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SIENA. Dopo quasi dieci anni di prigionia con una condanna a morte per presunta blasfemia, Asia Bibi è stata prosciolta da ogni accusa dalla Corte Suprema del Pakistan. Ma dopo l’assoluzione, numerosi partiti e organizzazioni islamiste hanno scatenato il caos nel Paese. Sono disposti a tutto pur di rovesciare la sentenza e mandare a morte la Donna. L’avvocato di Asia Bibi ha già dovuto lasciare il paese e i magistrati che l’hanno prosciolta sono minacciati di morte. In passato personaggi politici, cristiani e musulmani, sono stati uccisi per averla difesa. Dopo l’assoluzione, il governo pakistano sembra aver fatto marcia indietro, cedendo alle pressioni dei fondamentalisti islamici e congelando il suo espatrio.
E’ urgente che anche da Siena, città di grande tradizione sul piano dei diritti umani e civili, parta la richiesta al Governo italiano affinché conceda subito ad Asia Bibi e alla sua famiglia il diritto di asilo, e fornisca loro tutta la protezione politica e diplomatica di cui hanno bisogno. Ogni giorno trascorso in questo limbo è un rischio per la vita di Asia e dei suoi cari.
Asia Bibi, suo malgrado, è diventata simbolo della persecuzione di cui sono vittime i cristiani e tutti coloro che sono discriminati per motivi etnici o religiosi in tutto il mondo. Impedire che sia portata a compimento la condanna a morte per un reato inaccettabile e inesistente è un dovere di tutti, cristiani e non cristiani, anche a difesa della dignità delle donne, troppo spesso sottoposte a inaudite violenze.
La Conferenza dei Capigruppo del Consiglio comunale