"L'Aous torni ad essere fucina di nuovi talenti e luogo di formazione d’eccellenza"
SIENA. Dall’associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“Il professor Antonio Barretta è uomo di numeri, allievo di quel Giuseppe Catturi per il quale “Confronti” nutre immensa stima. Ma appare meno uomo di sanità.
In prossimità della scadenza del mandato, nelle sue legittime e numerose uscite pubbliche, snocciola numeri su liste d’attesa, volumi di prestazioni, dotazioni organiche. Anche sul recente allarme infermieri, la “sua” azienda ha replicato con le cifre. Ed anche l’accordo di area vasta con l’azienda sanitaria pare rispondere a questa impostazione.
Ma la sanità, specie quella di una azienda ospedaliero universitaria, caratterizzata dalla presenza di un’università di grandissima tradizione medica come quella senese, è anche altro. È qualità della formazione. E’ costruzione di vere e proprie scuole nel campo delle varie branche della medicina. È sostegno al lavoro dei migliori professionisti, ai quali garantire i migliori collaboratori e le migliori condizioni perché possano esplicare al massimo la loro eccellenza. Aspetti che vorremmo fossero maggiormente raccontati dal direttore generale.
Che certo ha la capacità di tenere la barca negli spazi economici sempre più ristretti di una sanità regionale in forte crisi finanziaria (meritandosi, ne siamo sicuri, il plauso di Eugenio Giani). Ma che, non essendo uomo di medicina, pare poco incline a dedicare attenzione – almeno a livello mediatico – a questi altri, prioritari per noi, aspetti.
Dal suo bilancio di fine mandato vorremmo, perciò, più parole per la qualità della formazione medica che l’azienda, per legge, ha il dovere di realizzare. Più attenzione alla qualità dell’offerta prestazionale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Le Scotte, al netto dei numeri. Parole che ci raccontino quanto si è fatto e cosa si intende fare.
Il professor Barretta non è un medico, certo, ma è un universitario: non dovrebbe, pertanto, far fatica a comprendere quanto essenziale, per l’azienda, sia il tornare ad essere fucina di nuovi talenti e luogo di formazione d’eccellenza. Aspetti che, lui sa benissimo, portano poi con sé anche i numeri. Ma forse è solo una questione di priorità”.