"Anche l'accattivante “story” che ne sta facendo la stampa incorre in questo errore"
SIENA. Dall’Associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“Uno dei problemi del Monte è che in pochi la raccontano giusta. Anche l’accattivante “story” che ne sta facendo la stampa incorre in questo errore.
Non ricordando, ad esempio, come, nell’ambito della trattativa istituzionale sulle nomine di banca e Fondazione, la richiesta che avanzammo fu quella di Mancini alla presidenza della s.p.a., non a quella dell’ente controllante.
Perseverando, poi, nel voler dipingere i deputati come ‘burattini’ della politica, privi di competenze tecniche: ricordiamo che Mancini era stato capo della segreteria dell’assessore al bilancio della Regione Toscana, dove si gestiscono dieci miliardi l’anno, ed economo del Consiglio regionale della Toscana. Reiterando, infine – e di questo ce ne doliamo assai – la ‘fake news’ della sfiducia a Ceccuzzi in conseguenza delle nomine al Monte e dell’avvento di Profumo.
Qui occorre l’ennesima precisazione: Ceccuzzi si dimise, per valutazioni politiche sue e del PD senese a trazione diessina, a fronte della mancata approvazione da parte di due consiglieri Dem del rendiconto. Mancata approvazione motivata dalla presenza, in quel documento fondamentale, di un appostamento non corretto – un contributo della Fondazione iscritto ma non erogato – confermato come tale, successivamente, dal commissario di Governo. Mancata approvazione, è bene rammentare, che a norma di legge non comportava la decadenza del Sindaco. La ragione politica del gesto di Ceccuzzi è sotto gli occhi di tutti, anche se il progetto che essa incarnava – espellere la componente ex Margherita dal governo della città – non si è potuto concretizzare per gli eventi giudiziari che andarono ad interessare il sindaco dimissionatosi.
Certo gli anni trascorsi da quei fatti tutto sommato sono ancora pochi, dunque non si può pretendere il rigore della storia. Ma l’onestà intellettuale della cronaca, soprattutto se fatta da chi in quel periodo già la faceva, quella sì”.