Mercoledì 3 agosto tutti in piazza, assieme ai colleghi delle Province, per un presidio regionale a Firenze
SIENA. Grande preoccupazione tra i lavoratori delle Camere di Commercio della Toscana che oggi hanno tenuto assemblee sindacali territoriali nelle varie province per fare il punto sulla bozza di riforma elaborata dal Governo e decidere il da farsi. Il progetto elaborato dal Dipartimento affari legislativi della Presidenza del Consiglio prevede solo per la nostra regione 200 esuberi (su un totale di 700 lavoratori), da sommare ad altri 200 esuberi del personale delle aziende speciali che collaborano con gli enti. Senza contare i dipendenti delle aziende degli appalti, che tra chiusure e accorpamenti vedranno calare le commesse. A Firenze l’assemblea si è svolta allo Spazio Alfieri, alla presenza del coordinatore nazionale Uil-Fpl per le Camere di Commercio Guido Vacca e dei responsabili locali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl.
Anche i segretari generali toscani di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Dalida Angelini, Riccardo Cerza e Francesca Cantini, hanno espresso sostegno alla mobilitazione di oggi e preoccupazione per l’attacco in atto all’occupazione e ai servizi pubblici. Ai lavori è intervenuta anche l’Assessore regionale Federica Fratoni, che ha portato il saluto del Presidente Rossi e il Consigliere Regionale di SI, Tommaso Fattori. “Ci batteremo contro questo provvedimento scellerato – hanno detto i rappresentanti sindacali – che è perfino peggiore di quello uscito e poi subito ritirato a febbraio scorso. Questa non è una riforma che migliora il servizio, ma solo un taglio di posti di lavoro che avvia lo smantellamento del sistema camerale e apre alla privatizzazione di servizi essenziali per l’economia del territorio”. I lavoratori delle Camere di Commercio scenderanno in piazza mercoledì prossimo 3 Agosto (dalle 15 alle 17) assieme ai colleghi delle ex Province, già vittime di una riforma abborracciata, con un presidio regionale che si svolgerà a Firenze davanti alla sede della Prefettura, in via Cavour.