SIENA. C’è un Bruno Valentini che è stato sindaco di Siena e un Valentini Bruno che inonda, con bulimia grafologica senza precedenti, ogni spazio raggiungibile. Tutto critica senza sosta non avendo un passato. Ed è severo perché se ci fosse stato lui tutto avrebbe ben funzionato e sarebbe stato ben fatto. L’ultima perla è la critica al convegno della fortezza delle idee prontamente ridotto ad una Waterloo della attuale giunta, accusata di non avere un programma solido e di perdersi nelle chiacchere. Quando c’era il suo sosia certe cose non erano così sciatte. Infatti nella presentazione del programma del sindaco del 2013 il programma non era pessimo… proprio non c’era !!! Dopo un tramestio imbarazzato fu presentato in consiglio comunale e alla città quello di Siena Cambia, una delle cinque liste che avevano concorso ad eleggere il sindaco.
Il “programma della coalizione” iniziava con un duro attacco al partito democratico colpevole di tutti i mali passati presenti e futuri. E fu comico l’imbarazzo del gruppo Pd, peraltro il più numeroso, che dovette assistere alla distruzione del lavoro e del partito. Ovviamente Bruno Valentini rimase nel Pd, dove è ancora con la coerenza che tutti gli riconoscono e che spesso non supera la soglia della notte.
Quanto a noi assistiamo con rassegnazione. E ci consoliamo con il fatto che la giunta De Mossi, che appoggiamo, in un anno e mezzo ha fatto gli stessi investimenti che Bruno Valentini aveva realizzato in cinque anni. E non è finita qui.
I capogruppo di maggioranza