SIENA. Dal Coordinamento donne della Cgil e dello Spi Cgil di Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Una brutta pagina per la civiltà della nostra comunità quella che vede la denuncia di molestie sessuali da parte di una ex studentessa del Liceo Artistico di Siena.
Come Coordinamento donne della Cgil e dello Spi Cgil di Siena, in attesa che la giustizia faccia chiarezza sulle eventuali responsabilità penali e civili del docente, non possiamo non indignarci di fronte all’indolenza dell’intero sistema scolastico, a conoscenza dell’intera vicenda da mesi, di fronte non solo alla denuncia dell’ex studentessa ma anche alla successiva segnalazione, a mezzo scritto, di altre 49 studentesse e studenti.
La scuola è il luogo dove si forma il futuro, dove si crea cultura, dove si coltivano i valori come la giustizia e la libertà, dove si insegna il rispetto per lo Stato e per le sue Istituzioni e dove i nostri ragazzi e le nostre ragazze devono sentirsi protetti. Quale insegnamento e quale protezione ha dato un sistema scolastico che, con ignavia, ha preferito tutelare se stesso da tempeste mediatiche piuttosto che l’integrità fisica e morale di ragazze che hanno deciso, con forza e coraggio, la strada della denuncia delle molestie? Lo hanno fatto come parte debole di un sistema nei confronti di chi ha il potere di giudicare il loro percorso di studi.
Il sistema scolastico avrebbe dovuto mettere in campo fin da subito provvedimenti a tutela delle studentesse dell’istituto: se è vero infatti che la giustizia deve fare il suo corso, non è accettabile che gli organismi competenti rimangano indifferenti a quanto emerso e non ritengano di assumere disposizioni urgenti anche a carattere cautelativo.
La Scuola, l’istituzione per eccellenza che ha la responsabilità di formare il profilo civile del nostro Paese doveva essere la prima a proteggere queste ragazze schierandosi al fianco di chi denunciava atti di violenza di genere, qualunque essa sia (fisica, verbale o psicologica, molestia, stalking). E invece ha perso l’occasione di dare un grande insegnamento alla società tutta, ha scelto l’inerzia, e un atteggiamento burocratico nei confronti di questa vicenda che nulla ha a che vedere con l’importante compito di volano formativo e di motore di avanzamento culturale nella tutela dei diritti che la scuola dovrebbe avere nei confronti delle nuove generazioni”.