L'assessore: "E’ giusto che ci sia un accordo quadro fra le amministrazioni che sani questa situazione, con conteggi equi e onnicomprensivi, quindi anche per il servizio mensa"
di Annalisa Coppolaro
SIENA. La vicenda è nota: gli aumenti che, durante il 2022, sono stati effettuati alla mensa scolastica delle scuole di Siena portando i pasti a otto euro al giorno e che riguardano solo i non residenti a Siena, senza distinzione per Isee, ha scatenato una serie di proteste. Vari gruppi come Pappa col Pomodoro e gruppi di genitori come il Comitato Cara Mensa Comunale hanno preso vari provvedimenti per protestare contro questo aumento che fa salire il costo della mensa di circa 400 euro l’anno portando diverse famiglie a decidere di trasferire i propri figli nelle scuole del Comune di residenza. Si tratta di oltre un centinaio di famiglie interessate da questi inaspettati aumenti: il costo di 8 euro per i non residenti e di 6 euro per i ragazzi residenti a Siena ha ovviamente ispirato riflessioni e proteste.
I genitori hanno anche inviato un ricorso al Presidente della Repubblica , al Garante per i diritti dell’infanzia e al difensore civico: questi ultimi due hanno giudicato come un’ingiustizia questo provvedimento con una lunga e articolata risposta.
Stamani si è svolta una conferenza stampa presso il Comune di Siena dove l’Assessore Paolo Benini ha ribadito la richiesta di un dialogo con i comuni limitrofi a Siena dai quali i ragazzi provengono. Ha esortato i comuni a contribuire ai costi di gestione delle scuole senesi.
”Troviamo un accordo quadro con tutti i Comuni per le scuole, sulla base di quello che Siena ha trovato con l’amministrazione di Asciano”. E’ la proposta dell’assessore all’istruzione del Comune di Siena Paolo Benini sulla questione questa mattina, questione emersa nei giorni scorsi, degli alunni che frequentano scuole all’interno di Comuni diversi da quello della propria residenza.
“Con il Comune di Asciano – spiega l’assessore Benini – abbiamo trovato un accordo per un contributo annuo di 22mila euro, che comprendono il servizio mensa e tutta una serie di servizi, compreso un contributo per la manutenzione delle strutture e quindi anche bollette di luce e gas e quant’altro. Parliamo di circa quaranta bambini residenti nel Comune di Siena che frequentano una struttura nel territorio di Asciano. Può essere una base di partenza per trovare un accordo con tutte le altre amministrazioni. Come Siena, su circa tremila bambini iscritti a scuole dell’infanzia e primarie, quasi cinquecento arrivano da Comuni limitrofi. Circa duecento di questi interessano due strutture, di cui quindi rappresentano una quota importante per quanto riguarda l’utenza e quindi i costi che devono essere sostenuti. Gli altri sono distribuiti sulle altre scuole. L’amministrazione comunale si accolla dunque tutta una serie di spese, soprattutto per quanto riguarda queste due strutture che accolgono un gran numero di alunni non residenti, comprese quella sulla manutenzione e sulla mensa, cui aggiungere bollette per riscaldamento, luce e acqua, servizi vari. Da qui la decisione di aumentare i costi per i non residenti: del resto è un metodo che utilizza anche la Regione Toscana, che differenzia fra residenti e non residenti per quanto riguarda i cedolini relativi ai libri di testo, non distribuiti a questi ultimi”.
“La mia proposta – prosegue ancora l’assessore – è quella di trovare un accordo a livello provinciale basato sulla Isee. Ne parlerò con il presidente della provincia come rappresentante del Comune capoluogo, che può essere capofila in questo tipo di ragionamento, chiedendo un’azione concreta dell’ente sovraordinato. In questo modo possiamo calcolare un contributo che le amministrazioni possono versare per mense, servizi, manutenzione e tutte le varie spese che dipendono dal numero di utenti. Sarebbe infatti equo che i bambini possano avere accesso e poter fruire delle strutture su tutto il territorio a seconda delle esigenze familiari, stabilendo criteri di accesso, basati anche sugli spazi disponibili, dando però priorità ogni anno ai residenti”.
“Come Comune di Siena – conclude Benini – spendiamo circa 160mila euro all’anno per la manutenzione delle strutture, poi ci sono da calcolare le spese per le mense, bollette, acqua, luce, riscaldamento, materiale vario, per cui si aggiungo costi che variano significativamente per le presenze esterne. E’ giusto che ci sia un accordo quadro fra le amministrazioni che sani questa situazione, con conteggi equi e onnicomprensivi, quindi anche per il servizio mensa”.