Intanto la Cia ha inviato una lettera dettagliata all’assessore all’agricoltura Marco Remaschi
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1390583899254.jpg)
SIENA. Agricoltura e caccia, un binomio sempre più nel caos. Fra un’emergenza ungulati che non sembra trovare una soluzione, una legge regionale sulla gestione degli ungulati ‘bloccata’ dalla Consulta e il rinvio in Consiglio Regionale del provvedimento sugli ATC con la mancata adesione delle forze dell’opposizione, alla richiesta di procedura d’urgenza che avrebbe consentito di inserire il provvedimento all’ordine del giorno del Consiglio Regionale. A sottolinearlo è la Cia Siena che evidenzia il malcontento e la forte preoccupazioni delle aziende agricole senesi. Cia che domani, giovedì 23 giugno, parteciperà alla Festa PD di Sinalunga (ore 21.45), nella serata dedicata a “La nuova Legge obiettivo”; un confronto fra agricoltura e caccia, con la presenza delle istituzioni, fra cui l’assessore regionale Marco Remaschi, l’on. Susanna Cenni e il presidente di Cia Toscana Luca Brunelli.
«Notiamo anche dell’incoerenza politica – sottolinea il presidente Cia Siena Luca Marcucci -; da una parte si aboliscono le Province perché troppi livelli istituzionali, con gli evidenti danni ai servizi sul territorio, senza nessun risparmio, allontanando i cittadini dalle istituzioni accentrando i poteri alla Regione. Dall’altra, secondo questa impostazione politica, la Regione taglia gli Ambiti territoriali di caccia da tre a uno per quanto riguarda Siena, andando nella logica dell’accentramento tanto agognato, ma in questo caso al Governo nazionale non va bene». IL ricorso del Governo alla Corte costituzionale per bloccare la Legge Toscana che istituisce l’ATC unico a livello provinciale ha del paradossale – secondo la Cia Siena – e questo contrasto fra Governo e Regione Toscana non ha senso : «Bene il provvedimento d’urgenza della Regione Toscana per continuare a garantire l’operatività degli Atc fino al 31 dicembre 2016, ma dal momento che il ricorso esiste dal febbraio 2015 – commenta il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – viene da domandarsi come mai non è stato fatto nulla per risolvere un problema che invece, a questo punto, produrrà soltanto dei danni ai nostri agricoltori».
I motivi della forte preoccupazione della Cia sulla Legge obiettivo (straordinaria ad hoc) per fronteggiare la sovrappopolazione di ungulati nella nostra regione, sono stati illustrati, intanto, in una dettagliata lettera all’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi.
“Continuiamo a sostenere validità della L.R. 10/2016 – ha sottolineato la Cia senese con la Cia Toscana -, il rischio al quale si sta concretamente andando incontro, è quello della mancata attivazione degli interventi previsti dalla Legge obiettivo nel primo anno della sua operatività. Siamo indietro dalla definizione delle modalità di caccia, alla formazione dei selettori, al prelievo venatorio e controllo nelle diverse aree, sui criteri di individuazione delle aree vocate e non vocate, sul risarcimento dei danni, sulla piena operatività e funzionamento della governance. Chiediamo alla Regione Toscana il massimo sforzo per scongiurare questa ipotesi, che determinerebbe un aumento dei danni alle produzioni ed alle imprese agricole e, sul piano politico, il naufragio di una iniziativa legislativa perseguita con determinazione dalla Giunta Regionale, con il conseguente ritorno ad un caos normativo e gestionale difficilmente recuperabile”.
Non c’è tempo da perdere – secondo la Cia – per la risoluzione di un problema annoso che ha sempre visto la Confederazione in prima fila. Intanto serve l’immediata attivazione, a pianificazione faunistica vigente, di tutti gli interventi previsti dalla Legge Obiettivo, con lo scopo di avviare da subito l’azione di contenimento degli ungulati e di mantenere gli impegni previsti nella prima annualità di applicazione della Legge. Quindi – aggiunge la Cia -, il potenziamento degli interventi di controllo degli ungulati (ex Art. 37), estendendone l’applicabilità a tutte le aree non vocate, semplificando le procedure di attivazione degli interventi, svincolando l’utilizzo dei “chiusini” dalle condizioni e dalle procedure previste per gli interventi. Inoltre, è necessario un contestuale proseguimento del confronto sul nuovo Piano Faunistico Regionale, finalizzato ad arrivare alla definizione del Piano ed all’individuazione delle aree vocate e non vocate nel più breve tempo possibile, con una sostanziale modifica della proposta presentata, che garantisca il rispetto pieno dei criteri di Legge a tutela di tutte le produzioni agricole, considerando come non vocate tutte le aree agricole e le aree boscate contigue, anche superiori ai 40 ettari.
Per la Cia Siena la priorità assoluta deve essere data all’immediata attivazione degli interventi di prelievo previsti dalla Legge, sulla base della classificazione attuale dei territori e degli istituti e in attesa della definizione dei Piani di gestione delle varie specie e della connessa identificazione dei nuovi territori vocati e non vocati. L’impostazione dei nuovi strumenti di pianificazione faunistica – secondo la Cia senese -, in un quadro istituzionale e normativo radicalmente mutato richiede, infatti, un percorso di approfondimento e condivisione i cui tempi, per quanto celeri possano essere, rischiano comunque di risultare incompatibili con l’urgenza delle azioni di prelievo faunistico finalizzato al contenimento degli ungulati.