una sentenza importante perché affronta il tema dell’uso personale anche in relazione alla coltivazione
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di Augusto Mattioli
SIENA. Era stato rinviato a giudizio nel febbraio del 2018 per rispondere dei reati di coltivazione di alcune piante di cannabis per ottenerne della marijuana e detenuto “ai fini di cessione” 12,677 grammi di hashish. Il giudice Chiara Minerva nella sentenza di sette pagine, letta alla fine del dibattimento lo scorso 18 gennaio – secondo quanto si legge – lo ha assolto dalla prima imputazione “essendo il fatto non punibile per la particolare tenuità”. Mentre riguardo al secondo reato, quello della cessione ad altri di hashish, è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. Imputato un giovane trentenne difeso dall’avvocato senese Emiliano Ciufegni.
Nel documento si legge che nel corso del processo è emerso che l’uomo (arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Siena, andati nella sua abitazione per eseguire una perquisizione nei confronti del fratello), faceva uso personale di marjuana e hashish, ammettendo anche “di coltivare artigianalmente in casa” – grazie ad una attrezzatura che gli agenti avevano sequestrato – le piante, ma negando “la finalità di spaccio che gli era stata contestata in relazione alla detenzione dell’hashish”. Nella sentenza si legge ancora che “l’istruttoria espletata non si ritiene abbia fornito dimostrazione della destinazione di spaccio dello stupefacente rinvenuto in possesso dell’imputato”.
Nel corso del processo la difesa ha prodotto le fatture dell’acquisto dell’attrezzatura sequestrata e utilizzata per la coltivazione della cannabis e non è emersa con certezza l’entità della coltivazione contestata al giovane“, non essendo state rinvenute delle piante ma solo alcuni steli recisi, “oltre al quantitativo di sostanza stupefacente già pronta per l’utilizzo”.
Secondo l’avvocato Ciufegni “si tratta di una sentenza importante perché affronta il tema dell’uso personale anche in relazione alla fattispecie della coltivazione, che viene considerato il reato più grave. Una sentenza in linea con la recente giurisprudenza costituzionale della Cassazione in materia”.