di Andrea Pagliantini
SIENA. Piazza del Campo è sicuramente una delle piazze più conosciute e più belle al mondo, meta di turisti e di miliardi di scatti fotografici ogni anno. Una conchiglia resa possibile dall’arte e dall’ingegno dei senesi di epoche antiche, che mattone dopo mattone hanno cesellato il profilo di un luogo unico. Un luogo da vivere e da gustare, ma anche da proteggere e coccolare perchè la bellezza è di tutti e perchè la storia di una città non si riduce a un codice a barre. Una città d’arte non è solo un grande salvadaio da cui attingere e serve un minimo di gusto.
Prendere un caffè seduti in Piazza del Campo è un momento conviviale e piacevole, ma anche un’emozione se si alza la testa e lo sguardo dalla lista dei cocktail e delle noccioline. Davanti a vari locali in piazza sono comparse da anni varie strutture in vetro, ferro e legno come capanni, che permettono di accogliere più clienti all’esterno del locale, occupando però un ampio spazio nell’anello del passeggio e offuscando la bellezza e la visuale di ciò che l’antico senese ha messo in piedi.
Solo un po’ più di sensibilità salva i centri storici delle città d’arte dalla banalità del tutto uguale e dall’ossessione del far cassa spennando chi passa. C’è anche la struttura di un locale che ha davanti un baracchino di oggettistica per turisti che restringe il camminamento ad un viottolo per orto.
Non è dare addosso alle attività economiche che hanno richiesto la realizzazione di questi capanni di ferro, vetro e legno, è pensare ad un Comune e ad una Soprintendenza che si concedono il lusso di far “capannizzare” una delle piazza più belle del mondo.