SIENA. Da Civici in Comune riceviamo e pubblichiamo.
“Purtroppo sembra che i problemi del piccolo commercio, una della più importante e storica risorsa dell’economia italiana, quasi tutta riferibile a piccole imprese familiari, non siano all’ordine del giorno di nessun governo. Anche nell’ultima legge di bilancio, tra le tante voci che preferiamo non commentare ora, non abbiamo trovato attenzione al tema del caro affitto delle locazioni commerciali, uno dei maggiori problemi di questa categoria, che oggi si va a sommare al caro bollette e all’impennata dell’inflazione, cose che limitano fortemente la propensione alla spesa di molti cittadini.
Quello che sembra non sia stato capito dai politici, nazionali e locali, è che l’immediata importante ricaduta che quest’ultimo dato, l’impennata dell’inflazione, dal primo di gennaio del 2023 in poi, comporterà automaticamente un rincaro forse anche a doppia cifra dei canoni di locazione degli fondi commerciali, già in molti casi a livelli insostenibili, se non, in alcuni, quasi al limite della decenza.
Una storica associazione senese, già dall’aprile 2020, in piena pandemia Covid, oltre ad aver chiesto che il Comune di Siena promuovesse un tavolo di lavoro tra le varie istituzioni pubbliche e le associazioni di categoria interessate, per tentare di trovare soluzioni a questo grave problema, aveva anche fatto alcune proposte in questo senso, tra queste l’introduzione del canone concordato anche per i fondi commerciali, cosa che potrebbe portare benefici fiscali ai proprietari che ne usufruiranno e correlati risparmi agli affittuari. In alternativa era stato suggerito il meccanismo della cedolare secca per tutte le locazioni commerciali, provvedimento ipotizzato nell’iter della legge di bilancio, ma poi sparito dal testo finale.
Quindi ancora un niente di fatto su questo ambito, nonostante l’aggravamento del problema del caro affitti che sta mettendo in gravi difficoltà tante piccole imprese familiari, fino a costringere di valutare la chiusura dell’attività. Un problema che sembra molto evidente anche a Siena, con sempre più negozi sfitti e abbandonati, con gravi ricadute non solo sul piano sociale ed economico, ma anche sul decoro della città, ormai pieno di fondi con saracinesche abbassate e a volte abbandonati all’incuria e al degrado. Una città sempre meno vivibile e curata, anche in seguito alle deroghe selvagge per l’occupazione di suolo pubblico, abolite in molte città, ma stranamente prorogate a Siena. In questo senso sarebbe importante produrre un progetto riguardante la rigenerazione del centro storico che, tra le varie cose, ponga attenzione alla sua vivibilità e alla ricostruzione del tessuto commerciale. Magari con fondi del PNRR.
Ci sembra quindi giusto ed opportuno rinnovare l’invito di convocare il tavolo suddetto, dando la nostra disponibilità a collaborare a qualsiasi soluzione utile al miglioramento della nostra Siena”.