SIENA. Da Walter Biagini di “In campo” riceviamo e pubblichiamo
“Il numero chiuso in Piazza del Campo rischia di mettere in crisi Palio. Non parliamo di una manifestazione che rievoca una tradizione storica come ce ne sono tante. Parliamo del Palio, quello con la P maiuscola. Il Palio è passione, è gioia, è dolore, è disperazione ed estasi. Il Palio è vita. E allora come possiamo ad un senese, ad un contradaiolo che certo vive la sua vita, svolgendo la sua attività, partecipando alla vita sociale, magari occupandosi si sport o di politica; ma che in fin dei conti considera tutto questo una misera cosa, un intermezzo che serve a riempire l’attesa che arrivino quelle due settimane in cui tutto cambia, tutto si anima, tutto diventa colore in un crescendo che culmina in quei dieci minuti che possono elevarti al paradiso o precipitarti all’inferno; come possiamo dirgli quando arriva salendo dall’onda, spinto da altri cento dietro di lui “non puoi passare. Abbiamo già raggiunto il numero massimo consentito”.
Ma purtroppo è questo il tempo che viviamo e questa la realtà con cui dobbiamo fare i conti. Una realtà che non accettiamo, che ci rifiutiamo di comprendere, ma che ci piomba addosso e non riusciamo a scrollarla. Temo che non saranno qualche migliaio di persone in più o in meno nella Piazza ad evitare la tragedia se dovesse diffondersi improvviso il terrore. Ma certo dobbiamo fare il possibile per limitare i danni e allora vale la pena spendere tempo e risorse se serve ad individuare soluzioni tecniche che rendono la piazza più sicura; e in nome della sicurezza digeriremo anche il numero chiuso. Se tutto questo serve, nella tragedia, a salvare anche una sola vita in più ne vale la pena. Ma non dimentichiamoci che in tempo di Palio non c’è solo la piazza. Tutta la città si anima; tutta la città pullula di persone arrivate a Siena da ogni parte del mondo e contro un terrorismo a prevedibilità zero, come dice il Ministero dell’Interno, non è solo la piazza che deve essere sigillata; va sigillato anche il centro storico della città, almeno dai veicoli che potrebbero essere utilizzati da terroristi come ordigni.
E’ evidente che non possiamo mettere barriere fisiche inamovibili alle “chiusure”, quei luoghi di accesso in cui troviamo i vigili che ci vietano il passaggio il giorno del Palio. Ma barriere facilmente amovibili si. E allora vada per le bande chiodate; se qualcuno forza il blocco della Polizia Urbana gli scoppiano tutti e quattro gli pneumatici e li si ferma.
Si, ma dopo che le bande chiodate hanno fermato il veicolo chi è che ferma il terrorista: i vigili disarmati? E’ una battuta ma serve ad evidenziare il problema. Forse il tempo in cui viviamo non ci consente più di avere su questo argomento posizioni ideologiche pro o contro. Discutiamone; non sarà né per luglio né per agosto di quest’anno. Se deve essere sarà al termine di un processo serio e ponderato di condivisione e di formazione del personale”.