Il corso di formazione ambisce a costruire una base di conoscenze condivise per il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle cittadine nella ricerca scientifica
PONTIGNANO. È in corso di svolgimento alla Certosa di Pontignano (SI) il primo corso di Citizen Science, organizzato dal National Biodiversity Future Center (NBFC) in collaborazione con l’Associazione Citizen Science Italia, e rivolto a ricercatrici e ricercatori del centro, di cui fa parte anche l’Università di Siena.
Il corso di formazione, in svolgimento l’11 e 12 novembre, ambisce a costruire una base di conoscenze condivise sugli approcci metodologici e sui protocolli esecutivi per il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle cittadine nella ricerca scientifica.
Al corso prendono parte oltre 70 fra ricercatrici e ricercatori NBFC, che hanno così l’opportunità di approfondire temi che riguardano la costruzione di progetti di Citizen science, acquisire strumenti di lavoro, approfondire l’utilità della Citizen Science nella ricerca scientifica, definire percorsi di comunicazione e sviscerare il legame tra questa e l’Agenda 2030.
Con questa attività di formazione, NBFC vuole dare maggiore impulso alle iniziative di Citizen Science; a tal fine è stato costituito un tavolo trasversale, coordinato dal dottor Andrea Sforzi, direttore del Museo di Scienze Naturali della Maremma di Grosseto e presidente dell’Associazione Citizen Science Italia (CSI), al quale partecipano numerosi ricercatori e numerose ricercatrici, anche provenienti dall’Università di Siena.
Il NBFC è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera che coinvolge istituzioni e imprese in tutta Italia finanziati da fondi PNRR – Next Generation EU ed ha l’obiettivo di promuovere la gestione sostenibile della biodiversità italiana, secondo il principio per cui il benessere dell’ambiente si riflette sul benessere umano (One Health).
Nell’ambito del NBFC l’Università di Siena è sede dello Spoke 3, coordinato dal professor Francesco Frati, dedicato al monitoraggio della biodiversità terrestre e di acqua dolce; ed è sede affiliata allo Spoke 2, dedicato allo studio di soluzioni per invertire la perdita di biodiversità marina e alla gestione delle risorse marine in maniera sostenibile.
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Il professor Francesco Frati all’incontro