Il progetto di un percorso formativo rivolto agli studenti
SIENA. Una sistematica azione di contrasto agli stereotipi e alle discriminazioni attraverso un percorso formativo focalizzato sul mondo dei social media e sul loro corretto utilizzo.
Grazie all’efficace sinergia tra l’assessorato alle Pari Opportunità e alle Politiche giovanili del Comune e il dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive (Dispoc) dell’Università degli Studi di Siena, e al successivo coinvolgimento dell’ufficio scolastico territoriale, gli studenti delle ultime classi degli istituti secondari e gli iscritti ai primi anni di corso all’Ateneo potranno partecipare a un percorso formativo che partirà con due tavole rotonde di analisi e approfondimento sui temi “Percezioni e rappresentazioni nella nostra società e nei social media” e “Violenza e rispetto nella comunicazione delle società liquide”, rispettivamente in agenda per le mattine del 4 e il 10 dicembre prossimi nell’aula magna del presidio universitario Mattioli (via P.A. Mattioli, 10) con inizio alle ore 9.30. Due incontri propedeutici alla successiva fase del progetto, durante la quale sarà proposta un’attività formativa che prevede anche la realizzazione di stage studio-lavoro nel secondo quadrimestre dell’anno scolastico 2015/16.
L’iniziativa è stata presentata stamani in conferenza stampa, a Palazzo Berlinghieri, dall’assessore alle Pari Opportunità e alle Politiche giovanili, Tiziana Tarquini, dal direttore del Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive all’Ateneo senese, Pierangelo Isernia, e dal referente per la Consulta provinciale degli studenti dell’ufficio scolastico territoriale, Francesco Binella.
“E’ proprio dall’incontro delle tematiche che affronto quotidianamente per i miei assessorati – ha introdotto l’assessore Tarquini – e dal lavoro svolto all’interno del Tavolo di genere sugli stereotipi che scaturisce l’esigenza di lavorare in questa direzione. I giovani sono sempre più immersi nel mondo dei social media ed è fondamentale renderli culturalmente consapevoli dei potenziali rischi e delle tipologie di messaggi vi vengano veicolati. La formazione delle nuove generazioni, anche da questo punto di vista, è la migliore garanzia per avere, in futuro, una cittadinanza critica e all’altezza delle sfide della nostra contemporaneità”.
I contenuti dei percorsi formativi potranno essere di ricerca o di comunicazione: nel primo caso, per esempio, con approfondimenti sulle forme di discriminazione più frequenti, anche subdole e di portata più circoscritta, oppure con l’obiettivo di creare un’applicazione sull’uso corretto dei social media; nel secondo, invece, con la programmazione di una campagna di sensibilizzazione, la realizzazione di cortometraggi o la creazione di un laboratorio che utilizzi i social media per rilevare percezioni e problemi di ambito cittadino.
“Questo esempio virtuoso di collaborazione tra Comune e Ateneo – ha aggiunto Pierangelo Isernia – interessa tutta la popolazione giovanile e si sviluppa lungo tre assi. Il primo riguarda l’importanza dei social media come fonte di informazione per i ragazzi. Per la loro natura decentrata e destrutturata, essi generano spesso un sovraccarico di informazioni contraddittorie. Per fronteggiare questo sovraccarico, è necessario acquisire una capacità critica di valutazione delle informazioni e di lettura della realtà, che solo le agenzie formative, scuola e università possono fornire. Per questo, ed è il terzo punto, è importante che sempre più giovani completino il percorso scolastico e si iscrivano all’università, mentre il tasso di iscrizione universitaria è in Italia, tra i più bassi in Europa. L’Università e la Scuola vogliono mostrare come, lavorando con un approccio stimolante e creativo, si possa favorire la consapevolezza dei nostri giovani sulle problematiche attuali e stimolare le loro capacità critiche”.
Come ha aggiunto Isernia, le elaborazioni finali ritenute più meritevoli saranno premiate con una borsa di studio diretta a coprire una parte delle tasse universitarie di iscrizione.
“La scuola è uno snodo fondamentale nei processi di maturità e formazione dei nostri ragazzi – ha affermato Francesco Binella – ed è quindi importante che si riesca a guidarli anche nel mondo degli strumenti tecnologici, affinché non adottino forme di utilizzo scorrette e scriteriate che, generalmente, producono effetti negativi a lungo termine. Non possiamo che salutare con gratitudine e soddisfazione questa iniziativa proposta dalle due grandi istituzioni cittadine”.
Hanno aderito all’iniziativa i docenti, operanti nel Dispoc, Davide Sparti, Paolo Bertetti, Luca Verzichelli, Maurizio Boldrini, Maurizio Masini, Lorenzo Nasi, Simonetta Grilli, Cristina Capineri e Fabio Berti. L’attore Carlo Gabardini e Stefano Ciccone, presidente dell’associazione “Maschile Plurale”, si sono offerti come testimonial del progetto.