Una passeggiata in centro, in via Banchi di Sopra, e si comprende come sia cambiata la logica che muove l'attività commerciale a Siena
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di Augusto Mattioli
SIENA. Tezenis, Original Marines, L’erbolario, Grom, Intimissimi, L’Occitaine, Acqua dell’Elba, Calzedonia, Bottega Verde, Imperial, Ingram, Gazza ladra, Belmonte, Twin set, Swaroski, Solaris, Giardino d’oriente, Golden Point , Nau, Salmoiraghi, Benetton, Stroili, Bag Store, Yamanay, Tata Italia, Fot Looker, Max Mara., Liu Jo, Kiko, Swatch. Un elenco di negozi in franchising di marchi di vario tipo presenti nella sola via Banchi di Sopra, dalla Costarella fino a Piazza Salimbeni. Marchi che si possono trovare anche in tante altre città del nostro paese e non solo e i cui manager possono permettersi di pagare, ai proprietari senesi, dei fondi fior di euro al mese per gli affitti in questa parte centrale della città. Affitti che, pare – ma bisognerebbe avere la conferma da parte di chi paga il fondo – possono andare dai diecimila fino ai quaranta mila euro mensili. Basti pensare ai 13 mila euro chiesti ai gestori dell’ex negozio Cardinali che avevano espresso il desiderio di spostarsi, dalla Croce del Travaglio in via Banchi di sotto dove l’affitto era “solo” di 4500 euro. Per cui l’attività è stata spostata alla Croce del Travaglio.
Affitti troppo elevati per chi, da singolo operatore, avrebbe l’idea di fare commercio in via Banchi di sopra, senza avere le spalle coperte da fior di soldi. Da questa “filosofia” deriva un centro della città che si adegua all’andamento generale e non un commercio che possa fare di Siena una città più originale. Magari certi negozi, frutto appunto di originalità, li puoi trovare anche all’interno della città murata o a Massetana Romana o anche a San Miniato dove dovrebbe trasferirsi l’ottica Colombini, (da decenni in una piazza del Campo dove l’unica attività è la ristorazione), al quale subentreranno le attività di Sienla, il gruppo diretto da Cataldo Staffieri.
In via Banchi di sopra tanto per tornare da dove abbiamo fatto la nostra mini ricerca sono pochi i negozi non in franchising. Ci risultano la gioielleria Versace, la Farmacia Gori, il fiorai nell’androne dell’edificio della redazione del Corriere di Siena, il vicino Tabaccaio , Conca d’oro Nannini, la Pizzeria, il Ristorante, Cortecci, il negozio di calzature Mori, l’ottica Ricci, le banche in piazza Tolomei,(Mps Cassa risparmio Firenze), Farmacia Parenti, Franchi abbigliamento, Morbini, Tabaccheria vicina, Gioielleria Tanzini, Mps, Albergo Continentale, Citiziens.
Dunque occorrerebbe un cambiamento, una inversione di rotta nel modo di promuovere e fare commercio, valorizzando appunto i prodotti locali di vario tipo e genere che possono alzarne la qualità e dare un’impronta di unicità. Del resto anche nella recente conferenza stampa sul progetto di valorizzazione del marchio Nannini (che vede il gruppo Staffieri, molto presente e attivo nelle strutture di ristorazione cittadina), si è parlato di valorizzazione dei prodotti dolciari senesi anche con una produzione di carattere artigianale. Forse puntare sull’artigianato di qualità potrebbe essere una strada per invertire la tendenza alla univocità commerciale.