
SIENA. “Abbiamo sempre creduto che Mps potesse rilanciarsi ed avere una prospettiva stand alone: i fatti ci hanno dato ragione. L’aumento di capitale varato a fine 2022 ha posto le basi, ma un ruolo centrale lo hanno giocato i sindacati che, con la loro altissima rappresentatività, hanno gestito le 4mila uscite previste dall’accordo e le difficoltà operative che ne sono derivate. L’attuale management ha avuto il merito di rompere il circolo vizioso tra riduzione dei costi, taglio delle attività e riduzione più che proporzionale dei ricavi, nonché di aver depotenziato il contenzioso che pesava sulla banca”. Lo ha dichiarato il segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani, che si è confrontato con l’ad di Mps Luigi Lovaglio nel corso dell’ultima giornata del Congresso First Cisl Monte dei Paschi di Siena.
“Ora si apre una fase nuova. Il progetto di legge di iniziativa popolare promosso dalla Cisl, che nei giorni scorsi ha ricevuto il via libera della Camera, verrà molto probabilmente approvato e diventerà legge dello Stato – ha proseguito Colombani –. Nel settore bancario, peraltro, l’accordo di rinnovo del contratto nazionale Abi ha introdotto, per la prima volta nella storia repubblicana, una norma sulla partecipazione nella contrattazione collettiva nazionale, demandando alla contrattazione aziendale l’applicazione. Credo non vi sia per Mps momento migliore di questo per coinvolgere lavoratrici e lavoratori in forme di partecipazione in grado di accompagnare la banca nei suoi progetti di crescita”.
“Il nostro giudizio su un’eventuale aggregazione con Mediobanca è positivo. A differenza di altre operazioni, le sovrapposizioni sono limitatissime e il disegno si basa su sinergie di ricavi. Mps e Mediobanca sono realtà complementari: la sfida, diversamente dal passato, quando le fusioni si basavano sulle sinergie di costo e premiavano solo gli azionisti, consiste nel valorizzare le diversità. È evidente che lo Stato sia destinato a dismettere la sua partecipazione. Anche in questo caso si presenta un’occasione da cogliere. Tra il 2023 e il 2024, mentre altre grandi banche diminuivano il credito, Mps ha mantenuto pressoché invariati gli impieghi. Tuttavia c’è spazio, considerata l’eccedenza di patrimonio rispetto ai minimi regolamentari, per rafforzare il profilo di banca al servizio dell’economia reale e dei territori, con corrispondenti aumenti del credito concesso. Ma questa evoluzione, che richiede tempo e progettualità, rende opportuno l’ingresso di azionisti stabili nella compagine sociale. Le Fondazioni di origine bancaria – ha concluso Colombani – sono le candidate ideali per svolgere questo ruolo”.