Il consigliere Pd precisa: "Dal luglio 2018, momento di insediamento della nuova Giunta, i flussi turistici del capoluogo sono diventati peggiori che nel resto della provincia"
SIENA. La scorsa estate alcuni operatori cittadini lanciarono un allarme sul calo degli arrivi turistici. Dal Comune smentirono stizziti replicando che bisognava attendere i dati reali. Ecco, finalmente sono disponibili. Sul Sito istituzionale sono comparsi i dati relativi praticamente a quasi tutto il 2019, tranne dicembre. Dopo il calo del secondo semestre 2018, la crisi degli arrivi continua: meno 2,83%. Eppure gli altri Comuni senesi a forte identità artistica e culturale vanno bene. San Gimignano, Pienza, Colle val d’Elsa, Montepulciano, Monteriggioni sono tutti positivi, con trend dal 3 al 5%. Dal luglio 2018, momento di insediamento della nuova Giunta, i flussi turistici del capoluogo sono diventati peggiori che nel resto della provincia. Nonostante un evidente potenziamento delle risorse umane ed economiche destinate all’assessorato al turismo. L’analogo calo degli ingressi al Museo Civico ed al Santa Maria della Scala conferma questa preoccupante dinamica con l’eccezione dell’offerta museale dell’Opera del Duomo, che opera con grande competenza ed efficacia, anche se all’Amministrazione Comunale restano antipatici. E se non fossero emersi i dati riferiti a molti alloggi a locazione turistica breve (come, ad esempio, la rete degli Airbnb) le cifre sarebbero state ancora peggiori. Se si escludono le attività e gli eventi già inseriti od inventati nella promozione turistica della precedente Amministrazione, le novità sono poche e di basso livello. La convegnistica non gira nel modo dovuto e le mostre, sia realizzate che prefigurate, non caratterizzano Siena ma la standardizzano. Se il Comune vuole fare qualcosa di veramente buono, ascolti di più gli operatori del settore, le guide turistiche, osservi con attenzione cosa fanno nelle realtà più innovative della Toscana ed oltre, divenga capace di produzioni culturali autonome e rinunci al sovraffollamento di mercati e mercatini.