"Bene equiparare i bed and breakfast alle altre strutture che somministrano pasti"
SIENA. Confcommercio Siena esprime parere positivo sul provvedimento di modifica al Testo Unico del Turismo approvato martedì 10 ottobre 2017 dal Consiglio Regionale della Toscana. Due le variazioni apportate: la cancellazione dell’obbligo di ‘comunicazione periodica’ delle caratteristiche da parte di tutte le imprese e la reintroduzione per i b&b professionali della facoltà di somministrare cibi e bevande ai propri alloggiati, come era già disposto nella “vecchia” legge 42/2000.
“La nuova norma prevede che chi voglia somministrare professionalmente del cibo lo possa fare solo ed esclusivamente agli alloggiati, quindi al massimo a 12 persone e dovrà adeguarsi alle regole previste per gli alberghi – dice l’associazione – E’ chiaro che andare incontro ad un investimento strutturale per 8-12 coperti al giorno, e per soli alloggiati, potrebbe risultare non molto stimolante economicamente. Ad ogni modo questa è comunque una dimostrazione di apertura nei confronti dei gestori di b&b sulla base di regole comuni e uguali per tutti come è giusto che sia. Ottima invece la cancellazione della comunicazione periodica”.
Confcommecio e altre associazioni si erano dette contrarie all’ipotesi, ventilata inizialmente, di permettere anche alle strutture ricettive non professionali di somministrare pasti.
“Quella individuata è una soluzione che ci trova favorevoli perché ispirata al principio “stesso mercato, stesse regole” che a noi sta particolarmente a cuore. Si è riusciti dopo un buon lavoro politico associativo a far sposare alla Regione questo principio base – commenta Confcommercio – Soltanto le strutture che offrono servizio b&b in forma imprenditoriale potranno somministrare alimenti e bevande ai loro ospiti alloggiati rispettando le norme previste dal regolamento regionale sulla sicurezza alimentare, come tutte le altre imprese che fanno ristorazione, con gli stessi oneri. È un meccanismo, questo, che tutela la professionalità degli operatori e offre più garanzie al consumatore. Se fosse passata la prima ipotesi, invece, si sarebbe creata una forte discriminazione con le imprese”.