso non viene colto dall’esterno. E sicuramente non è stato colto da quei commentatori superficiali che hanno espresso giudizi sulla nostra comunità e la nostra festa, giudizi affrettati che spero vogliano riconsiderare”.
Ed è proprio attraverso la presentazione dei quattro premiati che è avvenuta la descrizione di una città diversa da quella di cui siamo soliti sentir parlare. Una città che offre continui spunti grazie alla sua storia che ancora pulsa viva all’interno della mura, che alimenta l’immaginazione e la creatività dei suoi cittadini e che si riscopre unita anche nei momenti di maggiore difficoltà.
Creatività e innovazione sono forse gli elementi che accomunano i quattro insigniti dei premi. Ognuno di essi ha portato nella città una ventata di novità, lasciando che ad ispirare le proprie azioni e visioni fosse quella cultura cittadina – sia popolare che “accademica”- di cui ogni senese a proprio modo è portatore. Ecco quindi che un rebus, così come un sonetto, uno stornello, un progetto di design o un modo insolito di fare politica, vengono rivestiti di un senso più profondo, più intimo, che ridefinisce il ruolo stesso di cittadino sia esso senese che del mondo.
Non mancano gli spunti per analizzare con maggiore occhio critico la Siena di oggi. Ed è Duccio Balestracci che partendo dall’esempio di Fazio Fabbrini, richiama ad una maggiore coscienza civica che dovrebbe investire sia i cittadini che i politici senesi. Balestracci ricorda il discorso che Fabbrini tenne al Parlamento Europeo nel 1974, dove affermò: “ Era dovere mio e degli altri come me, farsi carico della responsabilità di salvaguardare e valorizzare i tanti centri storici che la storia ha affidato alla nostra sensibilità e alla nostra custodia e che rappresentano una testimonianza viva e ammirevole della nostra civiltà”. Balestracci si sofferma su queste parole e offre una sua interpretazione: “ Questo è il concetto di signoria in prestito. Il concetto cateriniano di signoria in prestito per cui quando si riceve un bene da amministrare in nome di tutti, bisogna valorizzarlo e renderlo migliorato rispetto a quello che ci è stato dato: questo è un concetto di programma politico fondamentale, questo vuol dire capire chi è un dirigente di una città.”. Continua poi Balestracci: ”Fazio Fabbrini ebbe il coraggio di eliminare una delle cause di morte del centro storico, ma il centro non muore solo di traffico. Che la sua lezione serva a eliminare altre cause attuali, non meno pericolose”.