"In campagna elettorale i politici ci stanno girando al largo"
SIENA. Dall’associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“In questa ultima settimana di campagna elettorale ci sono temi di importanza assoluta per il futuro di Siena da cui le forze politiche sembrano girare al largo. O toccare con mano lieve, quando invece ci sarebbe bisogno di ben altro approccio. L’associazione Confronti sabato scorso è tornata a riunirsi in presenza per parlare con tanti amici delle elezioni politiche e di questi temi. Che sono, soprattutto, il Monte dei Paschi di Siena e il futuro del Policlinico Le Scotte.
Sulla Banca non ci stancheremo mai di dire che è incoscienza pura immaginare una retrocessione dello Stato dal capitale a condizioni di mercato quando il mercato stesso, oggi, non può rispondere alle sue stesse regole. Semplicemente, perché queste sono saltate. A causa del Covid, prima, quando contrastavamo lo spezzatino pro Unicredit. A causa della guerra, del costo esorbitante dell’energia, della penuria di materie prime, oggi. I diciotto mesi che il Ministro Franco sembra aver concordato con Bruxelles per la privatizzazione sono un tempo insufficiente, che non potrà assolutamente consentire la ricostruzione delle normali condizioni di mercato. E l’eventuale vendita del Monte – o l’accorpamento – sarà una svendita a tutto danno del patrimonio che l’istituto rappresenta per la credibilità del sistema bancario nazionale. Nonché a danno di un sistema di risparmio e di credito realmente concorrenziale.
Invece, per il Policlinico Le Scotte è il momento di ricostruire l’azienda quale polo formativo e assistenziale di eccellenza. Non bastano gli investimenti strutturali per ristabilirne la funzione: occorrono strategie di lungo respiro, da condividere con Regione e Università, che liberino il presidio da funzioni proprie di un ospedale del territorio, anziché di un policlinico. C’è da superare, diciamocelo, una certa “subalternità” all’azienda sanitaria, verso i cui bisogni il Policlinico si è reso anche troppo disponibile. Perché certe prestazioni devono tornare ad essere servizio offerto dal territorio, anziché dall’ospedale delle eccellenze. Le risorse del PNRR devono servire anche a questo.
Rispetto a queste riflessioni confidiamo, perciò, di vedere quanto meno qualche reazione, da parte dei partiti concorrenti ai seggi del Parlamento. Sarebbe il segno che i problemi che rappresentano non sono, come invece temiamo, fuori dalla loro agenda politica”.