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di Augusto Mattioli
SIENA. Da lunedi 12 ottobre chiude “fisicamente” la redazione del Corriere di Siena. In edicola sarà ancora presente la testata con le pagine locali, realizzate dai redattori senesi, alcuni dei quali si trasferiranno a Perugia, dove si trova la redazione centrale del gruppo umbro. Intanto c’è chi sta svuotando i cassetti pieni di documenti e ateriali accumulati da anni di lavoro. A Siena ovviamente resteranno i collaboratori che saranno occhi ed orecchi del quotidiano ormai senese solo di facciata.
Non chiude solo la storica redazione della nostra città, comunque un punto di riferimento da anni per l’informazione locale, ma tocca anche a quelle di Arezzo, Terni, Rieti e Viterbo. Una riduzione che mette in evidenza le difficoltà della carta stampata, non solo del gruppo umbro. Basti pensare che anche l’editore del quotidiano La Repubblica sembra voglia disfarsi di alcuni quotidiani locali tra cui il Tirreno di Livorno, dove i dipendenti aspettano notizie più precise da Exor, holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Agnelli che oltre a produrre automobili ha appunto una forte presenza nell’informazione del nostro paese.
Le prese di posizione sulla chiusura di alcune redazioni della Federazione nazionale della stampa, Fnsi, e delle associazioni regionali della stampa sulla politica del gruppo umbro non sono mancate, anche se lasciano il tempo che trovano. “Di fronte al calo delle copie vendute – si legge in una recente presa di posizione di Fnsi e associazioni – non si risponde tagliando i presidi sul territorio. Preparare le pagine di Viterbo, Terni o Siena a Perugia non è la stessa cosa che prepararle in loco, vivendo le dinamiche del territorio e sfruttandone i contatti. Se era necessario chiudere le sedi si poteva ovviare con lo smart working, usato in pandemia, per garantire la produzione”.