L'appello ai sindaci: "Intervenire prima di ulteriori danni"
SIENA. “L’ennesima ordinanza della Regione Toscana, uscita la settimana scorsa, sparge il sale su una ferita fresca. Nessuno ha ancora annunciato che sta per rizzare le tende: prima che sia tardi, i Comuni senesi colgano l’occasione dicendo no alle sagre per il 2020 nel proprio territorio”. Così Confesercenti e Confcommercio Siena, lanciano un appello via lettera a tutti i primi cittadini della provincia di Siena “perché facciano una scelta lungimirante”.
IL PESO DOPPIO DELLA CONCORRENZA SLEALE. In provincia di Siena le sagre, più o meno esplicite, sono mediamente un fenomeno da più di mille giornate annue di somministrazione alimenti e bevande: una concorrenza di fatto che, soprattutto tra giugno e ottobre, si affianca all’offerta delle imprese di ristorazione facendo a meno di molti degli adempimenti che a queste sono richiesti. “E’ un fenomeno che normalmente crea difficoltà alla nostra categoria, soprattutto in certi Comuni – osservano le associazioni – ma che in una fase come quella attuale rischia di presentarsi come la beffa finale per tanti ristoratori che non hanno riaperto o che a fatica sono riusciti a farlo”. E’ utile anche ricordare che ad ogni ristoratore corrisponde una famiglia, ed altrettanti nuclei familiari per il numero di dipendenti del proprio locale: “per questa gente è sempre irritante vedere iniziative che senza professionalità richiamano centinaia di persone in sagre che hanno nomi di fantasia, ma nessuna attinenza con la ‘tradizione’ a cui si vorrebbero richiamare. Lo diciamo da anni: se vogliono qualificare l’immagine del proprio territorio i Comuni devono avere la forza di selezionare, e consentire di fare cibo solo a chi valorizza le eccellenze del nostro territorio. Questa normalmente è una questione di buonsenso: quest’anno diventa una questione di sopravvivenza per molti pubblici esercizi, oltre che di prevenzione sanitaria. Chi garantisce, sul distanziamento nei tendoni, o l’igienizzazione delle tovaglie e mille altri vincoli che sono presenti in questa situazione?”.
L’ESEMPIO DI MONACO E DELLE CONTRADE. Per questo motivo, i ristoratori di Confesercenti e Confcommercio chiedono ai Comuni della provincia di Siena di fare ora una scelta responsabile: “L’Oktoberfest, forse la più celebre della manifestazioni di piazza, per il 2020 è stata annullata, benché in Germania la pandemia abbia colpito meno duro che da noi. A Siena le Contrade hanno dimostrato grande sensibilità in questa fase, rinunciando a organizzare le tradizionali manifestazioni gastronomiche. Tutti i borghi senesi possono far propri questi esempi, tirare una riga e dire stop a tutte le sagre di quest’anno, avviando da subito una programmazione 2021 su effettive basi di merito o legame col territorio”.