SIENA. Una sollecitazione all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta specifica per Banca MPS. È quanto è stato avanzato con l’interrogazione presentata nella seduta consiliare di martedì scorso, 28 marzo, dal gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, insieme a Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese), Pietro Staderini (Sena Civitas), Enzo De Risi (Cittadini di Siena), Massimo Bianchini (L’Alternativa) e Marco Falorni (Impegno per Siena).
Rilevando, da un lato, come “i grandi strateghi politici abbiano imposto per anni i loro uomini come dei dilettanti allo sbaraglio” e, dall’altro, “la mancanza generale di fiducia sia nei confronti delle forze politiche al governo della città sia del management di Banca MPS, reo di non aver reso nota la reale situazione economico-finanziaria dell’istituto”, la consigliera ha sostenuto che “risparmiatori, correntisti e dipendenti sono disorientati dal vortice mediatico e dai fenomeni che interessano Rocca Salimbeni, come il deterioramento della liquidità denunciato dalla Banca Centrale Europea e le ormai ricorrenti fughe di depositi”.
Sabatini ha fatto riferimento alla commissione regionale d’inchiesta costituita ad hoc sulle vicende di Banca MPS per affermare come si sia rivelata “priva di strumenti per accertare la verità e le varie responsabilità” e alla commissione parlamentare sul sistema bancario italiano “ferma in Parlamento dal 2013 e che, temiamo, non prenderà mai il via: in ogni caso, anche se fosse istituita, riteniamo che non sia questo il modo migliore per fare luce sulla crisi di Banca MPS”. Allo scopo di “risalire alla verità, alle responsabilità oggettive dei grandi esperti, dei professionisti, degli amministratori e di chi doveva controllare”, la consigliera ha chiesto al sindaco “se intenda farsi promotore per l’istituzione della commissione parlamentare specifica per il caso MPS” e “di tenere aggiornato il Consiglio sulla definizione degli interventi di sostegno pubblico che saranno attivati dal Ministero dell’Economia, compresa la possibilità di introdurre correttivi alla direttiva UE cosiddetta Burden Sharing attuata in Italia con il decreto legislativo n°180/2015”.
Il sindaco Bruno Valentini, citando una frase di Matteo Renzi sulla sua volontà di fare massima chiarezza sulla crisi del sistema bancario, ha affermato che “l’attuale maggioranza parlamentare ha confermato di voler fare chiarezza sulle vicende travagliate delle banche italiane, anche se i tempi sono stretti rispetto all’imminente scadenza di questa legislatura”. Quanto all’esperienza della commissione d’inchiesta regionale, “alla quale ho aderito senza alcun tentennamento – ha detto – andando a rispondere in modo esauriente a tutte le domande che mi sono state poste”, Valentini ha affermato che “tale commissione ha fornito una corretta e puntuale ricostruzione storica, anche degli errori commessi dai responsabili dell’epoca, senza suffragare i diffusi teoremi di complotti, tangenti e deviazioni. È più probabile che si sia trattato di errori strategici e gestionali, aggravati da una fortissima crisi economica, la quale ha esasperato e ampliato la portata di quegli errori. Responsabilità che, però, vanno condivise con gli organi di vigilanza: dalla Consob alla Banca d’Italia al Ministero del Tesoro”.
Valentini ha poi sostenuto di essere “assolutamente d’accordo nel tentare ulteriormente di approfondire ciò che è avvenuto a Banca MPS: dal caso “121” in poi, compresa Antonveneta, i derivati e le scelte sbagliate fatte sull’aumento di capitale. Per esempio, se la Banca e il Governo non avessero concordato la frettolosa restituzione dei 4 miliardi di euro di prestito, forse MPS non avrebbe dovuto ricorrere a un nuovo aumento di capitale non riuscito, aggrappandosi quindi al salvataggio dello Stato, che, a quanto si comprende dalle notizie di stampa, dovrebbe concretizzarsi dopo la delibera comunitaria tra maggio e giugno. Ciò avverrà con l’ingresso in via maggioritaria dello Stato nel capitale azionario, che farebbe tornare almeno temporaneamente la Banca nell’alveo pubblico, dopo la privatizzazione e la quotazione in Borsa”.
Per quanto riguarda le conseguenze sui risparmiatori, “a oggi – ha proseguito il sindaco – ci sono solide garanzie del Governo, diverse da quelle che hanno riguardato altri istituti, perché la situazione delle altre banche era una situazione da prefallimento, mentre MPS era in linea con i parametri richiesti, ma non con quelli ipotizzati in caso di peggioramento dello scenario avverso. Quindi le misure che sono state necessarie su MPS non derivano da un’emergenza operativa intrinseca, bensì derivano da un provvedimento di regolamentazione del mercato fondato su un ipotetico scenario avverso, legato al prefigurarsi di una crisi ancora più grave di quella che ci ha coinvolto”.
Valentini ha sostenuto che “il Governo e l’Europa stanno valutando misure intermedie per evitare di premiare gli speculatori che hanno acquistato obbligazioni sul mercato secondario. Chi uscirà veramente male da questa vicenda saranno gli azionisti, Fondazione MPS compresa, ovvero gli investitori in capitale di rischio, i quali hanno subito in modo impietoso una decurtazione gravissima del capitale investito: direi che hanno il diritto di contestare i danni subiti se si dimostrerà che derivano da comportamenti fraudolenti, come sembra>.
“Lavoreremo per garantire i risparmiatori – ha concluso – soprattutto quelli incolpevoli e si tratterà di verificare se il Governo adotterà le misure annunciate: aggiorneremo nel merito il Consiglio e la città ogni volta che avremo notizie”.
La consigliera Sabatini ha definito la risposta “articolata e condivisibile su molti punti” ma ha ribadito la richiesta di “una commissione parlamentare di inchiesta specifica e unica sul caso MPS e non generica sul sistema bancario come quella che, invece, vuole Renzi e che è stata citata dal sindaco”. Rispetto alle sorti della Banca, Sabatini ha chiesto a Valentini di “interferire con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per non perdere ulteriore tempo e tutelare i risparmiatori e il personale dell’istituto”.