Il consigliere regionale chiede un supplemento di riflessione al governo analizzando i dati
SIENA. Il consigliere regionale Simone Bezzini interviene sul dibattito in merito alla ‘Fase 2’ e quindi alla ripartenza delle varie attività.
“Occorre differenziare le aperture delle attività economiche su base territoriale. Individuiamo dei parametri oggettivi, raggiunti i quali commercio al dettaglio, bar, ristoranti, estetiste, parrucchieri e altre attivitá analoghe possano ripartire prima del 18 maggio e del primo giugno. Lo stanno facendo in altre realtá europee, lo potremmo fare anche in Italia. Per dare un’idea di quanto siano diverse le situazioni nelle diverse parti del Paese segnalo qualche dato”.
Differenziare le aperture delle attività economiche su base territoriale, quindi, seguendo quelli che sono i dati delle varie zone.
“La provincia di Siena ha un tasso di positivi al Covid di 156 casi su 100 mila abitanti, collocandosi così al penultimo posto in Toscana per contagi dopo Livorno, contro una media regionale di 248 casi per 100.000 abitanti e a fronte di una media nazionale di 330 su 100.000 abitanti. Con il Piemonte a 356 positivi ogni 100 mila abitanti e la Lombardia con 342 su 100 mila abitanti. Per quanto riguarda il tasso di mortalità per Covid-19, i numeri sono ancora più bassi: in Provincia di Siena è 9,6 per 100 mila abitanti, in Toscana è pari a 21,3 per 100mila abitanti, valore di molto inferiore a quello della Lombardia (133,7 per 100mila), e dell’Emilia-Romagna (76,9 per 100mila) o anche della semplice media nazionale del 44,7 per 100 mila abitanti.
Alla luce di ciò – continua il consigliere Bezzini – è ovvio che non si possa fare un ragionamento unico per tutte le regioni. In virtù di questo quadro così articolato andrebbero individuati parametri specifici come la curva del contagio, la capacità di fare tamponi e test, l’adeguatezza dei servizi territoriali e della struttura ospedaliera. Il tutto accompagnato da protocolli di sicurezza definiti settore per settore con l’intesa tra le parti sociali. I dati e il lavoro messo in atto dalla Giunta guidata dal Presidente Rossi dimostrano che la Toscana ha le carte in regola per seguire percorsi di riapertura anticipati rispetto ad altre regioni, come ad esempio la Lombardia, dove il contagio è stato ed è tuttora più diffuso. Mi auguro che il Governo possa confrontarsi con quanto emerge dalla Regione Toscana e da altre realtà per prendere in considerazione un’eventuale correzione di rotta che tenga conto delle differenze territoriali”.
Una considerazione, quella di Simone Bezzini, con cui il consigliere non intende alimentare tensioni intorno alla Fase 2, ma solo porre l’accento su alcuni dati oggettivi. “Dico questo senza voler far polemica con le decisioni del Governo Conte. Ho grande rispetto per il lavoro dell’esecutivo che sta fronteggiando la sfida più grande per il Paese dal dopoguerra ad oggi. Capisco che non si potesse immaginare una ripartenza simultanea e generalizzata. Sarebbe stato da irresponsabili. Certo ci si poteva muovere diversamente sul fronte della scuola, del sostegno alle famiglie con figli a carico e sulla possibilità di differenziare territorialmente la ripartenza. Così si sarebbe potuto tenere meglio assieme strategia sanitaria, economica e sociale. Non condivido assolutamente atteggiamenti che affrontano una vicenda così drammatica e complessa con logiche da tifoserie che cercano di cavalcare le ondate emotive contraddicendosi di volta in volta e creando così disorientamento e instabilità in un Paese che per affrontare una vicenda così imponente ha bisogno di unità e coesione” conclude.